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Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello, senza un confronto critico con la sentenza impugnata, violando il principio di specificità dei motivi di impugnazione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Motivi Specifici

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in Cassazione, ribadendo un principio fondamentale: un’impugnazione non può essere una semplice riproposizione delle argomentazioni già respinte nei gradi precedenti. Questo caso, che tratta una condanna per guida in stato di ebbrezza, diventa l’occasione per la Suprema Corte di definire i contorni del ricorso inammissibile per genericità, una lezione cruciale per ogni professionista del diritto.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna all’Appello

Un automobilista veniva condannato in primo grado e successivamente in appello alla pena di tre mesi di arresto e 1.000,00 euro di ammenda per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2, lett. c) del Codice della Strada. La condanna si basava sugli esiti dell’alcoltest, che avevano accertato uno stato di ebbrezza rientrante nella fascia più grave.

Il Ricorso in Cassazione e i motivi dell’imputato

Attraverso il proprio difensore, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, articolando tre motivi principali:
1. Erronea valutazione dell’omologazione dell’etilometro: Si contestava che lo strumento utilizzato per l’accertamento fosse stato ritenuto regolarmente omologato.
2. Mancata valutazione del malfunzionamento dell’apparecchio: La difesa sosteneva che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente considerato le contestazioni relative al non corretto funzionamento dell’alcoltest.
3. Valore probatorio del verbale: Si lamentava l’erroneo conferimento di valore probatorio al verbale di accertamento, con conseguente carenza di prova sulla responsabilità penale al di là di ogni ragionevole dubbio.

La Decisione della Corte: un ricorso inammissibile per genericità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione di tale decisione non risiede nel merito delle questioni sollevate, ma nella modalità con cui sono state presentate. I giudici hanno osservato che i motivi del ricorso erano una mera e pedissequa reiterazione delle stesse doglianze già formulate nell’atto di appello e ampiamente esaminate e respinte dalla Corte territoriale. L’imputato, in altre parole, non ha formulato una critica argomentata contro la sentenza di secondo grado, ma si è limitato a riproporre le medesime argomentazioni.

Le Motivazioni: Il Principio del Confronto Puntuale con la Sentenza Impugnata

La funzione tipica dell’impugnazione, come chiarito costantemente dalla giurisprudenza di legittimità, è quella della critica argomentata al provvedimento che si intende contestare. Ai sensi degli artt. 581 e 591 del codice di procedura penale, i motivi di ricorso devono indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta. Questo impone un confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata, evidenziando gli errori logici o giuridici in cui il giudice precedente sarebbe incorso.
Nel caso di specie, il ricorso mancava completamente di questo confronto. Invece di spiegare perché la motivazione della Corte d’Appello fosse errata nel respingere le eccezioni sull’etilometro, il ricorrente si è limitato a ripresentare le eccezioni stesse. Un ricorso che non si confronta con la motivazione della sentenza impugnata è destinato all’inammissibilità, poiché viene meno alla sua unica funzione: quella di critica costruttiva e specifica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza è un monito per la pratica forense. La redazione di un atto di impugnazione, in particolare un ricorso per cassazione, non può risolversi in un semplice ‘copia e incolla’ dei motivi d’appello. È indispensabile un’analisi approfondita della sentenza di secondo grado per individuare i passaggi motivazionali deboli o errati e costruire su di essi una critica specifica e pertinente. In assenza di questo lavoro analitico, il ricorso inammissibile è una conseguenza quasi certa, con la condanna del cliente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso ammontava a 3.000,00 euro.

Perché un ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Risposta: Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘critica argomentata’ in un atto di impugnazione?
Risposta: Significa che l’impugnazione deve contenere una critica specifica e puntuale delle motivazioni della sentenza che si contesta, indicando le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che dimostrerebbero l’errore del giudice precedente. Non basta ripetere le proprie tesi.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Risposta: La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata a 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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