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Ricorso inammissibile: requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4981/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile per difetto di specificità. I giudici hanno stabilito che i motivi di impugnazione devono contenere un’analisi critica della sentenza contestata e non possono limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni. La Corte ha inoltre chiarito i criteri per la motivazione sulla dosimetria della pena e sul diniego delle attenuanti generiche, confermando la decisione della Corte d’Appello di Torino.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sulla Necessità di Motivi Specifici

Presentare un ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma un atto che richiede precisione, rigore e, soprattutto, specificità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile proprio per la genericità dei motivi addotti. Questa decisione offre spunti fondamentali per comprendere come redigere un’impugnazione efficace e quali errori evitare per non vederla respinta prima ancora di essere esaminata nel merito.

I Fatti del Caso Processuale

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Torino. L’imputato, tramite il suo difensore, aveva sollevato due principali motivi di doglianza: il primo contestava la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, mentre il secondo riguardava il trattamento sanzionatorio, ritenuto eccessivo, e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile in toto. La decisione si fonda sulla constatazione che entrambi i motivi di ricorso erano privi dei requisiti di specificità richiesti dall’articolo 581 del codice di procedura penale, risultando quindi non meritevoli di un esame nel merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni: Analisi sul Ricorso Inammissibile

L’ordinanza della Cassazione è particolarmente interessante perché analizza punto per punto i difetti che hanno portato a qualificare il ricorso inammissibile. La Corte ha offerto chiarimenti preziosi sia sulla critica alla motivazione della sentenza impugnata sia sulla valutazione della pena.

La Genericità del Primo Motivo

Il primo motivo, relativo all’elemento soggettivo del reato, è stato giudicato inammissibile perché non conteneva una necessaria analisi critica delle argomentazioni della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno sottolineato che un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse tesi difensive già presentate e respinte nei gradi di merito. È invece indispensabile che l’impugnazione si confronti direttamente con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone le presunte lacune, contraddizioni o errori logico-giuridici. In altre parole, l’appello deve dimostrare perché la decisione dei giudici di merito sarebbe sbagliata, non semplicemente ribadire che l’imputato è innocente. L’assenza di questa correlazione critica rende il motivo generico e, quindi, inammissibile.

L’Infondatezza del Secondo Motivo

Anche il secondo motivo, incentrato sulla pena e sulle attenuanti, è stato respinto. Per quanto riguarda la dosimetria della pena, la Corte ha ribadito un principio consolidato: il giudice di merito esercita un potere discrezionale che non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e non contraddittoria. Non è necessaria una motivazione analitica e dettagliata per ogni singolo aspetto; espressioni come ‘pena congrua’ o ‘pena equa’ sono sufficienti, specialmente quando la sanzione irrogata è inferiore alla media prevista dalla legge per quel reato.

Relativamente al diniego delle attenuanti generiche, la Cassazione ha precisato che il giudice non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. È sufficiente che motivi la sua decisione facendo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi o, semplicemente, all’assenza di elementi positivi meritevoli di considerazione. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adempiuto a tale onere, rendendo la censura sul punto manifestamente infondata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La decisione in commento rappresenta un monito importante per gli operatori del diritto. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma anche uno spreco di risorse. Per redigere un’impugnazione efficace, è essenziale abbandonare argomentazioni generiche e astratte. Occorre invece ‘smontare’ la sentenza impugnata, pezzo per pezzo, con argomenti giuridici puntuali che ne mettano in luce le specifiche debolezze. Solo un’analisi critica e dialogica con la decisione precedente può superare il vaglio di ammissibilità e avere una concreta possibilità di accoglimento.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico e inammissibile quando non contiene una specifica analisi critica delle argomentazioni della sentenza impugnata. Non è sufficiente riproporre le tesi difensive già esposte, ma è necessario confrontarsi direttamente con la motivazione del giudice precedente, evidenziandone i vizi.

È necessaria una motivazione molto dettagliata per giustificare la misura della pena?
No, non sempre. Secondo la Corte, una motivazione specifica e dettagliata non è necessaria quando viene irrogata una pena inferiore alla media edittale. In tali casi, espressioni sintetiche come ‘pena congrua’ o ‘pena equa’ possono essere sufficienti a giustificare la decisione del giudice.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve esaminare tutti gli elementi a favore dell’imputato?
No, il giudice non è obbligato a considerare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli. Per motivare il diniego delle attenuanti generiche, è sufficiente un congruo riferimento agli elementi negativi ritenuti decisivi oppure alla semplice assenza di elementi positivi rilevanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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