LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto aggravato. La decisione si fonda sul principio per cui non è possibile riproporre in Cassazione le stesse doglianze già respinte dalla Corte d’Appello. Questo caso di ricorso inammissibile sottolinea che la Suprema Corte non riesamina i fatti, ma valuta solo la corretta applicazione della legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Reiterazione dei Motivi d’Appello

Quando si presenta un ricorso alla Corte di Cassazione, non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza precedente. È necessario presentare motivi validi che mettano in discussione la corretta applicazione della legge. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di quando un ricorso inammissibile viene dichiarato tale, ovvero quando si limita a ripetere argomenti già esaminati e respinti. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Caso: Dal Tentato Furto alla Condanna

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentato furto in abitazione aggravato. La sua responsabilità penale è stata accertata prima dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. Nonostante la doppia pronuncia conforme, l’imputato ha deciso di proseguire la sua battaglia legale, presentando ricorso alla Corte di Cassazione.

Il Ricorso per Cassazione e il Principio del Ricorso Inammissibile

L’unico motivo di ricorso presentato dall’imputato riguardava una presunta erronea applicazione della legge penale e un vizio di motivazione. In particolare, si chiedeva alla Suprema Corte di riqualificare il reato, sostenendo che i fatti dovessero essere inquadrati nelle meno gravi fattispecie di furto semplice (art. 624 c.p.) e violazione di domicilio (art. 614 c.p.).

Tuttavia, la difesa non ha introdotto nuovi elementi di diritto o critiche specifiche alla logica giuridica della sentenza d’appello. Al contrario, si è limitata a riproporre le stesse identiche argomentazioni già presentate e puntualmente respinte dalla Corte territoriale. Questo comportamento processuale è definito tecnicamente “pedissequa reiterazione” e rappresenta una delle cause più comuni che portano a una dichiarazione di ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. I giudici hanno chiarito che il loro ruolo, in “sede di legittimità”, non è quello di un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. Il loro compito è esclusivamente quello di controllare la corretta interpretazione e applicazione delle norme di diritto.

Nel caso specifico, i motivi presentati dal ricorrente erano una semplice ripetizione di doglianze già dedotte in appello. La Corte di Appello le aveva già analizzate e motivatamente disattese. Di conseguenza, riproporle identiche in Cassazione, senza una specifica critica giuridica alla decisione di secondo grado, rende il ricorso non meritevole di esame nel merito.

La Corte ha quindi condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver intrapreso un’azione giudiziaria palesemente infondata.

Conclusioni: L’Importanza di Motivi Nuovi e Specifici

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione deve basarsi su motivi nuovi e specifici, che attengano a violazioni di legge o a vizi logici della motivazione, e non può essere una semplice riproposizione delle questioni di fatto già discusse. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile e le relative sanzioni economiche, è cruciale che l’atto di impugnazione articoli una critica mirata e argomentata contro la decisione che si intende contestare, evidenziando dove e perché il giudice precedente ha sbagliato nell’applicare il diritto.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni presentate erano una mera e letterale ripetizione di quelle già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni sulla corretta applicazione della legge.

Cosa significa che un motivo di ricorso è una “pedissequa reiterazione”?
Significa che il motivo di ricorso è una copia identica di un’argomentazione già presentata in una fase precedente del processo e che è già stata valutata e rigettata dal giudice di merito. Non introduce elementi di novità o critiche specifiche alla decisione impugnata.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati