LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: valutazione di fatto in Cassazione

Un individuo condannato per oltraggio a pubblico ufficiale ha presentato ricorso in Cassazione, contestando l’assenza del requisito della presenza di più persone. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la sua funzione non è quella di rivalutare i fatti del processo, ma di verificare la corretta applicazione della legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Non Può Rivedere i Fatti

L’ordinanza n. 7062/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di legittimità, ribadendo un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio. Il caso in esame riguarda un ricorso inammissibile presentato avverso una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale, la cui analisi ci permette di approfondire la distinzione tra questioni di fatto e questioni di diritto.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall’art. 341-bis del codice penale. La Corte d’Appello di Ancona aveva confermato la condanna. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione affidandosi a un unico motivo: la presunta insussistenza di un elemento costitutivo del reato, ovvero la presenza di più persone al momento del fatto. Secondo la difesa, questa circostanza non era stata adeguatamente provata.

La Decisione della Corte e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione sollevata (se ci fossero o meno più persone), ma si ferma a un livello precedente, di natura puramente procedurale. La Corte ha stabilito che il motivo addotto dal ricorrente non era consentito dalla legge in sede di legittimità. In altre parole, la richiesta di una nuova valutazione della presenza di più persone costituiva una mera doglianza sui fatti, un tentativo di ottenere dalla Cassazione un nuovo giudizio sulla ricostruzione della vicenda, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Le Motivazioni: Il Divieto di Rivalutazione del Fatto

La motivazione della Suprema Corte è lapidaria e si fonda su un pilastro del diritto processuale. Il ruolo della Corte di Cassazione è quello di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Non può, quindi, sostituire la propria valutazione dei fatti a quella compiuta dai giudici delle precedenti istanze, a meno che la motivazione di questi ultimi non sia manifestamente illogica o contraddittoria.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano argomentato in modo logico e coerente con la giurisprudenza consolidata sulla sussistenza del requisito in questione. La richiesta del ricorrente si traduceva, pertanto, in una non consentita istanza di “valutazione alternativa della vicenda”, che esula completamente dalle attribuzioni della Corte. Il ricorso inammissibile è la sanzione processuale per chi tenta di trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

Le implicazioni di questa ordinanza sono duplici. Dal punto di vista del ricorrente, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La sentenza di condanna diventa così definitiva e irrevocabile.

Da una prospettiva più ampia, la decisione riafferma la netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Per gli operatori del diritto, costituisce un monito a formulare i ricorsi per Cassazione concentrandosi esclusivamente su vizi di legge o su palesi illogicità della motivazione, evitando di riproporre questioni fattuali già esaminate e decise nei gradi precedenti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché si basava su una richiesta di rivalutare un elemento di fatto (la presenza di più persone), attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione, la quale si occupa solo di questioni di diritto.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità?
Significa che il suo compito non è decidere nuovamente come si sono svolti i fatti, ma controllare che i giudici di Tribunale e Corte d’Appello abbiano applicato correttamente le norme di legge e motivato la loro decisione in modo logico.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati