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Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile proposto da un imputato che lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Corte ha rilevato che tali attenuanti erano già state concesse nei gradi di merito, rendendo il motivo di ricorso privo di specificità e del tutto incomprensibile. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: un errore che costa caro

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase delicata che richiede precisione, rigore e, soprattutto, motivi fondati. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un appello basato su presupposti errati e privo di specificità si traduca in una declaratoria di ricorso inammissibile, con significative conseguenze per il ricorrente. Questo caso sottolinea l’importanza di un’attenta analisi delle sentenze dei gradi precedenti prima di intraprendere la via del ricorso per cassazione.

I Fatti del Caso: Un Appello Sorprendente

Il caso in esame ha origine da una condanna per il reato previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90, relativo a fatti di lieve entità in materia di stupefacenti. L’imputato, dopo la condanna nei primi due gradi di giudizio, decideva di proporre ricorso per cassazione. Il motivo addotto era un presunto vizio di motivazione della sentenza d’appello in merito al diniego delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte: La Declaratoria di Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12318/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso manifestamente inammissibile. La ragione è tanto semplice quanto perentoria: il motivo di ricorso era non solo privo di qualsiasi specificità, ma anche del tutto incomprensibile. Gli Ermellini, infatti, hanno rilevato una palese contraddizione tra quanto lamentato dal ricorrente e quanto effettivamente statuito nelle sentenze di merito.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso era Privo di Fondamento?

Il cuore della decisione risiede in un’evidenza fattuale che il ricorrente sembrava aver ignorato: le circostanze attenuanti generiche, di cui si lamentava il mancato riconoscimento, gli erano in realtà già state concesse fin dal giudizio di primo grado. Questa concessione era stata poi confermata in appello.

Di conseguenza, il motivo di doglianza non solo non era stato oggetto di discussione nel secondo grado di giudizio, ma si basava su un presupposto completamente errato. La Corte ha sottolineato come un motivo di ricorso debba essere specifico e pertinente, ovvero deve contestare un punto reale e controverso della decisione impugnata. In questo caso, lamentare il diniego di un beneficio già ottenuto rende l’impugnazione illogica e, quindi, inammissibile.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è una mera formalità. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, essa comporta due precise conseguenze economiche per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali del procedimento in Cassazione. In secondo luogo, il versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata equitativamente fissata in 3.000 euro.

Questa ordinanza funge da monito: il ricorso per cassazione non è uno strumento da utilizzare con leggerezza. È essenziale che i motivi siano specifici, pertinenti e basati su un’accurata lettura dei provvedimenti impugnati. Proporre un appello fondato su circostanze inesistenti o già risolte a proprio favore non solo non porta ad alcun risultato utile, ma si traduce in un’inevitabile condanna a ulteriori spese.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti richiesti dalla legge, come nel caso esaminato in cui il motivo era basato su un presupposto fattuale errato, risultando privo di specificità e del tutto incomprensibile.

Cosa succede se si presenta un ricorso basato su un presupposto di fatto palesemente errato?
Se un ricorso si fonda su un presupposto di fatto errato, come lamentare il diniego di un beneficio che in realtà è già stato concesso, la Corte lo dichiara inammissibile senza esaminarne il merito, poiché il motivo è considerato privo di fondamento logico.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in ambito penale?
A norma dell’art. 616 c.p.p., la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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