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Ricorso inammissibile se la querela è presente

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una sentenza di patteggiamento per furto pluriaggravato. L’imputata sosteneva l’improcedibilità per mancanza di querela, ma la Corte ha accertato che la querela era regolarmente presente agli atti, rendendo il motivo di ricorso manifestamente infondato e condannando la ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Querela C’è, l’Appello Non Regge

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: un ricorso basato su presupposti fattuali errati è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile. Il caso in esame riguarda un appello fondato sulla presunta assenza della querela, condizione di procedibilità per il reato contestato. Tuttavia, un’attenta analisi degli atti ha rivelato una realtà ben diversa, portando a una condanna per la ricorrente.

I Fatti del Caso: Un Appello Basato su un Presupposto Errato

La vicenda giudiziaria ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa nel 2014 dal Tribunale per il reato di furto pluriaggravato. A distanza di quasi un decennio, l’imputata decideva di presentare ricorso per Cassazione, sostenendo una tesi apparentemente decisiva: l’improcedibilità dell’azione penale a suo carico per difetto di querela. Secondo la difesa, mancava l’atto fondamentale con cui le persone offese avrebbero dovuto chiedere la punizione del colpevole.

Una questione preliminare: la tardività del ricorso

Prima di entrare nel merito, la Corte ha affrontato una questione procedurale interessante. Poiché la sentenza originale del 2014 non era stata redatta con motivazione contestuale, era necessario notificare l’avviso di deposito alle parti per far decorrere i termini per l’impugnazione. La comunicazione presente agli atti riportava una data palesemente errata (28 febbraio 2029), rendendo impossibile per la Corte stabilire con certezza se il ricorso, proposto nel 2023, fosse tardivo. Tuttavia, la manifesta infondatezza del motivo ha permesso di superare questo ostacolo.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte Suprema ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’evidenza documentale inconfutabile che smontava completamente la tesi difensiva. Nonostante le difficoltà nel determinare la tempestività dell’appello, la palese inconsistenza del motivo sollevato ha consentito ai giudici di chiudere il caso senza necessità di un’udienza formale, applicando la procedura semplificata prevista dal codice.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è lineare e perentoria. La doglianza relativa alla mancanza di querela è stata definita ‘manifestamente infondata’. Contrariamente a quanto sostenuto dalla ricorrente, agli atti del processo era presente una querela regolarmente sporta dalle persone offese in data 27 marzo 2012. In tale atto, le vittime avevano chiesto espressamente la ‘punizione dei colpevoli’, soddisfacendo pienamente il requisito di procedibilità richiesto dalla legge.

Questa constatazione ha reso il motivo di ricorso del tutto privo di fondamento. Di conseguenza, la Corte ha applicato l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che prevede la dichiarazione di inammissibilità per i ricorsi che presentano vizi evidenti. Oltre a respingere l’appello, la Corte ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione prevista per scoraggiare impugnazioni pretestuose e defatigatorie.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un importante monito: la verifica diligente degli atti processuali è un prerequisito essenziale prima di intraprendere qualsiasi impugnazione. Presentare un ricorso basato su affermazioni fattuali non verificate o facilmente smentibili dalla documentazione processuale non solo è inutile, ma è anche controproducente. La dichiarazione di ricorso inammissibile per manifesta infondatezza comporta, infatti, conseguenze economiche significative per il ricorrente, agendo come deterrente contro l’abuso dello strumento processuale. La giustizia, come dimostra questo caso, si basa su fatti concreti e non su mere supposizioni.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile senza un’udienza formale?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610 comma 5-bis cod. proc. pen., quando i motivi sono manifestamente infondati, come nel caso in cui la doglianza sia palesemente smentita dagli atti processuali.

Cosa succede se si presenta un ricorso basato sull’errata affermazione che manchi la querela?
Se la Corte accerta che la querela è regolarmente presente agli atti, il ricorso viene dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Qual era l’elemento decisivo che ha reso il ricorso infondato in questo caso?
L’elemento decisivo è stata la presenza agli atti della querela, sporta dalle persone offese il 27 marzo 2012, nella quale veniva espressamente richiesta la ‘punizione dei colpevoli’. Questo documento ha contraddetto in modo inequivocabile il presupposto su cui si basava l’intero ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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