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Ricorso inammissibile: quando le motivazioni sono valide?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato, in quanto le questioni sollevate non erano ammissibili nel giudizio di legittimità. La Corte ha ribadito che, per negare le attenuanti generiche, è sufficiente un congruo riferimento agli elementi decisivi, come avvenuto nel caso di specie. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma la Condanna e Spiega il Ruolo delle Motivazioni

Quando un ricorso inammissibile viene presentato alla Corte di Cassazione, quali sono i criteri che portano a una tale decisione? Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio, sottolineando l’importanza di presentare motivi validi nel giudizio di legittimità e come i giudici di merito debbano motivare le loro decisioni, in particolare riguardo alle attenuanti generiche. Questo caso dimostra la rigorosità con cui la Suprema Corte valuta i ricorsi, respingendo quelli che non sollevano questioni di diritto ma tentano di ottenere un nuovo esame dei fatti.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna in primo grado, confermata dalla Corte di Appello di Firenze, nei confronti di un imputato per una serie di reati, tra cui danneggiamento aggravato, furto, ricettazione, evasione e porto abusivo di armi (previsti dagli artt. 635, 624-625, 648, 385 e 707 c.p. e art. 4 della legge n. 110/1975). Insoddisfatto della sentenza di secondo grado, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, contestando la decisione.

L’analisi della Corte sul ricorso inammissibile

L’unico motivo di ricorso presentato riguardava questioni che, secondo la Corte di Cassazione, non potevano essere discusse nel giudizio di legittimità. Il ricorso, infatti, non sollevava problemi relativi alla corretta applicazione della legge, ma mirava a una riconsiderazione dei fatti, attività preclusa alla Suprema Corte. La difesa, in sostanza, contestava le valutazioni di merito effettuate dalla Corte d’Appello, in particolare per quanto riguarda il diniego delle attenuanti generiche.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno richiamato un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: per motivare adeguatamente il diniego delle attenuanti generiche, non è necessaria una disamina analitica di ogni singolo elemento. È sufficiente che il giudice di merito faccia un “congruo riferimento” agli elementi che ha ritenuto decisivi per la sua valutazione. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione adeguata (citata a pagina 6 della sentenza impugnata), rendendo le doglianze del ricorrente infondate. La Suprema Corte ha quindi concluso che il ricorso sollevava questioni non consentite, ribadendo la propria funzione di giudice della legge e non del fatto.

Conclusioni

L’ordinanza si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Come conseguenza diretta, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, è stato condannato a versare la somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende. Questa decisione riafferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma uno strumento per garantire l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. La motivazione del giudice, seppur sintetica, purché logica e coerente con gli atti processuali, è sufficiente a sostenere la decisione, specialmente in merito a valutazioni discrezionali come la concessione delle attenuanti generiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché sollevava questioni non consentite nel giudizio di legittimità, ovvero tentava di ottenere un riesame dei fatti anziché contestare la violazione di legge. Il motivo di ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato.

Cosa ha stabilito la Corte riguardo alla motivazione per il diniego delle attenuanti generiche?
La Corte ha ribadito che, per motivare il diniego delle attenuanti generiche, è sufficiente che il giudice di merito faccia un congruo riferimento agli elementi ritenuti decisivi o rilevanti, senza necessità di un’analisi dettagliata di tutti gli aspetti.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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