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Ricorso inammissibile usura: la Cassazione conferma

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per usura ed estorsione, confermando le condanne dei gradi inferiori. La Corte ribadisce che non è possibile una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità, specialmente in presenza di una ‘doppia conforme’ motivazione logica e coerente sulla credibilità delle vittime e sulle prove documentali.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Usura: la Cassazione fissa i paletti del giudizio di legittimità

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 26339/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile per usura ed estorsione, offrendo importanti chiarimenti sui limiti del sindacato di legittimità. La pronuncia ribadisce un principio fondamentale: la Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di merito per riesaminare le prove. Quando le sentenze di primo e secondo grado sono coerenti e ben motivate (c.d. ‘doppia conforme’), le possibilità di ribaltare il verdetto si riducono drasticamente.

I Fatti di Causa: Un Sistema di Prestiti Usurari

Il caso trae origine da un’indagine che ha smascherato un complesso sistema di prestiti a tassi usurari gestito da un singolo individuo a danno di numerose persone in difficoltà economica. Le accuse contestate erano gravi: usura continuata e aggravata dallo stato di bisogno delle vittime, nonché estorsione per ottenere la restituzione delle somme.

La Corte d’Appello aveva confermato la condanna emessa in primo grado, sebbene con una parziale riforma, rideterminando la pena a seguito della prescrizione di alcuni capi d’imputazione. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso per cassazione, articolando ben sedici motivi di doglianza.

Le Doglianze dell’Imputato

I motivi del ricorso si concentravano principalmente sulla presunta erronea valutazione delle prove da parte dei giudici di merito. In particolare, la difesa contestava:

* L’attendibilità delle dichiarazioni delle persone offese, ritenute generiche e non adeguatamente riscontrate.
* La sussistenza dell’aggravante dello stato di bisogno, sostenendo che non vi fossero prove sufficienti a dimostrare la reale condizione di vulnerabilità delle vittime.
* La ricostruzione dei tassi d’interesse, considerata errata e basata su elementi contraddittori.
* Vizi di motivazione e violazioni di legge, con specifico riferimento all’art. 192 del codice di procedura penale sulla valutazione della prova.

In sostanza, l’appellante chiedeva alla Cassazione una rilettura completa del materiale probatorio, proponendo una versione alternativa dei fatti.

Il Principio della ‘Doppia Conforme’ e il Ricorso Inammissibile per Usura

La Corte di Cassazione ha respinto in toto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione della Corte si fonda su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità. I giudici hanno sottolineato che il ricorso era generico, manifestamente infondato e, soprattutto, mirava a ottenere un nuovo giudizio di merito, attività preclusa in sede di cassazione.

Il Ruolo della Corte di Cassazione

La Corte ha ricordato che il suo compito non è quello di stabilire se i giudici di merito abbiano valutato correttamente le prove, ma solo se la loro motivazione sia logica, coerente e priva di vizi giuridici. Nel caso di specie, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano fornito una motivazione solida e persuasiva, saldandosi in un unico ‘corpo argomentativo’ (la c.d. ‘doppia conforme’).

I giudici di merito avevano analiticamente ricostruito le condotte dell’imputato, la credibilità delle vittime (confermata da riscontri documentali e intercettazioni) e la sussistenza di tutti gli elementi dei reati contestati, inclusa l’aggravante dello stato di bisogno.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha spiegato che i motivi proposti dall’imputato non facevano altro che riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza confrontarsi criticamente con la logica della sentenza impugnata. Tale approccio si traduce in una richiesta di nuova valutazione delle prove, che non rientra nei poteri della Cassazione.

In particolare, la Corte ha affermato che le doglianze relative alla violazione dell’art. 192 c.p.p. sulla valutazione della prova, quando non denunciano un’omissione o un’erronea applicazione di una specifica norma processuale, si risolvono in una critica sul merito e sono quindi inammissibili.

È stato inoltre ribadito che lo stato di bisogno, ai fini dell’usura, non deve consistere in uno stato di necessità assoluta, ma può essere integrato da una situazione di impellente assillo che limiti la libertà di scelta del soggetto, inducendolo a ricorrere al credito a condizioni usurarie. Anche su questo punto, la valutazione dei giudici di merito è stata ritenuta immune da censure.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio. In presenza di una ‘doppia conforme’, ovvero due sentenze di merito con motivazioni logiche e convergenti, diventa estremamente difficile per l’imputato ottenere un annullamento della condanna basandosi su una diversa interpretazione delle prove. La Corte di Cassazione interviene solo per correggere errori di diritto o vizi logici manifesti, non per sostituire la propria valutazione a quella dei giudici che hanno direttamente esaminato le prove. La declaratoria di inammissibilità ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e alla rifusione delle spese della parte civile.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici, manifestamente infondati e tendevano a sollecitare una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale svolge un giudizio di sola legittimità.

Può la Corte di Cassazione riesaminare la credibilità delle dichiarazioni di una persona offesa?
No, la valutazione dell’attendibilità di un testimone o di una persona offesa è una questione di fatto riservata al giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione fornita dal giudice di merito è manifestamente illogica, contraddittoria o carente, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di primo e secondo grado.

Come viene provato lo ‘stato di bisogno’ nel reato di usura?
Secondo la sentenza, lo stato di bisogno può essere provato anche solo sulla base della misura degli interessi, qualora siano di entità tale da far ragionevolmente presumere che soltanto un soggetto in quella condizione possa accettare un prestito a condizioni tanto inique. Non è necessario uno stato di indigenza assoluta, ma è sufficiente una condizione di difficoltà che limiti la libertà di scelta della vittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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