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Ricorso inammissibile: quando mancano le prove

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo principale della decisione è la mancanza di argomentazioni specifiche e pertinenti da parte del ricorrente riguardo al diniego delle attenuanti e all’eccessiva severità della pena. La Suprema Corte ha sottolineato che un’impugnazione generica, priva di elementi di fatto e di diritto concreti, non può essere accolta. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Necessità di Motivi Specifici e Concreti

Nel sistema giudiziario italiano, presentare un ricorso non è sufficiente per ottenere una revisione della propria condanna. È fondamentale che l’impugnazione sia supportata da argomentazioni solide, specifiche e pertinenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile proprio a causa della genericità dei motivi addotti. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le conseguenze di una sua formulazione inadeguata.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello, ha deciso di presentare ricorso in Cassazione. I motivi principali dell’impugnazione erano due: il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti (previste dagli articoli 62, n. 4, e 62-bis del codice penale) e l’eccessiva severità della pena inflitta. In sostanza, la difesa sosteneva che i giudici di secondo grado avessero errato nel non concedere uno sconto di pena e nell’applicare una sanzione troppo aspra.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate (cioè, se le attenuanti fossero dovute o meno), ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. I giudici hanno stabilito che il ricorso non possedeva i requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge per poter essere esaminato.

Di conseguenza, non solo il ricorso è stato respinto, ma il ricorrente è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore dell’ordinanza risiede nelle motivazioni che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. La Corte ha spiegato che il secondo motivo di ricorso, relativo alle attenuanti e alla severità della pena, era privo di “concreta pertinenza censoria”. Questo significa che l’appellante non ha indicato con la necessaria puntualità gli elementi di fatto e le ragioni di diritto che avrebbero dovuto sostenere la sua tesi.

La Corte d’Appello aveva già fornito un “congruo apparato motivazionale” per giustificare la sua decisione, sottolineando l’assenza di elementi o circostanze positive che potessero giustificare la concessione delle attenuanti. Di fronte a una motivazione così strutturata, il ricorrente avrebbe dovuto contestarla punto per punto, con argomenti specifici, e non limitarsi a una generica lamentela. La Cassazione, citando precedenti giurisprudenziali consolidati, ha ribadito che un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse doglianze già respinte, ma deve individuare vizi logici o giuridici precisi nella sentenza impugnata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda impugnare una sentenza penale. La decisione sottolinea che il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito dove si rivalutano i fatti, ma un giudizio di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza precedente. Pertanto, un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di una difesa che non riesce a formulare critiche specifiche e pertinenti. Per avere una possibilità di successo, è indispensabile che i motivi di ricorso siano dettagliati, concreti e capaci di demolire l’impianto argomentativo del giudice precedente, indicando con precisione dove e perché la decisione impugnata sarebbe errata.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è privo di motivi specifici e concreti, cioè se non indica con puntualità gli elementi di fatto e le ragioni di diritto che dovrebbero sostenerlo, limitandosi a una critica generica della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘concreta pertinenza censoria’ in un ricorso?
Significa che i motivi di ricorso devono essere direttamente collegati e pertinenti alla motivazione della sentenza che si contesta. Non basta esprimere un disaccordo generico, ma è necessario criticare specifici passaggi logici o giuridici della decisione del giudice precedente.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile per chi lo propone?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile non solo vede la sua impugnazione respinta, ma viene anche condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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