LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: se reitera motivi già respinti

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in materia di stupefacenti. La decisione si fonda sul fatto che l’imputato ha semplicemente riproposto i medesimi motivi già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, rendendo l’impugnazione non specifica e solo apparente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Reiterazione dei Motivi d’Appello

Nel processo penale, l’impugnazione è uno strumento fondamentale per garantire il diritto di difesa. Tuttavia, per essere efficace, deve rispettare precisi requisiti di forma e sostanza. Un esempio emblematico è il caso del ricorso inammissibile, una situazione in cui l’atto di impugnazione non supera il vaglio preliminare della Corte e non viene esaminato nel merito. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di quando e perché ciò accade, in particolare quando i motivi del ricorso sono una mera ripetizione di argomentazioni già respinte.

Il Percorso Giudiziario del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato da parte del Tribunale di Messina. La Corte d’Appello, successivamente, ha parzialmente riformato la sentenza, riqualificando il reato contestato come fattispecie di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990) e rideterminando la pena. Nonostante la riqualificazione più favorevole, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, contestando l’accertamento della sua responsabilità penale.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stroncato sul nascere le doglianze del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di tale drastica decisione non risiede in un’analisi del merito delle accuse, ma in un vizio procedurale fondamentale dell’atto di impugnazione stesso. La Suprema Corte ha ritenuto il motivo di ricorso manifestamente infondato, poiché si limitava a una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già presentati e puntualmente rigettati dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato non ha introdotto nuove e specifiche critiche alla sentenza di secondo grado, ma ha semplicemente ‘copiato e incollato’ le argomentazioni precedenti.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità. Un ricorso per Cassazione, per essere considerato ‘specifico’, deve assolvere alla sua funzione tipica: quella di una critica argomentata e mirata contro la decisione impugnata. Se il ricorso si limita a riproporre le stesse questioni già vagliate e motivatamente respinte dal giudice del grado precedente, senza confrontarsi con le ragioni esposte nella sentenza d’appello, esso perde la sua specificità e diventa ‘soltanto apparente’.

La Corte richiama esplicitamente una precedente pronuncia (Sez. 6, n. 20377 del 11/03/2009), secondo cui un ricorso di questo tipo omette di assolvere la funzione di critica argomentata. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Le conseguenze per il ricorrente non sono state solo il rigetto della sua istanza, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. Non è sufficiente essere in disaccordo con una decisione per presentare un ricorso valido. È indispensabile che l’atto di impugnazione sviluppi una critica puntuale, specifica e argomentata, confrontandosi direttamente con le motivazioni della sentenza che si intende contestare. La semplice riproposizione di vecchi argomenti non solo è destinata all’insuccesso, ma comporta anche ulteriori oneri economici. La specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione, che richiede un confronto critico e costruttivo tra le parti e il giudice.

Quando un ricorso per Cassazione viene considerato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando risulta manifestamente infondato perché consiste in una semplice e letterale reiterazione di motivi già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio, senza offrire una critica specifica e argomentata alla sentenza impugnata.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘soltanto apparente’?
Significa che il motivo, pur essendo formalmente presentato, non adempie alla sua funzione essenziale di critica ragionata contro la decisione del giudice. È ‘apparente’ perché non si confronta con le motivazioni della sentenza che contesta, ma si limita a riproporre argomenti già disattesi.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Le conseguenze per il ricorrente sono duplici: in primo luogo, il ricorso non viene esaminato nel merito. In secondo luogo, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati