Ricorso Inammissibile: L’Importanza dei Motivi Specifici
Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e argomentazioni puntuali. Un recente caso esaminato dalla Corte Suprema ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile perché generico non solo viene respinto, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese. Analizziamo questa ordinanza per capire perché la specificità dei motivi è cruciale.
Il caso in esame: una contestazione senza fondamento
Una persona condannata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Napoli ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. L’unico motivo del ricorso era la contestazione del mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, previste dall’art. 62 bis del codice penale.
La ricorrente sosteneva che la corte di merito non avesse adeguatamente considerato elementi a suo favore che avrebbero dovuto portare a una riduzione della pena. Tuttavia, il ricorso è stato formulato in modo generico, limitandosi a ripetere doglianze già esaminate e respinte nel giudizio precedente, senza aggiungere una critica specifica e argomentata contro la decisione impugnata.
La decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. La decisione si è basata su una constatazione semplice ma decisiva: le circostanze attenuanti generiche erano, in realtà, già state riconosciute e concesse all’imputata dal giudice di primo grado. Questa circostanza emergeva chiaramente dalla lettura della sentenza impugnata.
Il ricorso, quindi, non solo mancava di specificità, ma si basava su un presupposto errato. Omettendo di assolvere alla funzione tipica di una critica argomentata, i motivi del ricorso sono stati considerati meramente apparenti e non idonei a mettere in discussione la sentenza d’appello.
Le motivazioni della Corte
La Corte ha spiegato che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e pertinente contro la decisione che si intende impugnare. Non è sufficiente riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte nei gradi di merito. Nel caso specifico, il ricorso non solo era reiterativo e non specifico, ma era anche palesemente infondato, poiché contestava la mancata concessione di un beneficio che l’imputata aveva già ottenuto.
Questa situazione ha portato la Corte a dichiarare il ricorso inammissibile. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che contribuiscono a sovraccaricare il sistema giudiziario.
Conclusioni
L’ordinanza in esame offre un importante monito: la redazione di un ricorso per Cassazione deve essere meticolosa e fondata su motivi concreti, specifici e giuridicamente pertinenti. La presentazione di un’impugnazione basata su motivi generici, ripetitivi o, peggio, su presupposti di fatto errati, non ha alcuna possibilità di successo. Al contrario, espone il ricorrente a conseguenze economiche significative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende. Per evitare un esito di ricorso inammissibile, è essenziale un’analisi approfondita delle sentenze precedenti e la formulazione di critiche puntuali e ben argomentate.
Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile per genericità dei motivi?
Un ricorso è considerato inammissibile quando i motivi presentati sono solo apparenti, non specifici e si limitano a ripetere critiche già esaminate e respinte nei gradi precedenti, senza formulare una critica argomentata e puntuale contro la sentenza impugnata.
Cosa succede se un ricorso si basa su un presupposto di fatto errato?
Se un ricorso si fonda su un presupposto di fatto palesemente errato (come in questo caso, dove si contestava il mancato riconoscimento di attenuanti già concesse), viene dichiarato manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31453 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31453 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 01/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 26/04/1994
avverso la sentenza del 28/10/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con il quale si contesta il mancato riconoscim delle circostanze attenuanti generiche, oltre che reiterativo di profili di c adeguatamente vagliati e disattesi dalla corte di merito – dovendosi gli stessi co non specifici ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funz una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso – è altresì manifest infondato in quanto, dalla lettura della sentenza impugnata (si veda, in particola 3), si evince come all’imputata fossero già state riconosciute dal giudice di prim circostanze di cui all’art. 62 bis cod. pen.;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la cond della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro trem favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso, il 01/07/2025.