Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza delle Argomentazioni
Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione è un passo cruciale e delicato del processo penale, che richiede rigore e precisione. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della mancanza di argomentazioni a suo sostegno. Analizziamo una recente ordinanza che illustra perfettamente questo concetto, offrendo spunti di riflessione per chiunque si approcci al sistema giudiziario.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello nei confronti di un imputato per un reato previsto dall’art. 73 del d.P.R. 309/1990, la normativa che disciplina gli stupefacenti. Non rassegnato alla decisione, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per cassazione, chiedendo il proscioglimento ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale, che prevede l’immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità.
La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminato il caso, non è entrata nel merito della questione. Ha invece emesso una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa decisione ha comportato due conseguenze significative per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
La Corte ha ritenuto l’impugnazione proposta talmente carente da non meritare neanche una valutazione sulla fondatezza delle richieste.
Le Motivazioni: Perché un Ricorso è Inammissibile?
La ragione di questa drastica decisione risiede in un unico, ma decisivo, punto: il ricorso era “del tutto sfornito di argomentazioni a sostegno”. La Corte ha rilevato che la doglianza sollevata era radicalmente inammissibile proprio perché non era supportata da alcun tipo di motivazione giuridica o fattuale.
In altre parole, non è sufficiente presentare un atto di impugnazione e chiedere l’annullamento di una sentenza; è indispensabile spiegare perché quella sentenza sarebbe sbagliata, indicando specifici vizi di legge o di motivazione. L’assenza totale di tali argomentazioni rende il ricorso un atto processuale vuoto, che non può essere preso in considerazione dal giudice.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza, seppur breve, è un monito importante. Chi intende impugnare un provvedimento giudiziario deve assicurarsi che il proprio ricorso sia costruito su solide basi giuridiche e fattuali. Un’impugnazione generica, vaga o priva di motivazioni non solo è destinata a fallire, ma espone il ricorrente a sanzioni economiche non trascurabili.
La decisione riafferma che il diritto di difesa e di impugnazione deve essere esercitato con serietà e competenza. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma anche un costo economico e una conferma della validità della decisione impugnata, che diventa così definitiva.
Cosa succede se si presenta un ricorso in Cassazione senza specificare le ragioni dell’impugnazione?
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, il che significa che non lo esamina nel merito e l’impugnazione viene rigettata per una questione procedurale.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle Ammende.
Per quale tipo di reato era stato condannato il ricorrente nei gradi di merito?
La condanna riguardava il reato previsto dall’articolo 73 del d.P.R. n. 309 del 1990, che sanziona le condotte illecite in materia di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 3566 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 3566 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 22/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a TORINO il 19/09/1974
avverso la sentenza del 29/04/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
•
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Rilevato che COGNOME NOME ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino, che ha confermato sentenza di condanna alla pena di giustizia emessa nei suoi confronti dal Tribun di Torino, in relazione al delitto di cui all’art. 73 d.P.R. n. 309 del 1990, la il mancato proscioglimento ai sensi dell’art. 129 cod. proc. pen.;
ritenuto che la doglianza sia radicalmente inammissibile, perché del tut sfornitcvii argomentazioni a sostegno;
ritenuto che le considerazioni fin qui svolte impongano una declaratoria inammissibilità dell’impugnazione proposta, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila favore della Cassa delle Ammende, tenuto conto della causa di inammissibilità
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle sp processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 22 novembre 2024
Il cons li re estensore
GLYPH
Il Presidente