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Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. I motivi del ricorso sono stati ritenuti manifestamente infondati, in quanto riproduttivi di censure già adeguatamente respinte nel grado precedente e miranti a una rivalutazione del merito, non consentita in sede di legittimità. La Corte ha confermato la correttezza della valutazione delle prove, della ritenuta recidiva e del trattamento sanzionatorio, inclusa la mancata concessione delle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna e Spiega i Limiti dell’Appello

Quando si presenta un appello alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano fondati su vizi di legittimità e non su una semplice riproposizione delle stesse argomentazioni già valutate. Un recente provvedimento della Suprema Corte chiarisce perfettamente perché un ricorso inammissibile viene rigettato, confermando la decisione dei giudici di merito. L’ordinanza analizza un caso in cui l’imputato ha tentato di ottenere una nuova valutazione delle prove, un compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna penale emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione. La vicenda principale si era svolta all’interno di un ufficio pubblico, un’anagrafe comunale, dove la condotta dell’imputato aveva turbato il regolare funzionamento del servizio.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato il suo ricorso su due motivi principali, cercando di smontare l’impianto accusatorio e la pena inflitta:

1. Insussistenza del reato: Si contestava la sussistenza stessa del reato, invocando l’applicazione di un’esimente prevista dall’art. 393-bis del codice penale (reazione ad un atto arbitrario del pubblico ufficiale). L’imputato sosteneva che le dichiarazioni dei testimoni, appartenenti alla polizia giudiziaria, fossero inattendibili.
2. Trattamento sanzionatorio: Il secondo motivo criticava diversi aspetti della pena. Si contestava il riconoscimento della recidiva, si riteneva la sanzione eccessiva e, infine, si lamentava la mancata applicazione delle attenuanti generiche.

La Decisione della Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. I giudici hanno ritenuto che entrambi i motivi fossero manifestamente infondati e, soprattutto, riproduttivi di censure già esaminate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. Questo è un punto cruciale: il ricorso in Cassazione non può essere una semplice ripetizione degli argomenti del secondo grado, né può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La Corte ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge, non di rivalutare le prove.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato dettagliatamente perché ogni motivo fosse infondato. Riguardo al primo punto, ha sottolineato come la Corte d’Appello avesse già adeguatamente motivato la propria decisione, apprezzando le prove e ricostruendo la vicenda sulla base delle dichiarazioni dei testi, ritenute attendibili, a differenza di quelle dell’imputato e della sua convivente. Tentare di contestare questa valutazione in sede di legittimità è un’operazione non consentita.

Anche sul secondo motivo, la Cassazione ha convalidato l’operato della Corte d’Appello. La recidiva era stata correttamente applicata perché una precedente condanna nel quinquennio dimostrava una maggiore pericolosità sociale. Il diniego delle attenuanti generiche era giustificato dall’assenza di elementi positivi e dalla “personalità trasgressiva” dell’imputato, che non aveva mostrato alcun segno di pentimento. Infine, la pena, sebbene superiore al minimo, era stata ritenuta congrua in considerazione della gravità della condotta, avvenuta in un ufficio pubblico con conseguente interruzione del servizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione deve basarsi su specifici vizi di legge e non può essere utilizzato per richiedere una nuova valutazione dei fatti. Quando i motivi di appello sono una mera riproposizione di argomenti già vagliati e respinti, il ricorso viene dichiarato inammissibile. La conseguenza per il ricorrente non è solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato e si limita a riproporre le stesse censure già adeguatamente confutate dalla Corte d’Appello, trasformandosi in un tentativo di rivalutare nel merito le prove, cosa non permessa in sede di legittimità.

Perché all’imputato non sono state concesse le attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa dell’assenza di elementi positivi da valorizzare. La Corte ha evidenziato la personalità trasgressiva dell’imputato e il fatto che non avesse dimostrato alcun segno di resipiscenza (pentimento).

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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