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Ricorso inammissibile: quando le censure sono generiche

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un imputato condannato per omicidio colposo. Il ricorso, volto a ottenere le attenuanti generiche e una pena minore, è stato giudicato generico e ripetitivo, confermando la decisione della Corte d’Appello basata sulla gravità della condotta.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Ribadisce i Requisiti di Specificità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di motivi di impugnazione generici e ripetitivi. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere quando un appello non supera il vaglio di ammissibilità, specialmente se le doglianze riguardano la determinazione della pena e la concessione delle attenuanti generiche.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla condanna di un imputato per il reato di omicidio colposo (art. 589 c.p.) da parte del Tribunale di Busto Arsizio, con una pena iniziale di nove anni di reclusione. La Corte di Appello di Milano, in parziale riforma, aveva concesso una circostanza attenuante, rideterminando la pena a cinque anni. Nonostante questa riduzione, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un unico vizio: la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche nella loro massima estensione, che avrebbe portato a un’ulteriore diminuzione della pena fino al minimo edittale.

Analisi del Ricorso Inammissibile in Cassazione

Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte era la valutazione della motivazione addotta dai giudici di merito nel negare un trattamento sanzionatorio più favorevole. L’imputato, attraverso il suo ricorso, ha contestato questa decisione. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. La ragione di tale drastica decisione risiede nella natura stessa delle censure mosse dall’imputato.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha evidenziato come le argomentazioni del ricorrente fossero ‘oltremodo generiche ed aspecifiche’. Invece di presentare una critica puntuale e analitica della sentenza impugnata, la difesa si è limitata a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. I giudici di merito avevano chiaramente motivato la loro decisione di non concedere le attenuanti generiche, basandosi sulla ‘gravità e pericolosità della condotta’. Di fronte a una motivazione così precisa, il ricorso non ha saputo contrapporre un’analisi critica altrettanto specifica, ma si è risolto in una mera ripetizione di richieste già vagliate. Questo vizio procedurale ha reso il ricorso privo dei requisiti minimi per essere esaminato nel merito.

Conclusioni

La decisione della Cassazione riafferma un principio cardine: per essere ammissibile, un ricorso non può limitarsi a esprimere un generico dissenso. Deve, invece, ingaggiare un dialogo critico con la sentenza impugnata, evidenziandone specifici vizi logici o giuridici. Un ricorso inammissibile non solo porta al rigetto dell’impugnazione, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. In questo caso, infatti, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende, una sanzione giustificata dall’ ‘elevato coefficiente di colpa’ nel presentare un ricorso privo di fondamento.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure presentate erano eccessivamente generiche, non specifiche e si limitavano a riproporre argomentazioni già adeguatamente esaminate e respinte dai giudici di merito, senza una critica analitica della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

Perché i giudici di merito avevano negato un trattamento sanzionatorio più favorevole?
I giudici di merito avevano escluso il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e un trattamento sanzionatorio più favorevole in ragione della gravità e della pericolosità della condotta dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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