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Ricorso inammissibile stupefacenti: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. L’inammissibilità del ricorso per stupefacenti è stata motivata dalla genericità delle censure, riproposizione di argomenti già esaminati e dalla solida motivazione della sentenza d’appello, basata su prove indiziarie convergenti come la modalità di conservazione della droga e il ritrovamento di un coltello per il taglio.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile Stupefacenti: La Cassazione Conferma la Condanna

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18758 del 2024, ha affrontato un caso di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio, dichiarando il ricorso inammissibile stupefacenti proposto dall’imputato. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove ridiscutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le ragioni della Corte.

I Fatti del Caso: Detenzione e Spaccio

La vicenda processuale ha origine dall’osservazione, da parte della Polizia Giudiziaria, di un soggetto che nascondeva un fazzoletto di carta all’interno di un vaso sulla pubblica via. All’interno del fazzoletto veniva rinvenuta sostanza stupefacente del tipo hashish. A seguito del controllo, l’imputato consegnava spontaneamente altra sostanza dello stesso tipo, già suddivisa in stecche.

Una successiva perquisizione in un magazzino in uso all’imputato portava al rinvenimento di ulteriori due stecche di hashish, conservate con le medesime modalità. L’analisi tossicologica accertava che dal quantitativo totale sequestrato era possibile ricavare un numero consistente di dosi (superiore a 94). A completare il quadro indiziario, veniva trovato anche un coltello da cucina con residui di hashish sulla lama, segno evidente del suo impiego per la suddivisione della sostanza in dosi.

Le Doglianze del Ricorrente

L’imputato, condannato in appello, proponeva ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione del principio dell'”oltre ogni ragionevole dubbio” riguardo all’affermazione della sua responsabilità penale.
2. Errata applicazione della legge nel negargli le circostanze attenuanti generiche.
3. Vizio di motivazione circa la sussistenza della recidiva contestata.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso per Stupefacenti

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i motivi di ricorso inammissibili. La decisione si fonda su diverse ragioni di carattere processuale: i motivi sono stati ritenuti mere doglianze, riproduttivi di censure già adeguatamente esaminate e respinte nei gradi di merito, e privi di una critica specifica alle argomentazioni della sentenza impugnata. In sostanza, l’imputato ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha analizzato nel dettaglio l’infondatezza manifesta delle censure proposte, spiegando perché la decisione dei giudici di merito fosse corretta e immune da vizi.

Analisi del Primo Motivo: La Responsabilità Oltre Ogni Ragionevole Dubbio

I giudici hanno ritenuto che l’affermazione di responsabilità fosse debitamente argomentata e basata su una serie di elementi indiziari “univoci e convergenti”. Questi elementi, considerati nel loro insieme, non lasciavano spazio a dubbi sul fatto che la detenzione fosse finalizzata allo spaccio e non all’uso personale. Gli indizi chiave sono stati:
* L’osservazione diretta della condotta di occultamento.
* La spontanea consegna di ulteriore sostanza.
* L’esito della perquisizione nel magazzino, con il ritrovamento di altra droga conservata nello stesso modo.
* L’ingente quantitativo di dosi ricavabili.
* Il ritrovamento del coltello con tracce di sostanza, chiaro strumento per il confezionamento.

Questi elementi, secondo la Corte, dimostravano in modo evidente che la detenzione non era per uso esclusivamente personale.

Valutazione del Secondo e Terzo Motivo: Attenuanti e Recidiva

Anche riguardo agli altri motivi, la Cassazione ha confermato la bontà del ragionamento della Corte d’Appello. Le attenuanti generiche sono state negate non solo per il quantitativo, ma valorizzando gli indici negativi che denotavano una certa abitualità nella condotta. Per quanto riguarda la recidiva, la motivazione è stata giudicata ineccepibile: i giudici non si sono limitati a considerare i precedenti penali in sé, ma hanno correttamente osservato come le condanne precedenti non avessero sortito alcun effetto deterrente o rieducativo, rendendo la nuova violazione un’espressione di una maggiore pericolosità sociale.

Conclusioni: L’Importanza di un Ricorso Specifico e non Ripetitivo

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: un ricorso in Cassazione deve individuare vizi specifici di legittimità o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata. Non può essere una semplice riproposizione delle stesse argomentazioni difensive già respinte. La dichiarazione di un ricorso inammissibile stupefacenti come in questo caso comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, evidenziando la presenza di una colpa nella proposizione di un’impugnazione priva di fondamento.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano considerati mere doglianze, riproducevano argomenti già esaminati e respinti nei precedenti gradi di giudizio e mancavano di una critica specifica e pertinente alle argomentazioni della sentenza impugnata.

Quali elementi hanno convinto i giudici che la droga fosse destinata allo spaccio e non all’uso personale?
I giudici si sono convinti della finalità di spaccio sulla base di una serie di indizi convergenti: l’osservazione diretta dell’occultamento, la spontanea consegna di altra droga, il ritrovamento di ulteriore sostanza divisa in stecche durante una perquisizione, l’elevato numero di dosi ricavabili (oltre 94) e la scoperta di un coltello con residui di hashish usato per il frazionamento.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse perché i giudici hanno ritenuto prevalenti gli indici negativi, come il comportamento dell’imputato e il quantitativo di stupefacente, che indicavano una rilevanza e abitualità della condotta, incompatibili con il riconoscimento di un trattamento sanzionatorio più mite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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