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Ricorso inammissibile: reddito cittadinanza e colpa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un cittadino condannato per aver percepito illecitamente quasi 20.000 euro di reddito di cittadinanza. La Corte ha ravvisato una colpa del ricorrente nelle cause di inammissibilità, condannandolo al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione si pronuncia sul Reddito di Cittadinanza

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un caso di ricorso inammissibile avverso una condanna per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza. Questa decisione sottolinea le gravi conseguenze procedurali e finanziarie che derivano dalla presentazione di un appello privo dei requisiti di legge, specialmente quando la Corte ravvisa una colpa da parte del ricorrente.

I Fatti del Caso

I fatti alla base della vicenda sono chiari e non contestati nel provvedimento. Un cittadino era stato condannato dalla Corte d’Appello di Torino per aver illecitamente percepito il reddito di cittadinanza. Nello specifico, tra il dicembre 2019 e il gennaio 2021, l’individuo aveva ricevuto somme per un importo complessivo di 19.861,02 euro senza averne diritto.

Contro la sentenza di condanna della Corte d’Appello, il soggetto ha proposto ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della decisione.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La conseguenza diretta di tale pronuncia non è solo la conferma definitiva della condanna precedente, ma anche l’imposizione di ulteriori oneri finanziari a carico del ricorrente.

La Corte ha infatti condannato l’individuo al pagamento di due voci distinte:
1. Le spese processuali relative al giudizio di Cassazione.
2. Una somma di 3.000 euro da versare in favore della Cassa delle Ammende.

Questa seconda sanzione pecuniaria è una misura prevista dalla legge per i casi in cui un ricorso viene dichiarato inammissibile, con lo scopo di scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede in una frase precisa utilizzata dalla Corte: la sussistenza di “profili di colpa nella determinazione delle cause di inammissibilità”. Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio tecnico dei vizi del ricorso, questa espressione indica che l’inammissibilità non è derivata da un mero errore formale, ma da una negligenza o da una palese infondatezza degli argomenti presentati. In pratica, la Corte ha ritenuto che l’appello non avrebbe dovuto essere proposto in quella forma, in quanto privo dei presupposti minimi per essere discusso nel merito. Questo giudizio di colpa giustifica pienamente l’applicazione della sanzione economica a favore della Cassa delle Ammende.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante monito: impugnare una sentenza di condanna, specialmente dinanzi alla Corte di Cassazione, è un’attività che richiede rigore tecnico e solide argomentazioni giuridiche. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il condannato, ma aggrava la sua posizione economica con l’aggiunta delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione evidenzia come il sistema giudiziario disponga di strumenti per sanzionare l’abuso del processo, ovvero l’utilizzo delle impugnazioni per scopi meramente dilatori o senza una reale speranza di successo. Per i cittadini, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a una difesa legale competente che possa valutare con attenzione le reali possibilità di successo di un’impugnazione prima di procedere.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, in questo caso fissata a 3.000 euro.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile con colpa?
Perché la Corte ha ritenuto che vi fossero profili di colpa da parte del ricorrente nel determinare le cause di inammissibilità, suggerendo che l’impugnazione fosse palesemente infondata o proceduralmente viziata per negligenza.

Qual era l’oggetto della condanna originale che il ricorrente ha impugnato?
Il ricorrente era stato condannato per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza per un importo complessivo di 19.861,02 euro tra dicembre 2019 e gennaio 2021.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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