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Ricorso inammissibile: reiterazione motivi appello

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per estorsione in primo e secondo grado. Il ricorso è stato respinto perché i motivi presentati erano una mera ripetizione di quelli già esaminati e motivatamente respinti dalla Corte d’Appello, mancando quindi del requisito di specificità. La Corte ha inoltre ribadito l’impossibilità per la Cassazione di riesaminare il merito delle prove, confermando la condanna e aggiungendo il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna Senza Riesaminare i Fatti

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’Ordinanza n. 2818 del 2024, offre un chiaro esempio di come funziona il giudizio di legittimità e delle ragioni che possono portare a dichiarare un ricorso inammissibile. Il caso riguarda un imputato, già condannato per estorsione in primo grado e in appello, che ha tentato di portare la sua causa davanti alla Suprema Corte. L’esito, tuttavia, ha confermato le decisioni precedenti, cristallizzando la sua responsabilità penale.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di estorsione, emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Messina. L’imputato, non rassegnato alla doppia condanna, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

In primo luogo, lamentava un vizio procedurale: l’omessa citazione presso la sua residenza per il giudizio di primo grado. In secondo luogo, contestava nel merito la sua responsabilità penale per i capi d’imputazione relativi all’estorsione, sostenendo una violazione di legge e un vizio nella motivazione della sentenza d’appello. Chiedeva, in sostanza, una riconsiderazione delle prove e, al più, una derubricazione del reato in uno meno grave.

Analisi del Ricorso Inammissibile da Parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi presentati e li ha ritenuti entrambi infondati, giungendo a una declaratoria di ricorso inammissibile. La decisione si basa su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità.

Per quanto riguarda il primo motivo, relativo al presunto difetto di notifica, i giudici hanno osservato che si trattava di una semplice riproposizione delle stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha sottolineato che un ricorso non può limitarsi a ripetere le censure già esaminate nel grado precedente. Per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata contro la decisione impugnata, dimostrando perché le ragioni dei giudici d’appello sarebbero errate. In assenza di questa specificità, il motivo diventa solo apparente e non assolve alla sua funzione.

Relativamente al secondo motivo, che entrava nel merito della colpevolezza, la Corte ha ribadito un principio cardine del suo ruolo: la Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio sui fatti. Non può sostituire la propria valutazione delle prove (come l’attendibilità dei testimoni o la rilevanza di un documento) a quella compiuta dai giudici di merito. Il suo compito è verificare la correttezza logica e giuridica del ragionamento seguito nella sentenza impugnata. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione esente da vizi logici per giustificare la condanna per estorsione. Pertanto, qualsiasi tentativo di ottenere una diversa lettura delle risultanze processuali è precluso in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la propria giurisprudenza costante. Ha evidenziato che un ricorso è inammissibile quando si limita a una “pedissequa reiterazione” dei motivi già dedotti in appello e motivatamente disattesi. Tali motivi sono considerati “non specifici ma soltanto apparenti” perché non sviluppano una critica puntuale contro la sentenza di secondo grado.

Inoltre, la Corte ha riaffermato la preclusione per il giudice di legittimità non solo di sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici di merito, ma anche di testare la tenuta logica della sentenza attraverso modelli di ragionamento alternativi proposti dalla difesa. Il controllo della Cassazione si limita a verificare l’assenza di palesi illogicità o contraddizioni nella motivazione della sentenza impugnata. Poiché la Corte d’Appello aveva esplicitato in modo logico e coerente le ragioni del suo convincimento, il ricorso non poteva trovare accoglimento.

Conclusioni

La declaratoria di inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna definitiva dell’imputato. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista dalla legge per i casi di inammissibilità del ricorso, al fine di scoraggiare impugnazioni meramente dilatorie o prive di fondamento. La decisione riafferma l’importanza di formulare ricorsi per Cassazione che critichino specificamente la sentenza d’appello su questioni di diritto o vizi logici manifesti, evitando di riproporre questioni di fatto già decise.

Perché un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile se ripete i motivi dell’appello?
Perché il ricorso per Cassazione deve contenere una critica specifica e argomentata contro la sentenza di secondo grado. Se si limita a ripetere le stesse censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, manca del requisito di specificità e non assolve alla sua funzione tipica, risultando quindi inammissibile.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti del processo o sostituire la propria valutazione delle prove a quella dei giudici di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito della ricostruzione fattuale.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende come sanzione per aver proposto un’impugnazione infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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