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Ricorso inammissibile: valutazione del giudice di merito

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile presentato da due imputati condannati per furto. La Corte sottolinea che la valutazione discrezionale del giudice di merito sul bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, se logicamente motivata (come nel caso di recidiva), non è sindacabile in sede di legittimità. Di conseguenza, i ricorsi sono stati respinti con condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: I Limiti al Sindacato della Cassazione

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del giudizio di legittimità, in particolare quando si tratta di un ricorso inammissibile. La decisione chiarisce che le valutazioni discrezionali del giudice di merito, come il bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti, non possono essere messe in discussione in Cassazione se sorrette da una motivazione logica e sufficiente. Questo principio è fondamentale per comprendere la struttura del nostro sistema processuale penale e i motivi per cui un ricorso può essere respinto senza un esame approfondito del merito.

I Fatti del Caso

Due soggetti ricorrevano in Cassazione avverso una sentenza della Corte di Appello di Bari. La corte territoriale aveva parzialmente riformato una precedente decisione del Tribunale di Foggia, riqualificando i reati di furto contestati e rideterminando le pene. I ricorrenti, non soddisfatti della decisione, decidevano di impugnarla dinanzi alla Suprema Corte, sollevando diverse questioni.

Il primo ricorrente lamentava la violazione di legge e il vizio di motivazione per il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti contestate. Il secondo, invece, denunciava un errore nell’applicazione di una specifica circostanza aggravante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 10054 del 2024, ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. Questa decisione comporta non solo il rigetto delle doglianze, ma anche la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha ritenuto le motivazioni dei ricorsi manifestamente infondate, riaffermando principi consolidati in materia di sindacato di legittimità.

Le Motivazioni dietro il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha fornito una spiegazione chiara e distinta per l’inammissibilità di ciascun ricorso. Per quanto riguarda il primo motivo, relativo al bilanciamento delle circostanze, i giudici hanno ribadito che tale valutazione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Questa discrezionalità sfugge al controllo della Cassazione a meno che non sia il risultato di un palese arbitrio o di un ragionamento illogico. Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva giustificato la sua scelta di considerare equivalenti le attenuanti e le aggravanti valorizzando la sussistenza della recidiva dell’imputato. Tale motivazione è stata ritenuta sufficiente e non censurabile in sede di legittimità, rendendo il ricorso inammissibile.

Anche il secondo motivo di ricorso è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha osservato che il ricorrente non si era confrontato adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata. Il giudice d’appello aveva infatti assolto il proprio onere argomentativo facendo riferimento a elementi ritenuti decisivi, e il ricorso non era riuscito a scalfire la coerenza logica di tale ragionamento.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio cruciale: non ogni doglianza può trovare spazio in Cassazione. Il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito dove si possono rivalutare i fatti o le scelte discrezionali dei giudici dei gradi precedenti. Perché un ricorso abbia successo, è necessario dimostrare un vizio di legge o una motivazione manifestamente illogica, contraddittoria o carente. In assenza di tali vizi, il ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile. Questa decisione serve da monito: un ricorso deve essere costruito su solide argomentazioni giuridiche e non su un mero dissenso rispetto alla valutazione operata dal giudice di merito, pena il rigetto e l’addebito delle spese.

Quando un ricorso in Cassazione è manifestamente infondato?
Un ricorso è manifestamente infondato quando contesta valutazioni discrezionali del giudice di merito (come il bilanciamento tra attenuanti e aggravanti) che sono sorrette da una motivazione sufficiente, logica e non arbitraria.

La valutazione sulla recidiva può giustificare il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti?
Sì, secondo la Corte, la valorizzazione della sussistenza della recidiva è una motivazione sufficiente per giustificare la decisione di considerare equivalenti, e non prevalenti, le circostanze attenuanti generiche rispetto alle aggravanti.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita discrezionalmente dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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