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Ricorso inammissibile: specificità dei motivi in Cassazione

Un individuo, posto in custodia cautelare per presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi addotti sono stati ritenuti generici e assertivi, non riuscendo a contestare in modo specifico le argomentazioni della decisione impugnata. La sentenza sottolinea il principio fondamentale della specificità dei motivi di ricorso come requisito essenziale per la sua ammissibilità.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 44052 del 2024, ha ribadito un principio cardine del nostro sistema processuale: la necessità di presentare motivi di ricorso specifici e dettagliati. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma può comportare anche conseguenze economiche per chi lo propone. Il caso in esame riguarda un individuo sottoposto a custodia cautelare in carcere per gravi indizi di colpevolezza legati a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

I Fatti del Caso

Il Tribunale del Riesame aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP nei confronti di un soggetto. La misura era stata disposta sulla base di gravi indizi legati alla partecipazione a un’associazione criminale dedita al traffico di droga, un reato previsto dall’art. 74 del DPR 309/90. Contro questa decisione, la difesa dell’indagato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di violazione di legge e di motivazione.

I Motivi del Ricorso

La difesa ha articolato il ricorso su due principali doglianze:

1. Violazione di legge e mancanza di un quadro indiziario solido: Si sosteneva che non ci fossero elementi sufficienti a delineare i contorni dell’associazione criminale. Secondo il ricorrente, le prove si basavano su mere supposizioni degli inquirenti, senza conversazioni dirette con altri indagati, sequestri di droga o una contabilità del gruppo che ne dimostrassero l’operatività.
2. Mancanza di esigenze cautelari: La difesa contestava la concretezza e l’attualità delle esigenze cautelari, evidenziando il lungo tempo trascorso dai fatti (circa tre anni). Si lamentava che il Tribunale avesse applicato in modo automatico la presunzione di pericolosità prevista dalla legge (art. 275, comma 3, c.p.p.), senza valutare elementi a favore dell’indagato, come la sua disponibilità a trasferirsi lontano dal luogo di residenza.

L’analisi della Cassazione sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambe le censure, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla manifesta genericità e assertività dei motivi presentati.

La Genericità del Primo Motivo

Riguardo alla presunta mancanza di prove sull’associazione criminale, la Corte ha osservato che il ricorrente si è limitato a una “congerie di richiami giurisprudenziali” senza calarli nel caso concreto. In altre parole, la difesa non ha individuato specifici passaggi della motivazione del Tribunale da criticare, né ha spiegato perché le argomentazioni dei giudici di merito fossero errate. Un ricorso efficace non può limitarsi a enunciare principi di diritto, ma deve dialogare criticamente con la decisione impugnata, evidenziandone le falle logiche o giuridiche.

L’Inconsistenza del Secondo Motivo, causa del ricorso inammissibile

Anche il secondo motivo, relativo alle esigenze cautelari, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha sottolineato che il Tribunale del Riesame aveva fornito una motivazione organica e congrua, valorizzando correttamente la presunzione di pericolosità. Le critiche del ricorrente sono state liquidate come “mere asserzioni” prive di fondamento. Ad esempio, lamentare un travisamento delle prove senza specificare quali elementi siano stati interpretati erroneamente e perché, equivale a una censura generica che non può trovare accoglimento in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ribadito che i motivi di ricorso per Cassazione sono inammissibili non solo quando sono intrinsecamente indeterminati, ma anche quando manca una necessaria correlazione con le ragioni poste a fondamento del provvedimento impugnato. L’appellante ha l’onere di indicare, in modo chiaro e preciso, gli elementi di fatto e di diritto che sostengono le sue censure. In questo caso, il ricorrente ha ignorato le argomentazioni del Tribunale, proponendo critiche astratte e non pertinenti al caso specifico. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende, in quanto non è emersa alcuna prova che il ricorso fosse stato presentato senza colpa.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nell’Impugnazione

Questa sentenza è un monito fondamentale per la pratica legale: la specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione. Per contestare efficacemente una decisione giudiziaria, è indispensabile un’analisi critica e puntuale della sua motivazione. Affermazioni generiche e richiami astratti alla giurisprudenza non sono sufficienti a superare il vaglio di ammissibilità della Corte di Cassazione. La decisione evidenzia come un approccio superficiale all’impugnazione non solo sia destinato all’insuccesso, ma comporti anche un onere economico per l’assistito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, assertivi e privi di una correlazione specifica con le argomentazioni della decisione impugnata. La difesa non ha individuato e criticato puntualmente i passaggi motivazionali del provvedimento del Tribunale del Riesame.

Cosa intende la Corte per ‘specificità dei motivi’ di un ricorso?
Per ‘specificità dei motivi’, la Corte intende l’onere per il ricorrente di non solo enunciare le censure, ma anche di indicare in modo chiaro e preciso gli elementi di fatto e di diritto che le sostengono, confrontandosi criticamente con la motivazione del provvedimento che si intende impugnare.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto del ricorso, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro (3.000 euro) in favore della Cassa delle Ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nella proposizione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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