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Ricorso inammissibile se generico: la Cassazione

Un soggetto, condannato per detenzione ai fini di spaccio di 21 grammi di cocaina, ha visto la sua condanna confermata in appello. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo ricorso inammissibile perché si limitava a ripetere gli stessi motivi del precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza d’appello. La Corte ha sottolineato che la quantità della sostanza, le circostanze e il modus operandi consolidato giustificavano l’esclusione della fattispecie di lieve entità.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Divieto di Appelli “Fotocopia”

Presentare un ricorso in Cassazione richiede specificità e un’analisi critica della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile è spesso il risultato di una strategia difensiva che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello. Con l’ordinanza n. 6955/2024, la Suprema Corte ribadisce questo principio fondamentale, offrendo un chiaro monito sulla necessità di formulare motivi di ricorso nuovi e pertinenti. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Caso

Il procedimento ha origine dalla condanna di un individuo da parte del Tribunale per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, l’imputato era stato trovato in possesso di 50 involucri di cocaina per un peso complessivo di 21 grammi. All’esito del giudizio con rito abbreviato, gli erano state concesse le attenuanti generiche prevalenti sulla recidiva, con una condanna finale a due anni e otto mesi di reclusione e 12.000 Euro di multa.

La sentenza veniva confermata dalla Corte d’Appello di Roma. La difesa, non soddisfatta, decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando l’errata applicazione della legge penale e un vizio di motivazione. L’argomento centrale era il mancato riconoscimento della fattispecie di lieve entità, prevista dal comma 5 dell’art. 73 del d.p.r. 309/1990, che avrebbe comportato una pena significativamente più mite.

La Decisione della Cassazione: Quando un Ricorso è Inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un punto cruciale della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso. Secondo i giudici di legittimità, l’atto presentato dalla difesa non faceva altro che reiterare la stessa doglianza già proposta e rigettata dalla Corte d’Appello.

L’imputato, attraverso il suo difensore, si era limitato a riproporre la richiesta di derubricazione del reato in fatto di lieve entità, senza però confrontarsi criticamente con le argomentazioni con cui la Corte d’Appello aveva motivato il suo diniego. Questo approccio rende il ricorso generico e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione è netta e si allinea a un orientamento giurisprudenziale consolidato. La Corte d’Appello aveva puntualmente e logicamente spiegato perché il fatto non potesse essere considerato di lieve entità. Aveva valorizzato:
1. Il dato quantitativo: 21 grammi di cocaina, suddivisi in 50 dosi, non sono una quantità trascurabile.
2. Le circostanze dell’azione: Le modalità concrete della detenzione e cessione.
3. Il collaudato modus operandi: L’imputato era stato identificato come un “pusher” stabilmente inserito in una delle più importanti piazze di spaccio della capitale.

Questi elementi, nel loro insieme, delineavano un quadro di non scarsa offensività, incompatibile con la fattispecie attenuata. Il ricorso in Cassazione, ignorando questa analisi dettagliata e riproponendo la stessa questione in modo astratto, ha dimostrato di non possedere la specificità richiesta dall’art. 606 cod. proc. pen. La Suprema Corte ha richiamato un suo precedente (Cass. n. 27816/2019), secondo cui è inammissibile il ricorso che “riproduce e reitera gli stessi motivi prospettati con l’atto di appello e motivatamente respinti in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con gli argomenti utilizzati nel provvedimento impugnato”.

Le Conclusioni

La pronuncia in esame ha importanti implicazioni pratiche. Essa riafferma che il giudizio di cassazione non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione delle sentenze precedenti. Per accedere a questo giudizio, non è sufficiente lamentare un presunto errore, ma è necessario dimostrare in modo specifico e critico dove risieda la violazione di legge o il vizio logico nella decisione impugnata. Un ricorso “fotocopia” dell’atto di appello è destinato a essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando si limita a riprodurre e reiterare gli stessi motivi già presentati e motivatamente respinti in appello, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza di secondo grado.

Quali elementi distinguono lo spaccio di lieve entità (comma 5) da quello ordinario (comma 1) secondo i giudici in questo caso?
I giudici hanno escluso la lieve entità basandosi su una valutazione complessiva che includeva il dato quantitativo (21 grammi di cocaina in 50 involucri), le circostanze dell’azione e il “collaudato modus operandi” dell’imputato, che indicava un suo inserimento organico in una piazza di spaccio importante.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 Euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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