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Ricorso inammissibile: quando l’appello è una copia

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per truffa e rapina. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi presentati dall’imputato erano una mera e pedissequa ripetizione di quelli già respinti dalla Corte d’Appello, senza introdurre una critica specifica alla sentenza di secondo grado. La Corte ribadisce che il suo ruolo è di giudice di legittimità e non può riesaminare il merito dei fatti, né la congruità della pena se adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e il Divieto di Reiterare le Stesse Argomentazioni

Presentare un ricorso in Cassazione richiede tecnica e precisione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza di condanna; è necessario articolare critiche specifiche e pertinenti al ruolo della Suprema Corte. Un recente provvedimento chiarisce, ancora una volta, le conseguenze di un’impugnazione mal formulata, definendo il ricorso inammissibile quando questo si limita a ripetere argomenti già discussi e respinti in appello. Analizziamo questa importante ordinanza per capire quali sono i requisiti di un ricorso efficace.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso per Cassazione

Il caso in esame trae origine dalla condanna di un individuo per i reati di rapina (art. 628 c.p.) e truffa (art. 640 c.p.). A seguito della conferma della condanna da parte della Corte d’Appello, l’imputato decideva di proporre ricorso per Cassazione, affidando la sua difesa a quattro distinti motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: Una Critica alla Sentenza d’Appello

L’imputato contestava la sentenza di secondo grado su più fronti:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: I primi tre motivi criticavano la ricostruzione dei fatti, l’affermazione di responsabilità, la qualificazione giuridica dei reati e il riconoscimento delle circostanze aggravanti.
2. Eccessività della pena: Il quarto motivo lamentava una pena ritenuta sproporzionata.

L’obiettivo del ricorrente era ottenere un annullamento della sentenza, sostenendo che i giudici d’appello avessero errato nella valutazione complessiva del caso.

La Decisione della Corte: Un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle accuse, ma si concentra esclusivamente sulla correttezza formale e sostanziale dei motivi presentati. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando in via definitiva la sentenza di condanna.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La motivazione della Corte è un vero e proprio vademecum su come NON si scrive un ricorso per Cassazione. I giudici hanno evidenziato due principi fondamentali:

1. Divieto di mera ripetizione: I primi tre motivi sono stati giudicati inammissibili perché costituivano una “pedissequa reiterazione” di argomenti già sollevati e puntualmente disattesi dalla Corte d’Appello. Il ricorso non offriva una critica argomentata e specifica alla motivazione della sentenza impugnata, ma si limitava a riproporre le stesse tesi. Secondo la giurisprudenza consolidata, un ricorso è specifico solo se si confronta criticamente con la decisione che contesta. In assenza di questo confronto, i motivi sono considerati solo apparenti.

2. Discrezionalità del giudice di merito sulla pena: Anche il quarto motivo, relativo all’eccessività della pena, è stato ritenuto inammissibile. La Corte ha ribadito che la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. In sede di legittimità, non si può sindacare la misura della pena, a meno che la motivazione del giudice non sia palesemente illogica o irragionevole. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente giustificato la propria scelta, partendo dal minimo edittale e applicando aumenti contenuti per i numerosi episodi di truffa.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza sottolinea un aspetto cruciale del processo penale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio. La Suprema Corte non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici di merito. Il suo compito è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali. Pertanto, un ricorso inammissibile è la sanzione per chi tenta di utilizzare la Cassazione come un’ulteriore istanza di appello. Per avere successo, un ricorso deve evidenziare vizi di legittimità specifici della sentenza impugnata, come l’errata applicazione di una norma di diritto o una motivazione manifestamente illogica, contraddittoria o carente. Ripetere semplicemente le proprie ragioni è una strategia destinata al fallimento.

Quando un ricorso per Cassazione viene considerato inammissibile per genericità?
Un ricorso è considerato inammissibile per genericità quando si limita a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza muovere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata, omettendo così di confrontarsi effettivamente con essa.

È possibile contestare l’entità della pena in Cassazione?
Non è consentito contestare l’eccessività della pena in sé, poiché la sua graduazione rientra nella discrezionalità del giudice di merito. È possibile contestare la decisione solo se la motivazione fornita dal giudice a sostegno della pena scelta è manifestamente illogica, irragionevole o in violazione dei principi di legge (artt. 132 e 133 c.p.).

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’?
Significa che il suo compito non è riesaminare i fatti e le prove come un giudice di primo grado o di appello, ma si limita a verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria per la loro decisione. Non può proporre una ‘lettura alternativa del merito’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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