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Ricorso inammissibile: rilettura dei fatti negata

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso costituivano un tentativo di ri-valutare i fatti già accertati in appello, un’attività preclusa al giudice di legittimità. La condanna originale si basava su prove solide, come le testimonianze concordanti degli acquirenti e il tenore delle intercettazioni, ritenute sufficienti a sostenere la decisione della Corte d’Appello, rendendo il ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti del suo giudizio

Con l’ordinanza n. 8477/2024, la Corte di Cassazione affronta un caso emblematico, definendo chiaramente i confini del proprio operato e spiegando perché un ricorso inammissibile non possa trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. La vicenda riguarda un imputato condannato per spaccio di sostanze stupefacenti, la cui difesa ha tentato di rimettere in discussione l’intera ricostruzione dei fatti davanti alla Suprema Corte, ottenendo però una netta chiusura.

I Fatti del Caso e la Condanna nei Gradi di Merito

L’imputato era stato ritenuto responsabile del reato di spaccio di cocaina, come previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90. La sua colpevolezza era stata affermata sia in primo grado che in appello. La decisione dei giudici di merito si fondava su un quadro probatorio solido: una pluralità di acquirenti aveva riconosciuto e indicato l’imputato come il loro fornitore abituale. A rafforzare queste testimonianze vi erano i contenuti delle conversazioni telefoniche registrate sull’utenza in uso all’imputato, che confermavano la natura illecita delle sue attività.

L’Appello e il ricorso inammissibile in Cassazione

Nonostante la doppia condanna, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una presunta “manifesta illogicità, contraddittorietà e carenza di motivazione” della sentenza d’appello. In sostanza, si contestava il modo in cui i giudici avevano valutato le prove e ricostruito la vicenda. Tuttavia, la Suprema Corte ha rapidamente identificato la vera natura del ricorso: non una critica a vizi di legge, ma un tentativo di ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti. Questo ha portato la Corte a dichiarare il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha spiegato che la sentenza impugnata era supportata da un apparato argomentativo logico, coerente e completo. I giudici d’appello avevano meticolosamente ripercorso le risultanze processuali, evidenziando come le dichiarazioni degli assuntori fossero concordi e attendibili, e come il contenuto delle intercettazioni corroborasse tale quadro. La Corte ha sottolineato che la mancata trascrizione di specifiche conversazioni nella sentenza non ne inficiava il costrutto logico, basato su elementi univoci come l’accertato utilizzo del telefono da parte dell’imputato e il riconoscimento operato dai testimoni.

Il punto centrale della decisione, richiamando un principio consolidato (Sez. U, n. 6402/1997), è che la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è quello di effettuare una “rilettura” degli elementi di fatto per verificare se si possa giungere a una conclusione diversa e più favorevole all’imputato. Un’operazione del genere è riservata esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. Il ricorso che si limita a prospettare una diversa interpretazione delle prove, senza individuare un reale vizio logico o giuridico nella motivazione del giudice precedente, è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni

La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di Cassazione non è una terza istanza dove poter ridiscutere l’intera vicenda. Per accedere alla Suprema Corte, è necessario che il ricorso evidenzi specifici errori di diritto o vizi di motivazione così gravi da rendere la sentenza illogica o contraddittoria. Proporre una semplice ricostruzione alternativa dei fatti equivale a chiedere alla Corte di svolgere un compito che non le compete, con la conseguenza inevitabile della dichiarazione di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di denunciare vizi di legge, si limitava a proporre una diversa ricostruzione dei fatti già valutati dalla Corte d’Appello, un’attività che esula dai poteri della Corte di Cassazione.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un processo penale?
La Corte di Cassazione agisce come giudice di legittimità. Il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove e i fatti (come farebbe un giudice di primo o secondo grado), ma solo di verificare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente nella sentenza impugnata.

Su quali elementi si basava la condanna confermata in appello?
La condanna si basava su prove ritenute solide e coerenti: le dichiarazioni di una pluralità di acquirenti che riconoscevano l’imputato come loro fornitore e il contenuto delle conversazioni telefoniche registrate che confermavano l’attività di spaccio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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