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Ricorso inammissibile ricettazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione. Il ricorso inammissibile per ricettazione è stato causato dalla presentazione di motivi generici, meramente riproduttivi delle doglianze già respinte in appello, e volti a una non consentita rivalutazione dei fatti. La Corte ha ribadito la distinzione tra il delitto di furto e quello di ricettazione.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Ricettazione: Quando i Motivi d’Appello sono Generici

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, affrontando un caso di condanna per ricettazione. La decisione sottolinea un principio fondamentale: per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile ricettazione, i motivi presentati non possono essere una semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti nei gradi precedenti. Devono, invece, confrontarsi criticamente e specificamente con le ragioni della sentenza impugnata.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione, emessa dalla Corte d’appello. L’imputato era stato identificato come il conducente di un’automobile risultata rubata. Contro questa decisione, l’uomo proponeva ricorso per cassazione, basando la sua difesa su diversi punti: l’inattendibilità dell’identificazione effettuata dall’agente di polizia, la mancata applicazione di cause di non punibilità (art. 131-bis c.p.) e di attenuanti (art. 648, comma 4, c.p.), nonché la mancata riqualificazione del fatto nel meno grave reato di furto (art. 624 c.p.).

I Motivi del Ricorso e la loro Genericità

La Corte Suprema ha esaminato i motivi del ricorso, rilevandone una carenza fondamentale. Le argomentazioni presentate dall’imputato non erano altro che una pedissequa ripetizione delle doglianze già sollevate con l’atto di appello. La difesa, infatti, si era limitata a riproporre le stesse questioni senza però ingaggiare un vero e proprio confronto critico con le motivazioni con cui la Corte territoriale le aveva respinte. Questo modo di procedere, secondo la Cassazione, rende i motivi del ricorso non specifici e, di conseguenza, inammissibili.

Ricorso inammissibile ricettazione e la Distinzione con il Furto

Un punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda la richiesta di riqualificare il reato da ricettazione a furto. La Corte di merito aveva correttamente escluso tale possibilità. La Cassazione ha confermato questo orientamento, basandosi su un principio consolidato: l’ingiustificato possesso di un bene rubato, in assenza di altri elementi probatori e, soprattutto, in presenza di un lasso di tempo significativo tra il furto e il ritrovamento, è un elemento che depone a favore del delitto di ricettazione piuttosto che di quello di furto. Per configurare il furto, sarebbe stato necessario fornire indicazioni specifiche sul coinvolgimento diretto dell’imputato nell’azione di sottrazione del bene, indicazioni che nel caso di specie mancavano del tutto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su due pilastri argomentativi. In primo luogo, ha evidenziato come le doglianze fossero ‘meramente riproduttive’ di quelle già esaminate e disattese in appello, senza un effettivo confronto con il ‘decisum’ del giudice di merito. In secondo luogo, ha sottolineato che le critiche relative all’identificazione dell’imputato miravano, in sostanza, a ottenere una nuova valutazione delle prove, un’attività preclusa al giudice di legittimità. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un organo che valuta la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione si conclude con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per la pratica forense: un ricorso per cassazione non può essere un semplice ‘copia e incolla’ dell’atto di appello. È necessario che l’impugnazione contenga critiche specifiche, pertinenti e puntuali contro le argomentazioni della sentenza impugnata, concentrandosi sui vizi di legge o di motivazione, e non sulla speranza di un riesame dei fatti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati erano una mera riproduzione delle doglianze già prospettate e respinte in appello, senza un effettivo confronto critico con le ragioni della decisione impugnata e perché chiedevano una nuova valutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità.

Qual è la differenza tra furto e ricettazione secondo questa ordinanza?
Secondo l’ordinanza, l’ingiustificato possesso di cose sottratte, specialmente se è trascorso un significativo lasso di tempo dalla sottrazione e mancano altri elementi, configura il delitto di ricettazione anziché quello di furto.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove, come l’identificazione di un testimone?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione giudica la corretta applicazione della legge (sindacato di legittimità) e non può procedere a una nuova valutazione delle risultanze probatorie, come la credibilità di un testimone o la certezza di un’identificazione, che è di competenza esclusiva dei giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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