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Ricorso inammissibile: quando l’appello è respinto

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un’imputata condannata per furto. I motivi sono stati giudicati generici, in quanto mere ripetizioni di argomenti già respinti in appello, e manifestamente infondati, come la presunta inutilizzabilità della confessione nel rito abbreviato. La decisione conferma la condanna e sanziona la ricorrente con il pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un Caso di Furto e Confessione

Comprendere le ragioni per cui un appello in Cassazione viene respinto è fondamentale. Un ricorso inammissibile non è solo un esito negativo, ma una chiara indicazione di vizi procedurali o di argomentazioni legali deboli. Analizziamo un’ordinanza della Corte di Cassazione che illustra perfettamente due cause tipiche di inammissibilità: la genericità dei motivi e la loro manifesta infondatezza.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda una donna, condannata in primo grado e in appello per concorso in furto aggravato e tentato furto aggravato. Non accettando la decisione della Corte di Appello di Roma, l’imputata ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

In primo luogo, sosteneva un’errata applicazione della legge penale per il mancato riconoscimento della scriminante dello stato di necessità (prevista dall’art. 54 del codice penale) e per la mancata derubricazione del reato in una fattispecie meno grave (art. 626 c.p.). In secondo luogo, contestava l’utilizzabilità della confessione da lei stessa resa, ritenendola incompatibile con il rito abbreviato scelto.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi presentati e ha concluso per la loro totale inammissibilità. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorsi inammissibili.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La Corte ha spiegato in modo dettagliato perché ciascun motivo del ricorso non potesse essere accolto. Questa analisi offre spunti importanti per chiunque si avvicini al processo penale.

La Genericità del Primo Motivo

Il primo motivo, relativo allo stato di necessità e alla derubricazione del reato, è stato giudicato inammissibile perché le argomentazioni erano del tutto generiche. La Cassazione ha evidenziato come l’imputata si fosse limitata a ripetere pedissequamente le stesse doglianze già presentate e respinte dalla Corte di Appello. In sede di legittimità, non è sufficiente riproporre le medesime tesi, ma è necessario individuare vizi specifici (di legge o di motivazione) nella sentenza impugnata. La semplice riproposizione, senza un confronto critico con le motivazioni del giudice precedente, rende il motivo generico e, quindi, inammissibile.

L’Infondatezza del Secondo Motivo sulla Confessione

Il secondo motivo, riguardante l’inutilizzabilità della confessione, è stato qualificato come manifestamente infondato. La Corte ha chiarito un principio procedurale cruciale: la scelta di procedere con il rito abbreviato non osta in alcun modo all’utilizzabilità delle dichiarazioni rese spontaneamente dall’imputato. Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, non vi è alcuna incompatibilità tra i due istituti. Inoltre, la Cassazione ha sottolineato che la Corte di merito aveva già precisato come quella confessione non fosse comunque una prova decisiva per la condanna, rendendo la questione ancora meno rilevante.

Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

Questa ordinanza ribadisce due principi fondamentali per un corretto approccio al giudizio di Cassazione. Primo: un ricorso deve essere specifico e criticare puntualmente le argomentazioni della sentenza precedente, non limitarsi a una sterile ripetizione. Secondo: è essenziale basare i propri motivi su una solida e corretta interpretazione delle norme procedurali. Sostenere tesi manifestamente infondate, come l’incompatibilità tra rito abbreviato e confessione spontanea, conduce inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile e alle conseguenti sanzioni economiche.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando i motivi sono generici e si limitano a ripetere argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti, oppure quando sono basati su tesi giuridiche manifestamente infondate.

La scelta del rito abbreviato rende inutilizzabile una confessione spontanea?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la scelta del rito abbreviato non impedisce l’utilizzo delle dichiarazioni che l’imputato ha reso spontaneamente. Non vi è alcuna incompatibilità tra i due istituti.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione non valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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