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Ricorso inammissibile: truffa e prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per truffa. L’impugnazione è stata rigettata perché si limitava a riproporre questioni di fatto, estranee al giudizio di legittimità. Di conseguenza, la Corte ha stabilito che l’intervenuta prescrizione del reato non poteva essere dichiarata, poiché l’inammissibilità del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello Non Supera il Vaglio della Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile in Cassazione possa avere conseguenze decisive per l’imputato, precludendo persino la possibilità di far valere l’estinzione del reato per prescrizione. La Suprema Corte, con una motivazione netta, ribadisce i confini del proprio giudizio, limitato alla legittimità e non al merito dei fatti. Analizziamo la vicenda per comprendere le ragioni e le implicazioni di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna per Truffa al Ricorso

Un soggetto, condannato in primo grado e in appello per il reato di truffa ai sensi dell’art. 640 del codice penale, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi dell’impugnazione erano principalmente due: in primo luogo, si contestava la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove che avevano portato alla sua condanna; in secondo luogo, si invocava l’intervenuta prescrizione del reato, maturata successivamente alla sentenza della Corte d’Appello.

L’Analisi della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo a una declaratoria di inammissibilità. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni della Suprema Corte.

Il Primo Motivo: La Rilettura dei Fatti è Preclusa

Il primo motivo di ricorso, relativo alla violazione dell’art. 640 c.p. e al vizio di motivazione, è stato giudicato aspecifico e reiterativo. La Corte ha osservato che l’imputato si limitava a riproporre le stesse doglianze già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare reali questioni di legittimità. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione una nuova e diversa valutazione del materiale probatorio, un’attività che esula completamente dai suoi poteri. Il giudizio di legittimità, infatti, non è un ‘terzo grado’ di merito, ma serve a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione.

Il Secondo Motivo: Inammissibilità e Prescrizione

Di conseguenza, anche il secondo motivo, riguardante la prescrizione, è stato respinto. La Corte ha richiamato un principio consolidato, espresso dalle Sezioni Unite (sent. n. 6903/2016): la declaratoria di inammissibilità del ricorso impedisce la costituzione di un valido rapporto processuale. Senza un rapporto valido, il giudice dell’impugnazione non ha il potere di esaminare e dichiarare eventuali cause di estinzione del reato, come la prescrizione, maturate dopo la sentenza impugnata. La condanna, quindi, diventa definitiva.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. I giudici di appello avevano fornito una motivazione ‘esaustiva e conforme’, confermando la decisione di primo grado (c.d. ‘doppia conforme’) sulla base di una ‘pluralità di elementi idonei’. La ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito era stata ritenuta logica, completa e priva di contraddizioni manifeste, e come tale non sindacabile in sede di Cassazione. Dichiarare il ricorso inammissibile è stata, pertanto, una diretta conseguenza del tentativo dell’imputato di superare questi limiti invalicabili.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

Questa ordinanza sottolinea un aspetto cruciale del processo penale: un ricorso per Cassazione deve essere formulato con estremo rigore tecnico, concentrandosi esclusivamente su vizi di legge o di motivazione palesemente illogica. Un’impugnazione che si limiti a criticare la valutazione delle prove, senza individuare specifiche violazioni normative, è destinata all’inammissibilità. Le conseguenze sono gravi: non solo la condanna diventa definitiva, ma si perde anche la possibilità di beneficiare di cause estintive come la prescrizione. L’imputato, in questo caso, è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso per truffa è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto aspecifico e meramente reiterativo di argomentazioni già respinte in appello. L’imputato chiedeva alla Corte di Cassazione una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un’attività che esula dai poteri del giudice di legittimità.

Se il reato si è prescritto, perché la Cassazione non lo ha dichiarato?
La Cassazione non ha potuto dichiarare la prescrizione perché l’inammissibilità del ricorso ha impedito la costituzione di un valido rapporto processuale. Secondo un principio consolidato, senza un’impugnazione valida, il giudice non può pronunciarsi su cause di estinzione del reato maturate dopo la sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Oltre a rendere definitiva la condanna, la declaratoria di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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