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Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile per tre imputati condannati per associazione a delinquere, furto e tentata estorsione. La decisione si basa sulla genericità, sulla non specificità dei motivi e sulla riproposizione di censure già oggetto di rinuncia. La sentenza sottolinea l’importanza di redigere impugnazioni precise e motivate, confermando le condanne e addebitando ai ricorrenti le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di una Decisione della Cassazione

Un ricorso inammissibile rappresenta uno degli esiti più netti nel processo penale, segnando la fine del percorso di impugnazione e la definitività della condanna. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio delle ragioni che possono portare a tale declaratoria, evidenziando i rigorosi requisiti che un ricorso deve possedere per essere esaminato nel merito. La decisione analizza le impugnazioni di tre soggetti condannati per gravi reati, tra cui associazione per delinquere, furti aggravati e tentata estorsione, rigettandole per manifesta infondatezza e difetto di specificità. Questo caso ci permette di approfondire i principi procedurali che governano il giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Associazione a Delinquere e Altri Reati

La vicenda processuale trae origine da una sentenza di primo grado che aveva riconosciuto la colpevolezza di tre individui per una serie di reati contro il patrimonio e la persona. La Corte d’Appello, intervenuta successivamente, aveva parzialmente riformato la decisione: per alcuni capi d’imputazione aveva dichiarato il non doversi procedere per mancanza di querela, mentre per altri aveva rideterminato le pene in senso più favorevole agli imputati (in mitius). Tuttavia, il nucleo centrale della condanna, relativo ai reati di furto aggravato (artt. 624, 625 c.p.), tentata estorsione (artt. 56, 629 c.p.), ricettazione (art. 648 c.p.) e associazione per delinquere (art. 416 c.p.), era stato integralmente confermato.

Le Impugnazioni e il Ricorso Inammissibile

Contro la sentenza della Corte d’Appello, i tre imputati hanno proposto ricorso per Cassazione, ciascuno con motivi distinti. La Suprema Corte, però, ha ritenuto tutti i ricorsi inammissibili, fornendo una disamina puntuale delle carenze di ciascuna impugnazione. Questo aspetto è cruciale, poiché dimostra come non sia sufficiente contestare una sentenza, ma sia necessario farlo secondo precise regole procedurali.

La Genericità del Motivo di Ricorso

Il primo ricorrente contestava esclusivamente la determinazione della pena (il cosiddetto trattamento sanzionatorio), ritenendola eccessiva. La Cassazione ha bollato il motivo come generico e manifestamente infondato. La Corte d’Appello, infatti, aveva adeguatamente motivato la sua decisione basandosi sui criteri dell’art. 133 c.p., evidenziando la sistematicità delle condotte criminose, i precedenti penali specifici dell’imputato e il suo ruolo di coordinatore all’interno del sodalizio criminale. Il ricorso non offriva argomenti validi per scalfire la logicità di tale valutazione, che rientra nel potere discrezionale del giudice di merito.

La Rinuncia al Motivo di Appello

Il secondo ricorrente denunciava un vizio di motivazione riguardo alla sua responsabilità per il reato associativo. Tuttavia, la Corte ha rilevato un vizio procedurale insuperabile: lo stesso motivo era stato oggetto di rinuncia nel giudizio d’appello. La giurisprudenza è costante nell’affermare che non possono essere dedotte in Cassazione censure relative a motivi oggetto di rinuncia nel grado precedente. La rinuncia, infatti, preclude la possibilità di riproporre la medesima questione dinanzi al giudice di legittimità.

Il Difetto di Specificità dell’Impugnazione

Infine, il terzo ricorrente ha presentato due motivi. Il primo, relativo al reato associativo, è stato giudicato privo della necessaria specificità. L’imputato si era limitato a trascrivere il motivo d’appello senza confrontarsi criticamente con la motivazione della Corte territoriale, che aveva invece dettagliatamente argomentato sulla struttura, il vincolo e la stabilità dell’associazione. Il secondo motivo, sulla tentata estorsione, sosteneva che la restituzione dell’auto oggetto della richiesta estorsiva avrebbe dovuto escludere il reato. Anche questa censura è stata respinta, in quanto la Corte d’Appello aveva correttamente spiegato che il ritrovamento del veicolo non faceva venir meno la rilevanza penale della richiesta estorsiva già formulata.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile per tutti e tre gli imputati, ha ribadito alcuni principi cardine del processo penale. In primo luogo, i motivi di ricorso devono essere specifici, ovvero devono indicare con precisione le parti del provvedimento impugnato e le ragioni di diritto e di fatto che ne sostengono la critica. Non è ammissibile una mera riproposizione dei motivi d’appello. In secondo luogo, il ricorso non può vertere su questioni già rinunciate. Infine, le valutazioni di merito, come la quantificazione della pena, se logicamente motivate dal giudice, non sono sindacabili in sede di legittimità. La Corte ha quindi ritenuto che le impugnazioni fossero manifestamente infondate, denotando una colpa dei ricorrenti nella proposizione delle stesse.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Ricorso Inammissibile

La decisione in esame ha conseguenze pratiche significative. La declaratoria di inammissibilità non solo rende definitiva la sentenza di condanna, ma comporta anche la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Tale sanzione pecuniaria, fissata in questo caso in tremila euro, serve a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Questa ordinanza, dunque, funge da monito sull’importanza di una difesa tecnica rigorosa e consapevole dei limiti del giudizio di Cassazione, che non è un terzo grado di merito, ma un giudizio sulla corretta applicazione della legge.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo la decisione, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono generici e non si confrontano criticamente con la sentenza impugnata, quando manca la necessaria specificità nell’indicare le violazioni di legge o i vizi di motivazione, oppure quando si ripropongono motivi che erano stati oggetto di rinuncia nel precedente grado di giudizio.

Cosa succede se un motivo di appello viene rinunciato?
Se un motivo di appello viene rinunciato, non può più essere riproposto in Cassazione. La rinuncia preclude definitivamente la possibilità di sollevare la stessa questione davanti al giudice di legittimità, come stabilito dalla Corte nel caso di uno dei ricorrenti.

La restituzione del bene oggetto di una richiesta estorsiva fa venir meno il reato di tentata estorsione?
No. La Corte ha confermato che il ritrovamento anticipato del bene (in questo caso, un’automobile) non determina il venir meno del reato di tentata estorsione, poiché la condotta criminosa si perfeziona con la richiesta estorsiva e non dipende dal suo esito finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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