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Ricorso inammissibile: tesi difensiva e riciclaggio

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in un caso di riciclaggio. La difesa sosteneva che l’imputato potesse essere l’autore del furto presupposto, ma la Corte ha ritenuto tale argomentazione una mera richiesta di riesame dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Anche il motivo procedurale sulla correzione di un errore materiale è stato respinto, consolidando la condanna.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile e Riciclaggio: Quando la Tesi Alternativa non Basta

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7142 del 2024, ha affrontato un interessante caso di riciclaggio, dichiarando il ricorso inammissibile e confermando la condanna dell’imputato. Questa decisione offre spunti cruciali sui limiti dell’appello in Cassazione e sulla solidità richiesta a una tesi difensiva per essere considerata valida.

I Fatti del Caso: Dal Riciclaggio alla Cassazione

Un soggetto veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di riciclaggio (art. 648-bis c.p.), per aver alterato il telaio e la targa di una vettura di provenienza illecita. La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la prima sentenza, dichiarando estinto un altro capo d’imputazione ma confermando la responsabilità per il riciclaggio.

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Vizio di motivazione: si sosteneva che la Corte d’Appello non avesse considerato adeguatamente la tesi difensiva, secondo cui l’imputato stesso avrebbe potuto essere l’autore del furto del veicolo (reato presupposto). In tal caso, non avrebbe potuto essere condannato per riciclaggio, ma al massimo per il furto stesso.
2. Violazione di legge: si contestava la procedura con cui la Corte d’Appello aveva corretto un errore materiale nella sua sentenza, aggiungendo la dicitura “conferma nel resto” in un momento successivo alla deliberazione.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale e chiarisce i confini di ciò che può essere discusso in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso, fornendo una chiara lezione sui limiti dell’impugnazione.

Sulla Tesi Difensiva Alternativa

Il primo motivo è stato considerato un tentativo non consentito di introdurre una “lettura alternativa del merito”. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti come un terzo grado di giudizio, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La difesa, sostenendo che l’imputato potesse essere l’autore del furto, stava proponendo una mera ipotesi, una ricostruzione alternativa dei fatti non supportata da alcun elemento probatorio valido. La Corte d’Appello, secondo i giudici di legittimità, aveva già logicamente e persuasivamente motivato la responsabilità dell’imputato sulla base di “dati inequivoci”, declassando la tesi difensiva a semplice congettura.

In sostanza, non basta suggerire una possibilità alternativa; è necessario che tale possibilità si fondi su elementi concreti e che si contesti la logicità del ragionamento del giudice di merito, non semplicemente il suo risultato.

Sulla Questione Procedurale

Anche il secondo motivo, relativo alla correzione dell’errore materiale, è stato ritenuto infondato. La Corte ha precisato che la contestazione di un’ordinanza di correzione, emessa in un momento successivo alla deliberazione della sentenza, deve essere fatta in modo autonomo e specifico.

Non è possibile utilizzare il ricorso contro la sentenza di merito per contestare un provvedimento successivo e distinto. La difesa avrebbe dovuto impugnare separatamente l’ordinanza di correzione, seguendo le procedure previste dall’art. 130 c.p.p. Non avendolo fatto, il motivo è stato considerato inammissibile.

Conclusioni: Limiti del Ricorso e Onere della Prova

La sentenza ribadisce due principi fondamentali. Primo, il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un appello mascherato per ridiscutere i fatti. Le tesi difensive che propongono mere ricostruzioni alternative, senza attaccare vizi logici o giuridici della motivazione, sono destinate a essere dichiarate inammissibili. Secondo, le questioni procedurali, come la contestazione di una correzione di errore materiale, devono essere sollevate con gli strumenti processuali corretti e non possono essere genericamente inserite nel ricorso principale. La decisione, pertanto, consolida la condanna e chiarisce che la presentazione di un’ipotesi difensiva, per quanto plausibile in astratto, deve essere supportata da prove concrete per poter essere presa in seria considerazione nel processo penale.

È possibile evitare una condanna per riciclaggio sostenendo di essere l’autore del reato presupposto?
No, non è sufficiente avanzare questa come una mera ipotesi. La sentenza chiarisce che una tesi difensiva del genere, se non supportata da alcun valido elemento probatorio, viene considerata una semplice congettura e non è idonea a smontare una ricostruzione accusatoria basata su dati inequivoci. Un’argomentazione di questo tipo può essere considerata un tentativo di riesame del merito, inammissibile in Cassazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per due ragioni: 1) Il primo motivo rappresentava un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, proponendo una ricostruzione alternativa non consentita in sede di legittimità. 2) I motivi erano del tutto reiterativi di argomenti già esaminati e respinti con motivazione logica e persuasiva dalla corte d’appello, senza un reale confronto critico con la sentenza impugnata.

Come si deve contestare un provvedimento di correzione di errore materiale di una sentenza?
Secondo la Corte, un’ordinanza che corregge un errore materiale, se intervenuta in un momento successivo alla deliberazione della sentenza, deve essere impugnata autonomamente e in modo specifico. Non è corretto contestare tale provvedimento all’interno del ricorso presentato contro la sentenza di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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