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Ricorso inammissibile: spaccio e prove evidenti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché ripropone censure già respinte in appello. La detenzione di 77 grammi di eroina, un bilancino di precisione, bustine e denaro contante da parte di un soggetto già agli arresti domiciliari costituisce, secondo i giudici, una prova inequivocabile della destinazione della sostanza allo spaccio, rendendo il ricorso palesemente infondato e meramente riproduttivo delle precedenti argomentazioni difensive.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile per spaccio: quando le prove sono schiaccianti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia processuale: un ricorso inammissibile è quello che si limita a riproporre le stesse lamentele già esaminate e respinte, senza attaccare con argomenti nuovi e pertinenti la logicità della sentenza impugnata. Il caso in esame riguarda un soggetto condannato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, la cui difesa è stata ritenuta palesemente infondata di fronte a un quadro probatorio inequivocabile.

I Fatti: Il ritrovamento di droga e materiale per il confezionamento

La vicenda trae origine da un controllo effettuato presso l’abitazione di un uomo che si trovava già in regime di arresti domiciliari per un’altra causa. Durante la perquisizione, le forze dell’ordine hanno rinvenuto, nascosti nella tasca della sua tuta, diversi involucri contenenti eroina. Nello specifico, si trattava di tre contenitori di plastica a forma di uovo e altri due pezzi avvolti in cellophane, per un peso complessivo di 77 grammi.

L’indagine ha rivelato che da tale quantitativo si sarebbero potute ricavare ben 24 dosi. Ma gli elementi a carico dell’imputato non finivano qui. In una cassettiera della sua abitazione sono stati trovati ulteriori oggetti, tutti altamente indicativi di un’attività di spaccio: un portafoglio con 180 euro in banconote di vario taglio, un bilancino di precisione e otto bustine di plastica vuote con chiusura a pressione, tipicamente usate per il confezionamento delle dosi.

La Decisione della Corte: le ragioni di un Ricorso Inammissibile

Di fronte a questo scenario, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano concluso per la colpevolezza dell’imputato, ritenendo che la totalità degli elementi raccolti dimostrasse senza ombra di dubbio che la droga fosse destinata alla vendita e non a un uso personale. L’imputato ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando la sussistenza del reato.

La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato come l’atto di impugnazione fosse ‘meramente riproduttivo’ di censure già adeguatamente vagliate e respinte dalla Corte di merito. La difesa, in sostanza, non ha introdotto nuovi profili di illegittimità della sentenza, ma si è limitata a ripetere argomenti già sconfessati in appello.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha chiarito che il proprio ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione ‘immune da profili di illogicità manifesta’, basando la condanna su una valutazione congiunta e coerente di tutti gli indizi.

Il rinvenimento non solo della sostanza, ma anche del bilancino, delle bustine e del denaro contante, ha costituito un quadro probatorio così solido da rendere evidente la finalità di spaccio. La Cassazione ha quindi confermato che, in presenza di una motivazione logica e ben argomentata da parte del giudice di merito, non è possibile mettere in discussione la valutazione dei fatti in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è stata la condanna del ricorrente, non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una sanzione pecuniaria di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione, prevista dall’articolo 616 del codice di procedura penale, viene applicata quando non si ravvisa un’assenza di colpa nel determinare la causa di inammissibilità, ovvero quando si propone un ricorso palesemente infondato. La decisione, pertanto, funge da monito sull’importanza di presentare ricorsi solidamente argomentati in punto di diritto, evitando di intasare la giustizia con impugnazioni dilatorie o prive di reale fondamento giuridico.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è meramente riproduttivo di motivi già esaminati e respinti nei gradi di merito, senza addurre nuove e pertinenti critiche giuridiche alla sentenza impugnata, oppure quando le censure sono manifestamente infondate.

Quali elementi oggettivi provano la destinazione allo spaccio di sostanze stupefacenti?
Secondo la sentenza, la destinazione allo spaccio è provata dalla valutazione complessiva di più elementi, quali la quantità della sostanza (in questo caso, 77 grammi di eroina per 24 dosi), il ritrovamento di un bilancino di precisione, di bustine vuote per il confezionamento e di denaro contante in banconote di piccolo taglio.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna definitiva del ricorrente, il quale è tenuto a pagare le spese del procedimento e a versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, in questo caso quantificata in 3.000 euro, per aver promosso un’impugnazione priva dei necessari requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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