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Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in un caso di spaccio, poiché i motivi erano una copia di quelli già respinti in appello. La sentenza conferma il diniego delle attenuanti e la misura dell’espulsione, evidenziando come la mera riproposizione di argomenti già vagliati non costituisca un valido motivo di ricorso.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Ripetitivi

Nel sistema giudiziario, presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio cruciale: un ricorso basato sulla semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti nel grado di giudizio precedente è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile. Questa ordinanza fornisce un chiaro esempio di come la mancanza di nuovi profili di censura porti a una pronuncia che non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo condannato dalla Corte d’Appello per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. La difesa dell’imputato aveva deciso di presentare ricorso per cassazione, basando la propria strategia su tre punti principali:
1. Errata identificazione: si contestava la certezza sull’identificazione dell’imputato come autore del reato.
2. Mancata concessione delle attenuanti: si lamentava il mancato riconoscimento sia delle attenuanti generiche (art. 62 bis c.p.) sia dell’attenuante specifica del danno di lieve entità (art. 62 n. 4 c.p.).
3. Illegittimità dell’espulsione: si contestava la misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato disposta nei suoi confronti.

Tuttavia, come vedremo, questi argomenti non erano nuovi, ma una replica di quanto già discusso e rigettato in appello.

La Decisione della Corte e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza analizzare nel profondo le questioni sollevate. Il motivo è puramente procedurale ma di fondamentale importanza: il ricorso era meramente “riproduttivo”. In altre parole, la difesa si è limitata a copiare e incollare le stesse doglianze già avanzate davanti alla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica e pertinente alla motivazione della sentenza impugnata. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti, ma un giudice di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso che non si confronta con le ragioni della decisione di secondo grado manca del suo scopo principale e, pertanto, non può essere accolto.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse già fornito una risposta logica e completa a tutte le obiezioni ora riproposte. Nello specifico:

* Sull’identificazione: La Corte territoriale aveva spiegato che l’identità dell’imputato non derivava solo dalle testimonianze, ma era corroborata dall’analisi dei tabulati telefonici e dalle dichiarazioni di altri soggetti che avevano confermato di aver acquistato sostanze stupefacenti da lui.
* Sulle attenuanti: Il diniego delle attenuanti generiche era stato giustificato dall’assenza di elementi positivi da valorizzare, a fronte della gravità complessiva della condotta. L’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità era stata esclusa poiché il valore della sostanza ceduta (eroina) non era stato ritenuto “esiguo”.
* Sull’espulsione: La misura di sicurezza era stata ritenuta adeguata in ragione della “duratura attività di spaccio”, un elemento considerato significativo della pericolosità sociale del soggetto.

Dato che il ricorso non ha mosso critiche specifiche contro queste argomentazioni, limitandosi a ripeterle, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare l’inammissibilità dell’impugnazione. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda impugnare una sentenza di condanna. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione; è necessario articolare critiche giuridiche precise, puntuali e pertinenti che mettano in luce vizi di legittimità o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso che si limita a ripetere le argomentazioni difensive già respinte in appello non ha possibilità di successo e comporta unicamente un’ulteriore condanna alle spese per l’imputato, rendendo la sentenza di condanna definitiva.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano una mera ripetizione delle stesse censure già presentate e adeguatamente respinte dalla Corte d’Appello, senza sollevare nuove questioni di legittimità.

Quali erano le ragioni per cui non sono state concesse le attenuanti?
Le attenuanti generiche non sono state concesse per l’assenza di elementi positivi da valorizzare e per la consistenza della condotta contestata. L’attenuante del danno di non rilevante gravità è stata negata perché il valore dello stupefacente venduto non era considerato esiguo.

Su quali basi è stata confermata la misura di sicurezza dell’espulsione?
La misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato è stata confermata a causa della duratura attività di spaccio, ritenuta dalla Corte un indicatore significativo della pericolosità sociale del condannato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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