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Ricorso inammissibile: quando le censure sono generiche

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per adescamento di minori. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, che si limitavano a riproporre censure già respinte in appello senza una critica specifica alla sentenza impugnata, configurando un tentativo di rivalutazione dei fatti non consentito in sede di legittimità. Questo caso evidenzia l’importanza di formulare un ricorso inammissibile con argomentazioni mirate.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Quando si impugna una sentenza, specialmente in Cassazione, non è sufficiente essere convinti della propria innocenza. È fondamentale che i motivi del ricorso siano specifici, pertinenti e critichino puntualmente gli errori di diritto della decisione precedente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda proprio questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché le censure sollevate erano generiche e ripetitive. Analizziamo insieme questo caso per capire quali sono i requisiti di un ricorso efficace e quali errori evitare.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un uomo, emessa dal Tribunale e confermata in appello, per il reato di adescamento di minori (art. 609-undecies c.p.). La difesa dell’imputato, non rassegnata alla doppia condanna conforme, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a quattro distinti motivi per smontare l’impianto accusatorio.

I Motivi del Ricorso: una Difesa a 360 Gradi

L’imputato ha basato la sua difesa in Cassazione su quattro pilastri principali:

1. Violazione dell’art. 609-undecies c.p.: Secondo la difesa, mancavano sia l’elemento oggettivo del reato (essendosi trattato di un incontro breve, occasionale e in luogo pubblico) sia quello soggettivo (l’intenzione di commettere il reato).
2. Mancata correlazione tra accusa e sentenza: Si lamentava che i giudici d’appello avessero fondato la condanna su una frase non presente nel capo d’imputazione originale.
3. Violazione delle regole di valutazione della prova: La difesa sosteneva che i giudici non avessero rispettato l’onere di motivazione rafforzata richiesto in caso di scostamento dalle linee guida della “Carta di Noto” per la valutazione della testimonianza dei minori.
4. Errata applicazione dell’art. 81 c.p.: Si contestava che il reato potesse essere considerato commesso in danno di entrambe le minori, sostenendo che al più una sola di esse fosse stata effettivamente offesa.

La Decisione della Cassazione e il Ricorso Inammissibile

Nonostante l’articolata difesa, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione non risiede nel merito delle singole questioni, ma in un vizio a monte: la genericità e la natura ripetitiva dei motivi proposti. Vediamo come la Corte ha smontato ogni censura.

La Genericità delle Censure

La Corte ha osservato che, a fronte di una “doppia conforme” affermazione di responsabilità, il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già motivatamente respinte dai giudici di merito. Invece di formulare una critica argomentata contro la sentenza d’appello, l’imputato ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, operazione preclusa nel giudizio di legittimità, che è un controllo sulla corretta applicazione della legge, non un terzo grado di giudizio sul merito.

Correlazione tra Accusa e Sentenza

Sul secondo punto, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: non è necessario che ogni singolo elemento di fatto sia cristallizzato nel capo d’imputazione. Ciò che conta è che il nucleo centrale della contestazione rimanga invariato, garantendo all’imputato la possibilità di difendersi adeguatamente. Nel caso di specie, questo requisito era stato rispettato.

Il Valore della “Carta di Noto”

Per quanto riguarda la presunta violazione delle linee guida della “Carta di Noto”, la Corte ha chiarito che essa ha un valore meramente indicativo e non vincolante per il giudice. Inoltre, i giudici di merito avevano ritenuto le minori sufficientemente mature da escludere il rischio di un “contagio dichiarativo”, motivando adeguatamente la loro attendibilità.

La Pluralità di Persone Offese

Infine, la Corte ha respinto la censura relativa all’unicità della persona offesa. La sentenza d’appello aveva correttamente motivato che entrambe le ragazze dovevano considerarsi persone offese, a causa del grave turbamento che l’azione dell’imputato aveva arrecato a entrambe.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione di inammissibilità su un principio cardine della procedura penale: il ricorso in sede di legittimità non può essere una mera riproposizione delle argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di merito. Per essere ammissibile, un ricorso deve contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata, evidenziando vizi di legge o difetti logici manifesti. Nel caso in esame, il ricorrente si è limitato a sollecitare una rivalutazione del quadro probatorio, un’attività che esula completamente dalle competenze della Cassazione. La Corte ha quindi ritenuto che i motivi fossero solo apparenti, in quanto non assolvevano alla funzione tipica di critica argomentata, rendendo il ricorso non scrutinabile nel merito.

Le conclusioni

La pronuncia in esame offre un’importante lezione pratica: la redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’elevata specializzazione. È indispensabile passare da una difesa “di fatto” a una difesa “di diritto”, concentrandosi non sulla ricostruzione degli eventi, ma sui possibili errori giuridici commessi dai giudici di merito. Un ricorso che si limita a ripetere le doglianze respinte in appello, senza attaccare specificamente la logica giuridica della sentenza di secondo grado, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando, tra le altre ragioni, si limita a riproporre censure già respinte nei gradi di merito senza formulare una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, trasformandosi in una richiesta di rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

La “Carta di Noto” è vincolante per il giudice nella valutazione della testimonianza di un minore?
No, secondo la sentenza la “Carta di Noto” ha un valore meramente indicativo e non è vincolante. Il giudice può discostarsene, a condizione che motivi adeguatamente la sua decisione sull’attendibilità del minore.

Cosa significa che deve esserci “correlazione tra accusa e sentenza”?
Significa che il fatto per cui si viene condannati deve corrispondere al nucleo essenziale del fatto contestato nell’imputazione. Non è necessario che ogni singolo dettaglio sia identico, purché il cuore dell’accusa rimanga invariato e sia garantito il diritto di difesa dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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