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Ricorso inammissibile ricettazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputate condannate per ricettazione. L’ordinanza sottolinea che un ricorso inammissibile ricettazione preclude la possibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata dopo la sentenza d’appello e ribadisce i limiti del giudizio di legittimità, che non può riesaminare i fatti.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Ricettazione: la Cassazione fissa i paletti

Con l’ordinanza n. 22386 del 2024, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di ricorso inammissibile ricettazione, fornendo chiarimenti cruciali sui limiti del giudizio di legittimità e sulle conseguenze processuali di un ricorso mal formulato, in particolare riguardo alla prescrizione del reato. La decisione conferma la condanna per due imputate e ribadisce principi consolidati della procedura penale.

I Fatti di Causa

Due donne venivano condannate nei primi due gradi di giudizio per il reato di ricettazione, per aver ricevuto documenti di provenienza illecita. Avverso la sentenza della Corte d’Appello, entrambe proponevano ricorso per Cassazione, sollevando diverse questioni.

Una delle ricorrenti lamentava la mancata assunzione di una prova ritenuta decisiva (l’esame di un coimputato) e un vizio di motivazione sulla sua responsabilità penale. L’altra ricorrente contestava la configurabilità stessa del reato di ricettazione, sostenendo che non fosse stata provata la provenienza dei documenti da un delitto presupposto.

Le ragioni del ricorso inammissibile ricettazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, respingendo tutte le censure mosse dalle imputate. Vediamo i punti salienti del ragionamento dei giudici.

Sulla Richiesta di Nuove Prove in Appello

La Corte ha ricordato che la rinnovazione dell’istruttoria nel giudizio di appello è un istituto di carattere eccezionale. Il giudice può farvi ricorso solo se ritiene, a sua discrezione, di non poter decidere sulla base degli atti già acquisiti. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto completo il materiale probatorio, basandosi sulle risultanze della perquisizione e sulla mancata giustificazione da parte dell’imputata circa il lecito possesso dei documenti. La prova richiesta, quindi, non era considerata “decisiva”.

Sui Limiti del Giudizio di Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La Corte di Cassazione non può sovrapporre la propria valutazione delle prove a quella dei giudici dei gradi precedenti, né può verificare la tenuta logica della sentenza confrontandola con altri possibili modelli di ragionamento. Il suo compito è limitato a verificare la presenza di vizi di legge o di motivazioni palesemente illogiche o contraddittorie, vizi che nel caso in esame non sono stati riscontrati.

La Prescrizione bloccata dal Ricorso Inammissibile

Un aspetto di grande rilevanza pratica riguarda la prescrizione del reato. I giudici hanno calcolato che il termine di prescrizione per la ricettazione sarebbe maturato nel dicembre 2022, quindi dopo la sentenza della Corte d’Appello (settembre 2022) ma prima della decisione della Cassazione. Tuttavia, la Corte ha applicato il principio consolidato secondo cui l’inammissibilità del ricorso preclude la possibilità di rilevare e dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata successivamente alla sentenza impugnata. In sostanza, un ricorso presentato senza i requisiti di legge “cristallizza” la situazione giuridica al momento della sentenza d’appello, impedendo all’imputato di beneficiare del tempo trascorso per il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su principi giurisprudenziali consolidati. In primo luogo, l’autonomia e la completezza del giudizio di merito, la cui valutazione dei fatti è insindacabile in sede di legittimità se sorretta da una motivazione logica e coerente. I giudici di merito avevano adeguatamente spiegato le ragioni della condanna, basandosi su prove concrete come i verbali di sequestro e l’assenza di giustificazioni plausibili da parte delle imputate.

In secondo luogo, la natura eccezionale della rinnovazione probatoria in appello, rimessa alla discrezionalità del giudice. Non si tratta di un diritto dell’imputato, ma di uno strumento attivabile solo quando indispensabile per la decisione.

Infine, e soprattutto, la Corte ha applicato la regola sancita dalle Sezioni Unite secondo cui la declaratoria di inammissibilità del ricorso impedisce di rilevare la prescrizione maturata in un momento successivo. Questa regola mira a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a garantire la stabilità delle decisioni giudiziarie, evitando che ricorsi palesemente infondati possano servire solo a guadagnare tempo per far maturare la prescrizione.

Conclusioni

L’ordinanza in commento offre una lezione importante sulle conseguenze di un ricorso inammissibile ricettazione. Essa evidenzia come la presentazione di un ricorso per Cassazione richieda un’attenta formulazione dei motivi, che devono concentrarsi su vizi di legittimità e non su una mera rilettura dei fatti. Qualsiasi tentativo di trasformare il giudizio di Cassazione in un terzo grado di merito è destinato al fallimento. La conseguenza più grave, come dimostra questo caso, è che l’inammissibilità del ricorso congela la situazione processuale, rendendo irrilevante anche l’eventuale maturazione della prescrizione e rendendo definitiva la condanna.

Quando è possibile chiedere nuove prove nel processo d’appello?
La rinnovazione dell’istruttoria in appello è un istituto eccezionale. Può essere disposta solo se il giudice la ritiene, nella sua discrezionalità, assolutamente indispensabile per poter decidere, poiché il materiale probatorio raccolto in primo grado è considerato incompleto.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti del processo?
No, la Corte di Cassazione non può svolgere una nuova valutazione delle prove o dei fatti. Il suo compito è solo quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, senza sostituire il proprio giudizio a quello dei giudici di merito.

Cosa succede se la prescrizione matura dopo la sentenza d’appello ma il ricorso in Cassazione è inammissibile?
Secondo un principio consolidato, l’inammissibilità del ricorso per Cassazione impedisce di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata dopo la data della sentenza impugnata. Di conseguenza, la condanna diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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