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Ricorso inammissibile: truffa e sostituzione persona

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per truffa e sostituzione di persona per aver venduto una falsa polizza assicurativa online, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa della genericità e della natura ripetitiva dei motivi, che non si confrontavano criticamente con le sentenze precedenti. La decisione si fonda sul principio della “doppia conforme”, confermando che la condotta integrava pienamente i reati contestati.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna per Truffa e Sostituzione di Persona

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per truffa e sostituzione di persona. Il caso riguarda la vendita di una falsa polizza assicurativa online, una pratica purtroppo sempre più diffusa. La decisione della Suprema Corte offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione, in particolare nel contesto di una “doppia conforme”, ovvero quando due sentenze di merito giungono alla medesima conclusione.

I Fatti di Causa

Il percorso giudiziario ha origine con la condanna dell’imputato da parte del Tribunale di Locri, successivamente confermata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria. Le accuse erano di truffa aggravata (art. 640 c.p.) e sostituzione di persona (art. 494 c.p.). L’imputato, secondo le corti di merito, aveva indotto in errore una persona vendendole una polizza assicurativa fittizia, presentandosi come un agente assicurativo e utilizzando documenti falsi per rendere credibile l’operazione.

I Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso in Cassazione su tre motivi principali:
1. Violazione di legge in relazione al reato di truffa: Si contestava la sussistenza degli elementi del reato, sostenendo che la mera disponibilità di una carta su cui era stato effettuato il pagamento non fosse un elemento risolutivo e che la vicenda dovesse essere inquadrata come un mero illecito civilistico.
2. Violazione di legge in relazione al reato di sostituzione di persona: Si negava la sussistenza del reato, affermando che essersi qualificato come agente assicurativo non integrasse la fattispecie e che la persona offesa non avesse mai confermato tale circostanza.
3. Mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): Si lamentava che la Corte di Appello non avesse valorizzato elementi favorevoli come il modesto valore del danno e l’assenza di precedenti penali.

La “Doppia Conforme” e il Ricorso Inammissibile

La Cassazione ha preliminarmente qualificato il caso come una “doppia conforme”. Questo principio si applica quando la sentenza d’appello condivide pienamente le argomentazioni della sentenza di primo grado. In tali circostanze, il ricorso in Cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse censure già respinte, ma deve individuare vizi specifici nella motivazione della sentenza d’appello. La Corte ha rilevato che i motivi del ricorrente erano del tutto reiterativi di quelli d’appello, senza un confronto critico con la decisione impugnata. Questa genericità e mancanza di specificità è stata la causa principale della dichiarazione di ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato e respinto ogni singolo motivo di ricorso:
Sulla truffa: Il motivo è stato giudicato come un tentativo di ottenere una nuova valutazione del merito, non consentita in sede di legittimità. La Corte di Appello aveva adeguatamente ricostruito la condotta, evidenziando la presenza di chiari “artifici e raggiri” caratterizzati da particolare insidiosità.
Sulla sostituzione di persona: Il motivo è stato ritenuto generico. La Cassazione ha ribadito che integra il reato la condotta di chi induce in errore la vittima attribuendosi false qualità personali cui la legge riconosce specifici effetti giuridici, come quella di agente assicurativo, al fine di trarre un vantaggio.
Sulla particolare tenuità del fatto: Anche questo motivo è stato giudicato generico. La Corte di Appello aveva correttamente escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., motivando la sua decisione sulla base della particolare insidiosità della condotta, dell’uso di mezzi telematici e del pericolo sociale derivante dalla circolazione di un veicolo senza copertura assicurativa.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende. Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali. In primo luogo, l’attribuzione della falsa qualità di agente assicurativo per concludere un contratto fittizio integra pienamente sia il reato di truffa che quello di sostituzione di persona. In secondo luogo, un ricorso per cassazione, specialmente in presenza di una “doppia conforme”, deve essere specifico e critico nei confronti della sentenza impugnata, non una mera riproposizione di doglianze già esaminate e respinte.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso viene considerato inammissibile quando i motivi sono manifestamente infondati, generici, non consentiti dalla legge o quando si limitano a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza un confronto critico e specifico con la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa il principio della “doppia conforme” in un processo penale?
Significa che la sentenza della Corte di Appello ha confermato pienamente le argomentazioni e la decisione del tribunale di primo grado. Questa circostanza rende più difficile l’impugnazione in Cassazione, poiché si presume che i fatti siano stati accertati in modo solido e coerente da due diversi giudici di merito.

Fingersi un agente assicurativo online per vendere una polizza falsa integra il reato di sostituzione di persona?
Sì. Secondo la Corte, la condotta ingannevole che induce il soggetto passivo in errore sull’attribuzione all’agente di false qualità personali, a cui la legge attribuisce specifici effetti giuridici (come la capacità di stipulare contratti di assicurazione), integra il delitto di sostituzione di persona.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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