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Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una condanna per resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.). I motivi, relativi alla sussistenza del reato e alla mancata concessione di pene sostitutive, sono stati ritenuti manifestamente infondati, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Conferma la Condanna per Resistenza a Pubblico Ufficiale

L’esito di un processo non si decide solo nel merito, ma anche attraverso il rispetto delle regole procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile possa porre fine a un percorso giudiziario, confermando la decisione dei giudici di grado inferiore. La Suprema Corte ha infatti rigettato l’appello di un cittadino condannato per resistenza a pubblico ufficiale, ritenendo i suoi motivi di doglianza ‘manifestamente infondati’.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Torino nei confronti di un imputato per il reato di cui all’art. 337 del codice penale (Resistenza a un pubblico ufficiale). L’imputato, non accettando la sentenza, ha deciso di proporre ricorso per Cassazione, affidandosi a due specifici motivi per contestare la decisione dei giudici di secondo grado.

L’Analisi del Ricorso Inammissibile

Il ricorso presentato dall’imputato si articolava su due punti principali. Entrambi, tuttavia, sono stati giudicati dalla Suprema Corte come palesemente privi di fondamento, portando a una declaratoria di inammissibilità.

La Manifesta Infondatezza del Primo Motivo

Il primo motivo di ricorso mirava a contestare la sussistenza stessa degli elementi costitutivi del reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’appellante censurava la motivazione della sentenza impugnata. La Cassazione, tuttavia, ha evidenziato come tale critica fosse sterile, in quanto non si confrontava adeguatamente con le argomentazioni logiche e giuridicamente corrette del giudice di merito. Quest’ultimo, infatti, aveva correttamente riqualificato l’originaria accusa (ex art. 336 c.p.) in quella di cui all’art. 337 c.p., fornendo una spiegazione puntuale e priva di vizi sia sull’elemento oggettivo che su quello soggettivo del reato.

Il Rigetto del Secondo Motivo sulle Pene Sostitutive

Il secondo motivo riguardava la mancata applicazione delle pene sostitutive. Anche in questo caso, la Corte ha rilevato la manifesta infondatezza della doglianza. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva già esaminato e motivatamente respinto tale richiesta. La decisione si basava su una valutazione approfondita della personalità dell’imputato e dei suoi precedenti, anche specifici e recenti. Sulla base di questi elementi, il giudice di merito aveva concluso di non poter formulare una prognosi positiva circa l’adempimento delle prescrizioni legate a una pena alternativa, una valutazione che la Cassazione ha ritenuto corretta e non illogica.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione sul principio secondo cui il ricorso, per essere ammissibile, deve confrontarsi criticamente e in modo specifico con le ragioni della sentenza impugnata. In questo caso, i motivi presentati erano generici e riproduttivi di censure già disattese, senza aggiungere nuovi elementi di valutazione. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della decisione precedente. Poiché le argomentazioni della Corte d’Appello erano state ritenute corrette, logiche e prive di vizi, i motivi di ricorso sono stati giudicati ‘manifestamente infondati’.

Conclusioni: Le Implicazioni della Pronuncia

La declaratoria di ricorso inammissibile comporta due conseguenze significative per l’appellante. In primo luogo, la condanna inflitta dalla Corte d’Appello diventa definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di formulare motivi di ricorso specifici, pertinenti e che si confrontino realmente con la ratio decidendi della sentenza che si intende impugnare, per evitare una pronuncia che ponga fine al giudizio senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate.

Quando un motivo di ricorso viene considerato manifestamente infondato?
Un motivo di ricorso è considerato manifestamente infondato quando non si confronta in modo critico con le argomentazioni corrette e non illogiche del giudice di merito, oppure quando ripropone censure già vagliate e respinte senza addurre nuovi elementi.

Perché la Corte ha confermato il diniego delle pene sostitutive?
La Corte ha confermato il diniego perché la decisione del giudice di merito si basava su una valutazione corretta e logica della personalità dell’imputato e dei suoi precedenti specifici, elementi che non permettevano di formulare una prognosi positiva sull’adempimento delle prescrizioni di una pena alternativa.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende definitiva la sentenza di condanna impugnata e comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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