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Ricorso inammissibile: quando non ferma la condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per oltraggio e rifiuto di generalità. I motivi sono stati giudicati generici e riproduttivi di censure già respinte. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: se il ricorso è inammissibile, l’eventuale prescrizione del reato maturata dopo la sentenza d’appello non ha alcun effetto, portando alla conferma della condanna e al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna e Spiega gli Effetti sulla Prescrizione

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non sempre apre le porte a una nuova discussione del caso. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce le gravi conseguenze di un ricorso inammissibile, specialmente in relazione alla prescrizione del reato. Quando i motivi dell’appello sono deboli, generici o ripropongono questioni già decise, il rischio non è solo una sconfitta, ma la cristallizzazione della condanna. Analizziamo insieme questa decisione per capire perché.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un imputato per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341-bis c.p.) e rifiuto di fornire le proprie generalità (art. 651 c.p.). L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su diversi punti: la presunta erroneità della valutazione delle prove per il reato di oltraggio, la richiesta di ascoltare un nuovo testimone e la contestazione della configurabilità del reato di rifiuto di generalità.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, bollandoli come inammissibili per diverse ragioni. Vediamole nel dettaglio:

* Genericità delle Censure: I motivi relativi alla condanna per oltraggio sono stati considerati generici e semplici riproposizioni di argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un giudice di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge.
* Mancata Rinnovazione dell’Istruttoria: Anche la richiesta di sentire un nuovo testimone è stata giudicata generica. La Corte d’Appello aveva già motivato il suo rifiuto, evidenziando che il testimone era stato indicato a più di cinque anni di distanza dai fatti e che le testimonianze già acquisite erano chiare e precise.
* Infondatezza sul Rifiuto di Generalità: Le argomentazioni sull’insussistenza del reato di cui all’art. 651 c.p. sono state definite ‘manifestamente infondate’. La Corte ha ricordato che questo reato si perfeziona con il semplice rifiuto di fornire le indicazioni richieste, essendo irrilevante che vengano fornite in un secondo momento.

Ricorso Inammissibile e Prescrizione: Un Principio Cruciale

Il punto più interessante della decisione riguarda il rapporto tra ricorso inammissibile e prescrizione. La difesa aveva rilevato che il reato di rifiuto di generalità si era prescritto dopo la sentenza d’appello. Tuttavia, la Cassazione ha spento ogni speranza, richiamando un principio consolidato delle Sezioni Unite (sent. De Luca, 2000).

Quando un ricorso è originariamente inammissibile, non è idoneo a instaurare un valido rapporto processuale. Di conseguenza, la Corte non ha il potere di rilevare e dichiarare cause di estinzione del reato, come la prescrizione, verificatesi in un momento successivo alla pronuncia della sentenza impugnata. In altre parole, un ricorso ‘viziato’ non può produrre alcun effetto favorevole per il ricorrente.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sulla natura stessa del giudizio di legittimità e sugli effetti di un’impugnazione invalida. Un ricorso inammissibile è un atto che non supera la soglia minima di ammissibilità, impedendo alla Corte di entrare nel merito delle questioni. Di conseguenza, non può ‘attivare’ i poteri del giudice, incluso quello di dichiarare la prescrizione maturata medio tempore. La condanna d’appello, quindi, diventa definitiva, e il ricorrente non solo non ottiene l’annullamento, ma viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in 3.000 euro.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un monito importante: la strategia di presentare un ricorso per Cassazione con motivi deboli o puramente dilatori per ‘guadagnare tempo’ in attesa della prescrizione è destinata al fallimento. Un ricorso inammissibile non solo non sospende l’esecutività della condanna, ma preclude la possibilità di far valere cause di estinzione del reato maturate successivamente. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a difese tecniche solide e fondate su vizi di legittimità concreti, evitando impugnazioni che, invece di aiutare, possono aggravare la posizione processuale ed economica dell’imputato.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso viene rigettato senza un esame nel merito. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.

Se il reato si prescrive dopo la sentenza d’appello, un ricorso in Cassazione può far valere la prescrizione?
No, se il ricorso è dichiarato inammissibile. Secondo la Corte, un ricorso inammissibile non instaura un valido rapporto processuale e, pertanto, il giudice non può dichiarare la prescrizione maturata dopo la sentenza d’appello.

Rifiutarsi di fornire le proprie generalità a un pubblico ufficiale è reato anche se vengono fornite in un secondo momento?
Sì. Secondo la sentenza, il reato si perfeziona con il semplice rifiuto. Il fatto che le generalità vengano fornite successivamente è irrilevante ai fini della configurabilità del reato stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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