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Ricorso inammissibile: resistenza e concorso persone

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da quattro individui condannati per resistenza collettiva. I motivi, incentrati sulla configurabilità di una scriminante e sul concorso di persone, sono stati ritenuti generici e volti a una non consentita rivalutazione dei fatti. La Corte ha confermato la decisione di merito, che si basava su prove video e fotografiche, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: i Limiti del Giudizio in Cassazione nel Contesto della Resistenza Collettiva

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui confini del giudizio di legittimità, ribadendo come un ricorso inammissibile sia la conseguenza inevitabile di motivi che tentano di trasformare la Corte di Cassazione in un terzo grado di merito. Il caso riguarda quattro persone condannate per reati connessi a uno scontro con le forze dell’ordine, la cui difesa ha tentato, senza successo, di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti già accertata dalla Corte d’Appello.

I Fatti di Causa e i Motivi del Ricorso

Quattro individui proponevano ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino che li aveva condannati. I ricorsi si fondavano principalmente su tre punti:

1. Errata applicazione della scriminante: Si sosteneva l’applicabilità dell’art. 393-bis c.p., che giustifica la reazione a un atto arbitrario del pubblico ufficiale.
2. Violazione delle regole sul concorso di persone: Si contestava la valutazione sulla partecipazione morale dei ricorrenti all’azione delittuosa.
3. Mancata concessione di benefici: Si lamentava l’omessa concessione della sospensione condizionale della pena per un imputato e di un’attenuante per altri due.

In sostanza, la difesa mirava a offrire una ricostruzione alternativa dell’accaduto, mettendo in discussione le modalità dell’azione delle forze dell’ordine e negando la finalità preordinata di arrivare allo scontro fisico.

La Decisione della Corte di Cassazione: il Ricorso è Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può riesaminare le prove (come filmati e fotogrammi) o sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici dei gradi precedenti, a meno che la motivazione di questi ultimi non sia manifestamente illogica o contraddittoria.

I giudici hanno ritenuto i motivi presentati ‘manifestamente infondati’ e ‘generici’, proprio perché si basavano su una ‘difforme ricostruzione del fatto’ che non era consentita in quella sede. Di conseguenza, ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p. in caso di inammissibilità.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte sono chiare e lineari. In primo luogo, riguardo alla scriminante e al concorso di persone, i giudici hanno evidenziato come i ricorsi non si confrontassero con le risultanze istruttorie (filmati e fotogrammi) che, secondo la Corte d’Appello, avevano permesso sia l’identificazione dei soggetti sia l’accertamento delle ‘condotte di supporto morale all’azione oppositiva’. Tentare di negare la ‘volontaria preordinata finalità di pervenire allo scontro fisico’ equivale a una richiesta di rivalutazione del compendio probatorio, inammissibile in sede di legittimità.

Anche le censure relative alla mancata concessione della sospensione condizionale e delle attenuanti sono state respinte come generiche. La Corte ha sottolineato che la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la sua decisione basandosi su elementi concreti come la ‘gravità dei fatti’, i ‘motivi della condotta’ (identificati in una resistenza collettiva con finalità violenta) e i ‘precedenti penali’. Queste valutazioni, essendo prive di vizi logici, non sono sindacabili in Cassazione.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non è un’ulteriore opportunità per discutere come sono andati i fatti. È uno strumento di controllo sulla corretta applicazione delle norme di diritto. Quando i motivi di ricorso si limitano a contrapporre una propria versione dei fatti a quella motivatamente accolta dai giudici di merito, senza individuare vizi logici o giuridici specifici, l’esito non può che essere una declaratoria di inammissibilità. La decisione serve da monito sulla necessità di articolare i ricorsi in Cassazione su questioni di pura legittimità, evitando di sconfinare in un’analisi del merito che non compete alla Suprema Corte.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi sono generici o manifestamente infondati, oppure quando mirano a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, la quale si occupa solo della corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).

Come può essere provato il concorso morale in un reato di resistenza collettiva?
Secondo la decisione, il concorso morale può essere provato attraverso elementi probatori come filmati e fotogrammi che dimostrino condotte di supporto morale all’azione oppositiva diretta contro le forze dell’ordine, anche in assenza di una partecipazione fisica diretta all’atto violento.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, stabilita dalla Corte, a favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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