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Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano una mera ripetizione di quelli già esaminati e rigettati dalla Corte d’Appello. La Corte sottolinea che l’appello deve contenere una critica puntuale alla sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni. Viene inoltre chiarito che il reato di danneggiamento aggravato è procedibile d’ufficio.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Ripetitivi

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per essere esaminato nel merito, deve rispettare precisi requisiti di specificità. Un ricorso inammissibile è spesso il risultato di una strategia difensiva che non si confronta adeguatamente con la decisione impugnata. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: non basta ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, ma è necessaria una critica puntuale e motivata della sentenza di secondo grado.

I Fatti del Caso: Occupazione Abusiva e Danneggiamento

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di due individui per i reati di occupazione abusiva di edificio (art. 633 c.p.) e danneggiamento aggravato (art. 635, comma secondo, c.p.). La condanna, emessa in primo grado dal Tribunale, era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello. Gli imputati, non soddisfatti della decisione, hanno deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a diversi motivi di doglianza.

L’Appello e il Ricorso inammissibile in Cassazione

I ricorrenti hanno basato la loro impugnazione su diverse presunte violazioni di legge, tra cui l’errata applicazione delle norme sull’occupazione abusiva, la presunta transitorietà dell’occupazione, la mancanza di querela per il reato di danneggiamento e il presunto erroneo riconoscimento del concorso di uno degli imputati nel reato. Tuttavia, la Suprema Corte ha rilevato una criticità fatale che ha portato a una declaratoria di inammissibilità.

La Mera Reiterazione dei Motivi d’Appello

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella constatazione che i motivi del ricorso erano una semplice riproposizione delle questioni già sollevate con l’atto di appello. I ricorrenti, infatti, non hanno sviluppato una critica specifica e argomentata contro la sentenza della Corte d’Appello, ma si sono limitati a ripetere le medesime censure, ignorando le motivazioni con cui i giudici di secondo grado le avevano già respinte. Questo comportamento processuale rende il ricorso generico e apparente, privo della funzione critica che gli è propria.

La Questione della Querela per Danneggiamento Aggravato

In aggiunta, la Corte ha definito ‘manifestamente infondato’ il motivo relativo alla mancanza di querela per il reato di danneggiamento. I giudici hanno chiarito che il reato contestato era quello di danneggiamento aggravato. Questa forma del reato, a differenza di quella semplice, è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale viene esercitata dallo Stato indipendentemente dalla volontà della persona offesa, rendendo irrilevante la presenza o l’assenza di una querela.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha richiamato il suo consolidato orientamento giurisprudenziale. Secondo la giurisprudenza, un ricorso è inammissibile quando si fonda su motivi che sono una mera ripetizione di quelli già dedotti in appello, esaminati e motivatamente disattesi dal giudice di secondo grado. Tali motivi sono considerati non specifici ma solo apparenti, poiché non assolvono alla funzione tipica di critica puntuale avverso la sentenza oggetto di ricorso. La Corte ha sottolineato come i ricorrenti abbiano sostanzialmente ignorato le argomentazioni della Corte d’Appello, specialmente in relazione al concorso di persone nel reato e alla sussistenza del reato stesso.

Le Conclusioni

La decisione in commento offre un importante monito per la pratica legale: l’impugnazione in Cassazione non è una semplice replica del giudizio d’appello. Per superare il vaglio di ammissibilità, è indispensabile che il ricorso si confronti analiticamente con le motivazioni della sentenza impugnata, evidenziando specifici vizi di legittimità e non limitandosi a riproporre doglianze già valutate. La mancata osservanza di questo principio conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso è inammissibile quando si limita a ripetere le stesse questioni già presentate e respinte nel precedente grado di giudizio (appello), senza formulare una critica specifica e puntuale contro le ragioni della decisione impugnata.

Il reato di danneggiamento aggravato richiede la querela della persona offesa per essere perseguito?
No, il reato di danneggiamento nella sua forma aggravata, come contestato nel caso di specie, è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale può essere avviata dallo Stato anche senza una querela da parte della vittima.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Se un ricorso è dichiarato inammissibile, i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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