LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: spaccio e pena sospesa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di lieve entità. I motivi del ricorso, incentrati sulla mancata concessione della pena sospesa e delle attenuanti generiche, sono stati giudicati ripetitivi e volti a un riesame del merito non consentito in sede di legittimità. La decisione della Corte d’Appello è stata ritenuta ben motivata, data la personalità dell’imputato e i suoi precedenti specifici, che indicavano un concreto rischio di recidiva. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione chiude la porta a un riesame del merito

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come la Corte di Cassazione affronti i ricorsi che, di fatto, tentano di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. In questo caso, il tema centrale è il ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per spaccio di lieve entità. La decisione sottolinea i limiti del sindacato di legittimità e riafferma la discrezionalità del giudice di merito nella valutazione di benefici come la sospensione condizionale della pena e le attenuanti generiche, se la sua decisione è logicamente motivata.

I fatti del caso

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per un reato legato allo spaccio di sostanze stupefacenti (previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990), ha presentato ricorso per cassazione. I motivi dell’impugnazione si concentravano su due aspetti principali: la mancata applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena e il diniego delle circostanze attenuanti generiche. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non aveva valutato correttamente questi elementi, limitandosi a una decisione non supportata da argomentazioni sufficienti.

La decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione fondamentale risiede nel fatto che i motivi presentati non erano altro che una riproposizione di censure già esaminate e respinte con argomentazioni corrette e logiche dal giudice d’appello. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o l’apprezzamento delle prove, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione della sentenza impugnata.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la valutazione sulla concessione della pena sospesa e delle attenuanti generiche rientra nell’apprezzamento esclusivo del giudice di merito. Tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità se, come nel caso di specie, è sorretta da una motivazione esauriente e logica.

Il giudice d’appello aveva correttamente considerato le concrete modalità del fatto – un “classico episodio di spaccio” – e, soprattutto, l’assenza di elementi positivi sulla personalità dell’imputato. Anzi, la presenza di precedenti condanne per un reato analogo ha costituito un elemento decisivo. Questo fattore, unito alla mancanza di segnali di una rielaborazione critica del proprio comportamento illecito, ha portato il giudice a formulare un giudizio prognostico negativo sulla futura condotta dell’imputato, ritenendo probabile la commissione di nuovi reati. Di conseguenza, il diniego dei benefici richiesti è stato considerato pienamente giustificato.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio. Quando i motivi di ricorso si limitano a criticare l’apprezzamento dei fatti operato dai giudici di merito, senza individuare vizi di legittimità (come violazioni di legge o manifesta illogicità della motivazione), il risultato è la dichiarazione di ricorso inammissibile. La decisione comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Suprema Corte con motivi non consentiti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati erano una semplice riproposizione di censure già respinte dal giudice d’appello con motivazioni logiche e corrette. Il ricorso mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.

Su quale base il giudice ha negato la sospensione condizionale della pena?
Il diniego si è basato su una valutazione negativa della personalità dell’imputato, supportata dalla presenza di precedenti condanne per reati simili. Ciò ha portato a ritenere probabile che l’imputato avrebbe commesso altri reati in futuro.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati