Ricorso Inammissibile per Riciclaggio: Quando i Motivi sono una Semplice Ripetizione
Quando si impugna una sentenza di condanna, specialmente per reati gravi come il riciclaggio, il ricorso in Cassazione deve rispettare requisiti rigorosi. Un recente provvedimento della Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la semplice riproposizione dei motivi già discussi e respinti in appello rende il ricorso inammissibile per riciclaggio. Analizziamo insieme questa ordinanza per capire le ragioni di tale decisione e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato di riciclaggio, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Le sue doglianze si basavano su diversi punti:
*   Vizio di motivazione e violazione di legge: contestava la carenza di prova sull’elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevolezza della provenienza illecita del denaro.
*   Errata qualificazione giuridica: sosteneva che i fatti, se mai, avrebbero dovuto essere inquadrati nel reato meno grave di favoreggiamento.
*   Diniego delle circostanze attenuanti generiche: lamentava il mancato riconoscimento di elementi che avrebbero potuto portare a una riduzione della pena.
In sostanza, la difesa chiedeva alla Cassazione una nuova valutazione del materiale probatorio che aveva già portato alla condanna nei precedenti gradi di giudizio.
L’Analisi della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile per riciclaggio
La Corte di Cassazione, nell’esaminare il caso, ha adottato una prospettiva prettamente procedurale, senza entrare nel merito delle prove. I giudici hanno rilevato che tutti i motivi presentati dal ricorrente non erano altro che una “pedissequa reiterazione” di quelli già dedotti davanti alla Corte d’Appello.
Il ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la logica e la coerenza della sentenza di secondo grado. Di conseguenza, il ricorso è stato considerato “soltanto apparente”, poiché ometteva di svolgere la sua funzione tipica: quella di contestare in punto di diritto la decisione impugnata.
Le Motivazioni della Decisione
La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sul ruolo che le è proprio: quello di giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti e le prove, come farebbe un tribunale o una corte d’appello, ma di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge.
Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata che metta in luce vizi logici o violazioni di legge presenti nella motivazione della sentenza impugnata. Ripetere semplicemente le stesse obiezioni, sperando in una diversa lettura del compendio istruttorio, non è sufficiente. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, aveva già esaminato in modo esauriente tutti i punti, fornendo una motivazione coerente, logica e conseguente, basata sui dati probatori, sulla normativa e sulla consolidata giurisprudenza. Pertanto, in assenza di nuove e specifiche censure, il ricorso inammissibile per riciclaggio è stato l’esito inevitabile.
Conclusioni: L’Importanza di una Critica Argomentata nel Ricorso
Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. La redazione del ricorso non può essere una semplice riproposizione dei motivi d’appello. È necessario un lavoro di analisi approfondita della sentenza di secondo grado per individuarne le specifiche falle logico-giuridiche. In mancanza di tale sforzo critico, il ricorso è destinato all’inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.
 
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché era una ‘pedissequa reiterazione’, ovvero una semplice e acritica ripetizione dei motivi già presentati e respinti dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata.
Qual era la principale richiesta del ricorrente alla Cassazione?
Il ricorrente chiedeva una rilettura del compendio probatorio, contestando la prova dell’elemento soggettivo del riciclaggio e proponendo una diversa qualificazione giuridica del fatto come favoreggiamento, oltre a richiedere le attenuanti generiche.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5765 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7   Num. 5765  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 05/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME NOME MELICUCCO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/02/2023 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
Letta la memoria dell’AVV_NOTAIO per il ricorrente;
ritenuto che i due motivi di ricorso, che contestano il vizio motivazionale e la violazione della legge penale in relazione agli artt. 648-bis, 379 e 62-bis cod. pen. per carenza di prova dell’elemento soggettivo del reato di riciclaggio, erronea qualificazione giuridica del fatto (in luogo della più tenue fattispecie d favoreggiamento) e diniego di concessione delle circostanze attenuanti generiche, si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello, fondati su una rilettura del compendio istruttorio e puntualmente disattesi dalla corte di merito con congrua motivazione, risultando pertanto soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critica argomentata avverso le argomentazioni conformi dei giudici di merito (si vedano, in particolare, pagg. 48 della sentenza impugnata, con la motivazione coerente, logica e conseguente all’esauriente disamina dei dati probatori, al dato normativo e a consolidata giurisprudenza di legittimità);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 05/12/2023
Il Consigliere Estensore