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Ricorso inammissibile stupefacenti: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile stupefacenti presentato da tre imputati condannati per spaccio. La Corte ha ritenuto le motivazioni dell’appello generiche e ha confermato la validità delle prove basate su intercettazioni telefoniche, ritenute non equivoche se lette nel contesto investigativo complessivo.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Stupefacenti: La Cassazione e il Valore delle Intercettazioni

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha dichiarato il ricorso inammissibile stupefacenti presentato da tre individui, confermando le loro condanne per detenzione e cessione di sostanze illecite. Questa pronuncia è di fondamentale importanza perché ribadisce principi chiave sul valore probatorio delle intercettazioni telefoniche e sui requisiti di specificità necessari per un ricorso in sede di legittimità. La decisione sottolinea come il linguaggio criptico usato dagli indagati non sia un ostacolo insormontabile, se correttamente interpretato nel contesto delle prove raccolte.

I Fatti di Causa: Una Rete di Spaccio tra Cocaina e Hashish

Il caso trae origine da una complessa attività investigativa che ha portato alla condanna in primo e secondo grado di tre soggetti per una serie di episodi di spaccio di cocaina e hashish. Le accuse si basavano in gran parte su intercettazioni telefoniche, corroborate da servizi di osservazione e pedinamento della polizia giudiziaria. Secondo l’accusa, uno degli imputati agiva come figura di riferimento, dirigendo le attività degli altri due, che operavano come corrieri e intermediari per la consegna delle sostanze a vari acquirenti.

I giudici di merito avevano ritenuto provata la responsabilità penale, decifrando il linguaggio in codice utilizzato nelle conversazioni. Termini come “panini” e “burro” erano stati inequivocabilmente ricondotti, rispettivamente, a panetti di hashish e a dosi di cocaina, grazie alla coerenza con gli altri elementi raccolti, come i sequestri e gli arresti effettuati nel corso delle indagini.

I Motivi del Ricorso e le Obiezioni della Difesa

I tre condannati hanno presentato ricorso in Cassazione lamentando diversi vizi nella sentenza della Corte d’Appello. Le principali doglianze si concentravano su:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Le difese sostenevano che la condanna fosse illegittima perché fondata esclusivamente su conversazioni telefoniche dal contenuto equivoco, senza adeguati riscontri esterni. Si contestava l’identificazione degli imputati e l’interpretazione del linguaggio criptico come prova certa dello spaccio.
2. Mancata riqualificazione nel fatto di lieve entità: Si richiedeva l’applicazione della fattispecie attenuata prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, evidenziando la presunta modestia dei quantitativi trattati.
3. Diniego delle circostanze attenuanti generiche: Veniva criticato il mancato riconoscimento delle attenuanti, senza un’adeguata valutazione del comportamento processuale collaborativo.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile per Stupefacenti

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i ricorsi inammissibili, ritenendoli manifestamente infondati e, in parte, generici. Le motivazioni della decisione si articolano su diversi punti cruciali.

In primo luogo, la Corte ha stabilito che la valutazione della Corte d’Appello era immune da vizi logici o giuridici. I giudici di merito non si erano basati su mere congetture, ma avevano condotto un’analisi analitica delle prove, interpretando le intercettazioni alla luce degli accertamenti della polizia. La sentenza impugnata aveva fornito una ricostruzione coerente, spiegando perché il termine “burro” si riferisse a 19 grammi di cocaina o perché la richiesta di “15 panini” non potesse essere interpretata come un semplice ordine di generi alimentari, data l’assenza di attività commerciale in tal senso da parte degli imputati e le cautele adottate.

In secondo luogo, riguardo al ricorso inammissibile stupefacenti, la Cassazione ha confermato la correttezza del diniego della fattispecie di lieve entità. I giudici hanno evidenziato che la valutazione non può basarsi solo sul singolo quantitativo, ma deve considerare l’offensività complessiva della condotta. Nel caso specifico, elementi come l’organizzazione dell’attività, la cooperazione stabile tra più persone, la varietà delle sostanze trattate (cocaina e hashish) e la professionalità dimostrata deponevano per una gravità incompatibile con l’ipotesi lieve.

Infine, anche il diniego delle attenuanti generiche è stato ritenuto correttamente motivato dalla Corte d’Appello, in considerazione della gravità dei fatti e dei precedenti penali specifici a carico degli imputati.

Conclusioni: Specificità del Ricorso e Valore delle Prove Indiziarie

La sentenza in esame offre un’importante lezione processuale: un ricorso per cassazione non può limitarsi a riproporre le medesime questioni di fatto già esaminate e respinte con motivazione congrua nei gradi di merito. È necessario, invece, individuare specifici vizi di legittimità, come un’evidente illogicità nella motivazione o una palese violazione di legge.

Dal punto di vista sostanziale, la pronuncia riafferma la piena validità delle intercettazioni come fonte di prova, anche quando utilizzano un linguaggio criptico. La chiave di volta risiede nella capacità del giudice di contestualizzare tali conversazioni all’interno del quadro probatorio complessivo, fornendo una spiegazione logica e coerente che superi ogni ragionevole dubbio. In assenza di ciò, la condanna sarebbe vulnerabile; ma quando, come in questo caso, la motivazione è solida e ancorata ai fatti, essa resiste al vaglio di legittimità.

Delle semplici conversazioni telefoniche intercettate, dal contenuto apparentemente equivoco, possono bastare per una condanna per spaccio di droga?
Sì, se le conversazioni, sebbene utilizzino un linguaggio criptico (es. “panini”, “burro”), vengono interpretate in modo logico e coerente alla luce di altri elementi investigativi, come gli accertamenti della polizia giudiziaria, i pedinamenti e il contesto generale delle attività degli imputati. La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata avesse adeguatamente collegato questi elementi, superando l’apparente equivocità.

Quando viene escluso il reato di “lieve entità” nello spaccio di stupefacenti?
Il reato di lieve entità viene escluso quando i fatti dimostrano una certa professionalità e organizzazione. La sentenza evidenzia che elementi come i quantitativi non modesti (es. 19 grammi di cocaina, 15 panetti di hashish), la cooperazione tra più persone, la capacità di trattare diversi tipi di droghe e una dedizione professionale all’attività di spaccio sono incompatibili con la qualificazione di “lieve entità”.

Per quale motivo un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando le censure sono generiche, manifestamente infondate o si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello con una motivazione logica e coerente. In questo caso, la Cassazione ha ritenuto che i ricorsi non individuassero vizi specifici di legittimità della sentenza impugnata, ma tentassero un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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