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Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per guida senza patente (art. 116 CdS). Il motivo principale è che l’appello si limitava a ripetere argomentazioni già respinte in secondo grado, come lo stato di necessità, senza introdurre nuove e specifiche critiche alla sentenza impugnata.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile per Motivi Ripetitivi: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente ribadire le proprie ragioni. È necessario formulare critiche specifiche e pertinenti alla decisione che si contesta. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione (n. 13512/2024) ci offre un chiaro esempio di come la mera riproposizione di argomenti già esaminati porti a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Questo principio è fondamentale nel processo penale e merita un’attenta analisi.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Pordenone per una violazione dell’articolo 116 del Codice della Strada, commessa nel giugno 2019. La sentenza di primo grado è stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Trieste nel febbraio 2023. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, la difesa ha insistito sull’applicazione della scriminante dello stato di necessità, sostenendo che le circostanze giustificassero la condotta illecita.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione netta dei motivi presentati dall’imputato. La Corte ha stabilito che l’appello non introduceva elementi di novità rispetto a quanto già discusso e deciso nei precedenti gradi di giudizio, risultando quindi privo dei requisiti minimi per essere esaminato nel merito.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha evidenziato due ragioni principali per la sua decisione.

In primo luogo, il motivo relativo allo stato di necessità è stato giudicato ‘meramente reiterativo’. La Corte d’Appello aveva già affrontato questo punto, spiegando in modo ‘coerente e logico’ perché tale scriminante non fosse applicabile al caso specifico. Il ricorrente, invece di contestare puntualmente le argomentazioni della Corte d’Appello, si è limitato a riproporre la stessa tesi difensiva. Questo, per la Cassazione, non costituisce un valido motivo di ricorso, che deve invece incentrarsi su specifiche critiche al ragionamento giuridico della sentenza impugnata.

In secondo luogo, la Cassazione ha ritenuto ‘manifestamente infondato’ anche il motivo con cui si denunciavano presunti errori di battitura nella sentenza di secondo grado. Secondo i giudici, tali imprecisioni formali non intaccavano in alcun modo la struttura argomentativa e la coerenza logica della decisione, risultando quindi irrilevanti ai fini dell’impugnazione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’impugnazione non è un’occasione per ridiscutere all’infinito gli stessi punti, ma uno strumento per censurare specifici errori (di diritto o di motivazione) commessi dal giudice precedente. Chi intende presentare un ricorso, specialmente in Cassazione, deve elaborare argomentazioni nuove e pertinenti, capaci di mettere in discussione la logica della sentenza impugnata. Limitarsi a ripetere le proprie difese è una strategia destinata al fallimento, con l’ulteriore aggravio di costi significativi.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi proposti sono meramente ripetitivi di argomentazioni già esaminate e respinte nei gradi di giudizio precedenti, senza muovere critiche specifiche e nuove alla sentenza impugnata.

Invocare lo stato di necessità è sufficiente per essere assolti?
No, non è sufficiente. La sussistenza dello stato di necessità deve essere dimostrata e valutata dal giudice. Se una Corte ha già motivato in modo logico e coerente le ragioni per cui tale scriminante non è applicabile, la semplice riproposizione della stessa tesi in un successivo grado di giudizio può essere ritenuta inammissibile.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della condanna impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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