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Ricorso inammissibile: quando l’appello è inutile

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in quanto i motivi presentati erano una mera riproduzione di argomenti già valutati e respinti dalla Corte d’Appello. La decisione evidenzia che la reiterazione di censure già disattese non costituisce un valido motivo di impugnazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze di un appello privo dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e le Conseguenze di un Appello Ripetitivo

Presentare un appello in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un’opportunità per contestare la violazione della legge in una sentenza. Tuttavia, non tutti gli appelli vengono esaminati nel merito. Un recente caso ha chiarito le conseguenze di un ricorso inammissibile, specialmente quando i motivi sono una semplice ripetizione di argomentazioni già respinte. Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre uno spunto fondamentale per comprendere i requisiti di un’impugnazione efficace e i rischi di un approccio superficiale.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato dalla Corte d’Appello di Torino, ha deciso di presentare ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. I motivi dell’appello si concentravano su tre punti principali: la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (prevista dall’art. 131-bis del codice penale), il riconoscimento di una circostanza attenuante e la contestazione della recidiva. L’imputato sosteneva che i giudici di merito non avessero valutato correttamente questi aspetti, portando a una condanna ingiusta.

La Decisione della Corte e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto il ricorso senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere una mera riproposizione delle stesse censure già esaminate e rigettate nei gradi di giudizio precedenti. In questo caso, i giudici hanno rilevato che tutti i punti sollevati dall’appellante erano già stati ‘adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici’ dalla Corte territoriale. Questo rende il ricorso privo della specificità richiesta dalla legge, trasformandolo in un tentativo di ottenere una terza valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione. Il risultato è stata la dichiarazione di un ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte sono state concise ma estremamente chiare. I giudici hanno sottolineato che i motivi del ricorso erano ‘meramente riproduttivi’ dei profili di censura già presentati in appello. La Corte d’Appello aveva già fornito una spiegazione logica e giuridicamente fondata per negare sia la non punibilità per tenuità del fatto, sia l’attenuante richiesta, oltre a confermare la sussistenza della recidiva.

La Cassazione, quindi, non ha riscontrato alcun vizio di legittimità nella sentenza impugnata, ma solo un tentativo del ricorrente di ridiscutere il giudizio di fatto. Poiché il ruolo della Cassazione è quello di garantire la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non di riesaminare le prove (giudizio di merito), il ricorso è stato ritenuto privo dei suoi presupposti essenziali.

Le Conclusioni: Costi e Sanzioni

Le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono solo procedurali, ma anche economiche. La Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione aggiuntiva è prevista per disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati. Citando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000), i giudici hanno specificato che tale sanzione è dovuta quando non si può escludere che il ricorrente abbia agito con ‘colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’. In altre parole, chi presenta un ricorso ripetitivo e generico deve farsi carico delle conseguenze economiche della sua iniziativa, che ha inutilmente impegnato il sistema giudiziario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una mera riproduzione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuove e specifiche critiche sulla violazione della legge.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma aggiuntiva (qui di 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti già effettuata dai giudici di merito?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la logicità della motivazione, non riesaminare i fatti del processo. Presentare un ricorso basato solo su una diversa interpretazione dei fatti lo rende inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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