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Ricorso inammissibile tardività: le conseguenze

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per tardività. L’imputato, condannato per vendita di prodotti con segni mendaci, ha presentato l’impugnazione ben oltre il termine legale, calcolato tenendo conto anche della sospensione feriale. La decisione comporta la condanna alle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per tardività: quando il tempo è giudice

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo concetto, dichiarando un ricorso inammissibile per tardività e mettendo in luce le severe conseguenze per chi non rispetta le scadenze procedurali. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come il mancato rispetto dei termini possa precludere l’esame nel merito di una questione, anche se potenzialmente fondata.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale di Bari per il reato di tentata vendita di prodotti con segni mendaci (artt. 56-517 c.p.). La pena inflitta era di 8 mesi di reclusione e 6.000,00 euro di multa, con il riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte di Appello di Bari, con sentenza del 20 aprile 2023, confermava integralmente la decisione di primo grado.

L’imputato, non rassegnato, proponeva ricorso per cassazione, sollevando due motivi: lamentava un’erronea valutazione delle prove da parte dei giudici di merito e il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, tuttavia, non è entrata nel merito delle doglianze difensive. Con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è una, e perentoria: la tardività. L’atto di impugnazione è stato depositato oltre il termine massimo previsto dalla legge.

Le conseguenze del ricorso inammissibile per tardività

La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, essa comporta due conseguenze economiche dirette per il ricorrente:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Nel caso specifico, la Corte ha determinato questa somma in 3.000,00 euro. Tale sanzione viene applicata quando non emergono elementi per ritenere che la parte abbia proposto ricorso senza colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, come chiarito anche dalla Corte Costituzionale.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nel calcolo matematico dei termini per l’impugnazione. La Corte ha ricostruito con precisione le scadenze:

* Data della sentenza d’appello: 20 aprile 2023.
* Termine per il deposito delle motivazioni: 90 giorni, scadenti il 19 luglio 2023 (la sentenza è stata depositata il 15 giugno 2023, quindi nei termini).
* Termine per ricorrere: 45 giorni dal deposito delle motivazioni.
* Sospensione feriale: 31 giorni (dal 1° al 31 agosto).

Sommando i 45 giorni e i 31 giorni di sospensione, il termine ultimo per presentare il ricorso scadeva il 3 ottobre 2023. L’impugnazione, invece, è stata presentata il 27 novembre 2023, quasi due mesi dopo la scadenza. La Corte ha specificato che anche l’eventuale notifica della sentenza, avvenuta il 13 ottobre 2023, era del tutto inefficace a riaprire termini già scaduti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Un errore nel calcolo o un ritardo nel deposito possono vanificare ogni strategia difensiva, rendendo impossibile per il giudice supremo esaminare le ragioni dell’imputato. La sanzione dell’inammissibilità non solo rende definitiva la condanna, ma aggiunge un ulteriore onere economico per il ricorrente, a conferma della serietà con cui l’ordinamento giuridico tutela la certezza e la tempestività del processo.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per tardività, poiché è stato depositato il 27 novembre 2023, ben oltre il termine ultimo del 3 ottobre 2023, calcolato sommando i 45 giorni per l’impugnazione e i 31 giorni di sospensione feriale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile e non vi è colpa scusabile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000,00 euro.

Una notifica tardiva della sentenza può riaprire i termini per l’impugnazione?
No. La Corte ha chiarito che la notifica della sentenza, avvenuta dopo la scadenza del termine per impugnare, è del tutto inefficace a tal fine e non può sanare la tardività del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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