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Ricorso inammissibile stupefacenti: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per detenzione di hashish e coltivazione di marijuana. I motivi del ricorso, focalizzati su presunti errori procedurali e sulla valutazione della responsabilità, sono stati respinti poiché miravano a una nuova analisi dei fatti, competenza esclusiva dei giudici di merito. La Suprema Corte ha confermato la logicità della motivazione della corte d’appello, sia riguardo alla disponibilità dell’immobile dove è stata trovata la droga, sia sul diniego delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Stupefacenti: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Merito

Quando un imputato viene condannato in appello, l’ultima via percorribile è il ricorso alla Corte di Cassazione. Tuttavia, non sempre questa strada porta a una nuova valutazione del caso. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i confini del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile in un caso di stupefacenti e ribadendo che la Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale di Ragusa che in secondo grado dalla Corte d’Appello di Catania per il reato previsto dall’art. 73, comma quinto, del d.P.R. 309/1990. Le accuse erano di aver detenuto 43 grammi di hashish destinati allo spaccio e di aver coltivato una pianta di marijuana. La difesa, non accettando la conferma della condanna, proponeva ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Difesa

L’imputato basava il suo ricorso su tre principali censure:
1. Errore procedurale: Si contestava un’erronea applicazione dell’art. 603 del codice di procedura penale riguardo all’acquisizione di una perizia sulla sostanza stupefacente.
2. Vizio di motivazione sulla responsabilità: La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere provata la piena disponibilità dell’immobile di campagna dove erano state rinvenute le sostanze. Secondo il ricorrente, la motivazione su questo punto era carente.
3. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze che avrebbero potuto portare a una riduzione della pena.

La Decisione della Corte: Un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi e li ha ritenuti tutti inammissibili, confermando di fatto la condanna. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la netta distinzione tra il giudizio di merito (primo grado e appello) e il giudizio di legittimità (Cassazione).

Analisi delle Censure sulla Responsabilità e il Trattamento Sanzionatorio

La Corte ha chiarito che i motivi relativi alla valutazione della responsabilità e al trattamento sanzionatorio non potevano essere accolti. Essi, infatti, non denunciavano un vero vizio di legge, ma tentavano di sollecitare una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma solo verificare che il loro ragionamento sia logico, coerente e privo di vizi giuridici.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato punto per punto perché il ricorso inammissibile non potesse trovare accoglimento.

In primo luogo, la censura procedurale è stata ritenuta manifestamente infondata, poiché la perizia era stata correttamente acquisita agli atti prima dell’ammissione al rito abbreviato.

In secondo luogo, e più significativamente, la Corte ha ribadito che la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove sono di competenza esclusiva dei giudici di merito. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione precisa e circostanziata sulla disponibilità dell’immobile da parte dell’imputato (appartenente alla moglie, con suo libero accesso), basandosi sulle risultanze processuali. Tale valutazione, essendo logica e non contraddittoria, è insindacabile in Cassazione.

Infine, anche la decisione di non concedere le attenuanti generiche è stata considerata ben motivata. La Corte territoriale aveva correttamente fatto riferimento alla “concreta offensività della condotta” che, pur non essendo allarmante, non poteva considerarsi minimale. I giudici hanno ritenuto che un’ulteriore riduzione della pena l’avrebbe privata della sua necessaria efficacia dissuasiva e specialpreventiva, fornendo così una motivazione esente da vizi logico-giuridici.

Conclusioni

Questa ordinanza è un’importante conferma dei limiti del giudizio in Cassazione. Non si può utilizzare il ricorso di legittimità per tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti o delle prove. La Suprema Corte ha il compito di garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali, non di riscrivere la storia di un processo. La decisione sottolinea che, se la motivazione dei giudici di merito è congrua, esauriente e logicamente coerente, le loro conclusioni in punto di fatto e di valutazione della pena sono definitive e non possono essere messe in discussione.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove fatta dal giudice di primo e secondo grado?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o i fatti del processo. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso è inammissibile se cerca di ottenere una nuova valutazione del merito.

Perché non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche?
La Corte d’Appello ha negato le attenuanti generiche con una motivazione ritenuta adeguata. Ha considerato che la concreta offensività della condotta, data la quantità di sostanza, non fosse minimale e che un’ulteriore diminuzione della pena l’avrebbe resa priva di efficacia dissuasiva e preventiva.

Quali sono i limiti di un ricorso in Cassazione in materia penale?
Il ricorso in Cassazione è un giudizio di legittimità, non un terzo grado di merito. I motivi di ricorso sono limitati (numerus clausus) a questioni di violazione di legge o vizi della motivazione (come illogicità manifesta o contraddittorietà), non potendo riguardare una riconsiderazione dei fatti accertati nei gradi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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