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Ricorso inammissibile: quando l’appello è una copia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione. La decisione si fonda sul fatto che i motivi presentati erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. Questo caso sottolinea l’importanza della specificità dei motivi nel giudizio di legittimità, confermando che il ricorso inammissibile è la conseguenza di una difesa non mirata.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Motivi Specifici

Nel complesso panorama della procedura penale, l’atto di impugnazione rappresenta un momento cruciale per la difesa. Tuttavia, per essere efficace, deve rispettare precisi requisiti formali e sostanziali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso che si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile. Questa decisione offre spunti importanti sulla corretta redazione degli atti di impugnazione e sul ruolo del giudice di legittimità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione, confermata sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello. Non rassegnato alla doppia condanna conforme, l’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, affidando le sue speranze all’ultimo grado di giudizio per ottenere un esito diverso.

I Motivi del Ricorso e il Rischio di un Ricorso Inammissibile

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre principali censure:
1. Violazione dell’art. 648 c.p. (ricettazione), contestando la correttezza della motivazione della sentenza d’appello.
2. Errata qualificazione giuridica del fatto, sostenendo che dovesse essere ricondotto all’ipotesi meno grave di cui all’art. 712 c.p. (incauto acquisto).
3. Vizio di motivazione riguardo il trattamento sanzionatorio e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche (artt. 133 e 62-bis c.p.).

A prima vista, si tratta di motivi comuni in questo tipo di procedimenti. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rilevato un vizio radicale che ha precluso l’esame nel merito.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per una ragione tanto semplice quanto perentoria: i motivi proposti erano una ‘pedissequa riproduzione’ delle stesse questioni già sollevate e correttamente risolte dalla Corte d’Appello. In altre parole, la difesa non ha formulato una critica puntuale e specifica contro le argomentazioni della sentenza di secondo grado, ma si è limitata a ripresentare gli stessi identici argomenti.

La Cassazione ha richiamato la sua costante giurisprudenza, secondo cui i motivi di ricorso devono essere specifici e non meramente apparenti. Essi devono assolvere alla funzione tipica di critica puntuale avverso la sentenza oggetto di ricorso. Un appello che si limita a ripetere argomenti già esaminati e disattesi non svolge questa funzione e si trasforma in una richiesta di rivalutazione del merito, compito che non spetta al giudice di legittimità.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che non sono ammissibili censure che attaccano semplicemente la ‘persuasività’ o ‘l’adeguatezza’ della motivazione, a meno che non si dimostri una sua manifesta illogicità o contraddittorietà. Il tentativo di proporre una valutazione alternativa delle prove è estraneo al giudizio di cassazione. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito chiaro per ogni difensore. La redazione di un ricorso per cassazione richiede un’analisi critica e approfondita della sentenza impugnata. Non basta essere in disaccordo con la decisione; è necessario individuare e argomentare vizi specifici di legittimità, come l’errata applicazione della legge o una motivazione manifestamente illogica. La semplice riproposizione dei motivi d’appello non solo è inefficace, ma conduce a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche per l’assistito. La specificità e la pertinenza sono, dunque, le chiavi per un’impugnazione efficace.

Perché un ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice e letterale ripetizione delle questioni già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello, senza contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono una ‘pedissequa riproduzione’?
Significa che l’atto di ricorso si limita a copiare gli stessi argomenti già esposti nel precedente grado di giudizio, senza confrontarsi criticamente con le ragioni fornite dal giudice d’appello per respingerli. Un simile approccio rende i motivi non specifici e, quindi, inammissibili.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione in un processo penale?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti o le prove, ma verificare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente la legge e abbiano fornito una motivazione logica e non contraddittoria per le loro decisioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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