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Ricorso inammissibile: truffa e motivi generici

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato da quattro persone condannate per truffa aggravata e sostituzione di persona. Il caso riguardava una fornitura di pneumatici mai pagata. La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso, inclusa l’eccezione di inutilizzabilità di alcune dichiarazioni, troppo generici e volti a ottenere un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità. La sentenza conferma quindi la condanna, sottolineando come un ricorso inammissibile non possa basarsi su censure astratte senza indicarne la decisività.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: truffa e motivi generici

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2488/2025, ha chiarito i confini del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile presentato da quattro imputati condannati per truffa aggravata. La decisione sottolinea un principio fondamentale: i motivi di ricorso non possono essere generici o mirare a una nuova valutazione dei fatti, ma devono individuare vizi specifici e dimostrarne la decisività. Analizziamo insieme questo interessante caso.

I Fatti del Processo: La Truffa dei Pneumatici

Quattro persone sono state condannate in primo e secondo grado per i reati di truffa aggravata e sostituzione di persona. Secondo l’accusa, confermata dai giudici di merito, gli imputati avevano partecipato a una truffa ai danni di una società fornitrice di pneumatici. La merce, una volta consegnata, non era mai stata pagata, in quanto il pagamento era avvenuto tramite assegni tratti da un conto corrente privo di fondi. A firmare gli assegni era stata una degli imputati, mentre gli altri coimputati, membri del suo nucleo familiare, avrebbero gestito le trattative e beneficiato della merce.

Il Ricorso in Cassazione: I Motivi degli Imputati

Gli imputati hanno presentato un ricorso unitario alla Corte di Cassazione, basandolo su tre motivi principali.

Primo Motivo: L’Inutilizzabilità delle Dichiarazioni

La difesa sosteneva la violazione dell’art. 63, comma 2, del codice di procedura penale. Le dichiarazioni autoaccusatorie rese dalla firmataria degli assegni durante la fase delle indagini, senza l’assistenza di un difensore, sarebbero state inutilizzabili. Secondo i ricorrenti, la polizia giudiziaria era già a conoscenza del suo coinvolgimento (dato che aveva firmato gli assegni), e avrebbe dovuto quindi interrogarla con le garanzie previste per una persona indagata.

Secondo e Terzo Motivo: Vizi di Motivazione

I ricorrenti lamentavano una motivazione contraddittoria, illogica e apparente. Sottolineavano come un’altra persona, parente di alcuni imputati e intestataria della scheda telefonica usata per la truffa, non fosse stata nemmeno indagata. Criticavano inoltre l’associazione illogica tra la residenza comune degli imputati e il luogo di consegna della merce, e la mancanza di prove sulla presenza fisica di alcuni di loro al momento della consegna. Infine, accusavano la Corte d’Appello di essersi limitata a confermare la sentenza di primo grado senza un reale sforzo motivazionale.

Le Motivazioni della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha respinto tutte le argomentazioni, dichiarando il ricorso inammissibile per genericità e infondatezza.

La Genericità dell’Eccezione di Inutilizzabilità

Sul primo punto, la Corte ha definito la doglianza generica. I ricorrenti non avevano spiegato in che modo l’eventuale esclusione di quelle dichiarazioni sarebbe stata decisiva per il giudizio. Il quadro probatorio a carico della donna, infatti, non si basava sulle sue ammissioni, ma sul fatto oggettivo e mai contestato della sottoscrizione degli assegni a vuoto. La sua responsabilità derivava dall’essersi prestata a firmare titoli tratti dal suo conto, pur sapendo dell’assenza di fondi, nell’ambito di un’operazione fraudolenta gestita dal suo entourage familiare.

Il Rigetto dei Motivi sulla Motivazione e il concetto di ‘doppia conforme’

Per quanto riguarda i vizi di motivazione, la Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la logicità della motivazione. In questo caso, la sentenza d’appello costituiva una “doppia conforme”, ovvero confermava la decisione di primo grado basandosi sui medesimi criteri di valutazione delle prove. Pertanto, le due sentenze formano un unico corpo decisionale. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso fossero un tentativo di sollecitare una terza valutazione del merito, non consentita in sede di legittimità. La motivazione della Corte d’Appello, sebbene sintetica, è stata giudicata completa, logica e tutt’altro che apparente, avendo delineato il ruolo di ciascun imputato all’interno dello schema truffaldino familiare.

Conclusioni

Questa sentenza è un’importante lezione sui requisiti di ammissibilità del ricorso in Cassazione. Non è sufficiente lamentare un’ingiustizia o un errore di valutazione; è necessario che il ricorso individui con precisione una violazione di legge o un vizio logico manifesto nella motivazione del giudice. Un’eccezione procedurale, come quella sull’inutilizzabilità delle prove, deve essere supportata dall’indicazione della sua concreta incidenza sulla decisione finale. Altrimenti, come in questo caso, il ricorso inammissibile viene rigettato, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un’eccezione di inutilizzabilità di una dichiarazione viene considerata generica?
L’eccezione è considerata generica quando la parte che la solleva non indica l’incidenza concreta dell’atto contestato sul complessivo compendio probatorio e non chiarisce quale risultato decisivo avrebbe comportato la sua esclusione.

Cosa significa che una sentenza d’appello è “doppia conforme” e quali sono le conseguenze per il ricorso?
Significa che la sentenza d’appello conferma quella di primo grado adottando i medesimi criteri nella valutazione delle prove. La conseguenza è che le due sentenze di merito possono essere lette congiuntamente, formando un unico corpo decisionale, e le critiche che ripropongono le stesse censure già motivatamente respinte in appello sono considerate generiche.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte lo ha dichiarato inammissibile perché fondato su motivi generici, non consentiti e, in parte, manifestamente infondati. Le censure erano volte a ottenere un riesame dei fatti, non permesso in sede di legittimità, e non a evidenziare specifiche violazioni di legge o vizi logici manifesti e decisivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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