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Ricorso inammissibile: quando non si può contestare

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per false dichiarazioni (art. 496 c.p.). La decisione ribadisce che il giudizio di legittimità non può comportare una nuova valutazione dei fatti, ma si limita al controllo di violazioni di legge e vizi di motivazione. L’appello, basato su mere doglianze fattuali, è stato respinto con condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Perché la Cassazione Non è un Terzo Grado di Giudizio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sul funzionamento del nostro sistema giudiziario, chiarendo i confini del giudizio di legittimità e le ragioni che portano a un ricorso inammissibile. Il caso riguardava un imputato condannato in Appello per il reato di false dichiarazioni sulla propria identità, il quale ha tentato di contestare la decisione davanti alla Suprema Corte. L’esito, tuttavia, conferma un principio fondamentale: la Cassazione non può riesaminare i fatti.

I Fatti del Caso

Il ricorrente era stato condannato dalla Corte di Appello di Catanzaro per aver fornito false dichiarazioni sulla propria identità o qualità personali, un reato previsto dall’articolo 496 del codice penale. Non accettando la sentenza, ha presentato ricorso in Cassazione, articolando tre motivi di doglianza. Sostanzialmente, le sue critiche si concentravano sulla violazione di legge e su un presunto vizio di motivazione da parte dei giudici di secondo grado riguardo all’accertamento della sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con una sintetica ma chiarissima ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle argomentazioni dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente: la verifica dei requisiti stessi del ricorso. La Corte ha stabilito che i motivi presentati non erano censure di legittimità, bensì “mere doglianze in punto di fatto”. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Ruolo della Cassazione e il ricorso inammissibile

La motivazione della Corte è un vero e proprio compendio sui limiti del giudizio di legittimità. I giudici hanno spiegato che i motivi di ricorso, sebbene formalmente presentati come violazioni di legge, erano in realtà un tentativo di ottenere una nuova valutazione delle prove e una “rilettura” degli elementi di fatto già esaminati dai giudici di merito. Questo è un compito che esula completamente dai poteri della Corte di Cassazione.

I Limiti del Giudizio di Legittimità

La Cassazione non è un “terzo giudice” che può riesaminare l’intero processo. Il suo ruolo è quello di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, nonché il rispetto delle norme sul procedimento. In altre parole, controlla che i giudici di primo e secondo grado abbiano applicato correttamente le norme giuridiche e abbiano motivato le loro decisioni in modo logico e non contraddittorio. Non può, invece, sostituire la propria valutazione delle prove a quella del giudice di merito.

L’Inadeguatezza dei Motivi di Ricorso

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato che il ricorrente si limitava a proporre una propria versione dei fatti, diversa e più favorevole, in contrasto con quella accertata dalla Corte d’Appello. Questo tipo di argomentazione è inammissibile in sede di legittimità. Inoltre, i motivi erano in parte una riproposizione di censure già correttamente respinte in appello, senza evidenziare alcuna reale illogicità o contraddittorietà nella motivazione della sentenza impugnata. Di fronte a un ricorso con queste caratteristiche, la declaratoria di inammissibilità è l’unica via percorribile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un concetto cruciale per chiunque si avvicini al sistema giudiziario: non tutte le sentenze di condanna possono essere utilmente contestate in Cassazione. È necessario che il ricorso si fondi su vizi specifici previsti dalla legge, come un errore nell’interpretazione di una norma o una motivazione palesemente illogica. Sperare che la Suprema Corte possa semplicemente “cambiare idea” sulla base degli stessi fatti è un’aspettativa destinata al fallimento, con l’ulteriore conseguenza negativa di dover sostenere le spese processuali e un’ammenda.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati non erano critiche sulla corretta applicazione della legge (vizi di legittimità), ma contestazioni sulla valutazione dei fatti e delle prove (doglianze di merito), che non possono essere riesaminate dalla Corte di Cassazione.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un processo penale?
La Corte di Cassazione ha il compito di verificare la corretta applicazione delle norme di legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove o sostituire il proprio giudizio sui fatti a quello dei giudici dei gradi precedenti.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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