LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile contro una condanna per truffa. I motivi del ricorso erano una semplice ripetizione di quelli già presentati e respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Ripetitivi

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una terza occasione per discutere i fatti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: il ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di un atto che si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello. Questo provvedimento sottolinea l’importanza della specificità e della critica puntuale alla sentenza impugnata, pena la chiusura definitiva del caso.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso in esame ha origine da una condanna per il reato di truffa, previsto dall’art. 640 del codice penale, emessa dal Tribunale di primo grado. La sentenza veniva successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, decideva di proporre ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione in relazione alla sua condanna.

L’Analisi della Corte: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Suprema Corte, nell’analizzare il ricorso, ha rilevato un vizio insanabile che ne ha determinato l’immediato rigetto. Il motivo principale del ricorso inammissibile risiedeva nel fatto che le argomentazioni presentate dall’imputato non erano altro che una ‘pedissequa riproduzione’ delle stesse questioni già sollevate e debitamente analizzate dalla Corte d’Appello. In sostanza, il ricorrente non aveva formulato una critica specifica e mirata contro le ragioni della sentenza di secondo grado, ma si era limitato a riproporre le medesime doglianze, sperando in un esito diverso.

Il Ruolo del Giudice di Legittimità

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire la propria funzione: non è un ‘terzo grado di merito’. Il suo compito non è rivalutare le prove o decidere chi ha torto o ragione sui fatti, ma assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Pertanto, un ricorso che cerca di ottenere una nuova valutazione delle ‘emergenze processuali’ è destinato a fallire. I motivi di ricorso devono denunciare vizi di legittimità, come la mancanza o la manifesta illogicità della motivazione, e non attaccare semplicemente la ‘persuasività’ o ‘l’inadeguatezza’ del ragionamento del giudice d’appello.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione su principi giurisprudenziali consolidati. Innanzitutto, ha chiarito che un ricorso è ‘apparente’ e non specifico quando si limita a ripetere motivi già dedotti in appello e motivatamente disattesi dalla corte di merito. Tale ricorso non assolve la funzione tipica di critica puntuale avverso la sentenza oggetto di impugnazione. In secondo luogo, ha specificato che le censure ammissibili in sede di legittimità sono solo quelle che riguardano vizi gravi della motivazione, come la sua totale mancanza, la sua palese illogicità o la sua contraddittorietà intrinseca o con atti probatori decisivi. Le doglianze che si limitano a proporre una diversa lettura delle prove o a contestare la credibilità di un elemento sono inammissibili.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre una lezione cruciale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza d’appello; è necessario articolare un ricorso che vada al cuore dei vizi di diritto della decisione. Proporre una semplice riedizione dei motivi d’appello è una strategia inefficace che conduce inevitabilmente a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La specificità e la pertinenza dei motivi sono requisiti imprescindibili per superare il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso per cassazione è inammissibile quando si fonda su motivi che sono una mera ripetizione di quelli già presentati e motivatamente respinti in appello, senza formulare una critica specifica e puntuale contro la sentenza impugnata.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti del processo?
No, la decisione chiarisce che la Corte di Cassazione non può condurre una nuova valutazione delle emergenze processuali o dei fatti. Il suo ruolo è limitato al controllo di legittimità, ossia verificare la corretta applicazione della legge, non agire come un terzo grado di giudizio nel merito.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono essere ‘specifici’?
L’ordinanza spiega che i motivi devono costituire una ‘critica puntuale’ avverso la sentenza impugnata. Ciò significa che non possono essere generici o ripetitivi, ma devono individuare con precisione gli errori di diritto commessi dal giudice di merito e argomentare in modo critico il perché la motivazione della sentenza sia errata, illogica o contraddittoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati