LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per rapina aggravata. La Corte ha ritenuto gli appelli non specifici e manifestamente infondati, in quanto si limitavano a proporre una rilettura dei fatti senza contestare vizi di legge nella motivazione della corte d’appello, che era stata ritenuta congrua e ben argomentata sia sulla qualificazione del reato sia sul trattamento sanzionatorio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Conferma la Condanna per Rapina

Presentare un appello in Corte di Cassazione richiede precisione e solidità giuridica. Un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di un’impugnazione che non rispetta i canoni richiesti, come dimostra l’ordinanza n. 9530/2024 della Settima Sezione Penale. In questo caso, i ricorsi presentati da due imputati contro una condanna per rapina aggravata sono stati respinti perché ritenuti generici e palesemente privi di fondamento. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per capire quali sono i limiti di un ricorso in Cassazione.

I Fatti del Processo e i Motivi del Ricorso

Due individui, condannati in appello per rapina aggravata e altri reati, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione attraverso i loro legali. Le loro doglianze si concentravano su diversi punti:

* La contestazione del concorso morale di uno degli imputati nel reato di rapina.
* La richiesta di derubricare il reato di rapina in quello meno grave di violenza privata (art. 610 c.p.).
* La critica alla mancata concessione delle attenuanti generiche nella loro massima estensione e al calcolo della pena.
* La contestazione sull’entità dell’aumento di pena per la continuazione tra i reati.

In sostanza, la difesa mirava a ottenere una riqualificazione dei fatti e una riduzione della pena, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nelle sue valutazioni.

L’Analisi della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato tutti i motivi presentati e li ha dichiarati inammissibili. La ragione di fondo è che i ricorsi non sollevavano questioni di legittimità, ovvero errori nell’applicazione della legge, ma si limitavano a proporre una lettura alternativa delle prove e dei fatti, un’operazione che non è permessa in sede di Cassazione.

La Suprema Corte ha sottolineato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente per ogni sua decisione. Ad esempio, aveva chiaramente distinto gli elementi della rapina da quelli della violenza privata e aveva giustificato il diniego delle attenuanti in misura massima citando la recidiva degli imputati e il trattamento sanzionatorio già mite applicato in primo grado.

La Manifesta Infondatezza dei Motivi

Uno degli aspetti cruciali che ha portato a un ricorso inammissibile è stata la “manifesta infondatezza” dei motivi. Questo significa che le argomentazioni della difesa erano così deboli da risultare palesemente errate a una prima analisi. I ricorrenti, secondo la Corte, non si sono confrontati con le ragioni della sentenza impugnata, ma hanno tentato di ottenere un nuovo giudizio di merito, cosa preclusa in questa sede.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Il suo scopo è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non riesaminare le prove. Nel caso di specie, l’onere argomentativo del giudice d’appello era stato pienamente assolto, con una spiegazione dettagliata (pagine 3-6 della sentenza) di tutti gli elementi decisivi.

I ricorsi sono stati giudicati “aspecifici” perché non individuavano un vizio di legge concreto, e “versati in fatto” perché chiedevano una nuova valutazione delle risultanze processuali. La Corte ha ritenuto che le ragioni fornite dalla Corte d’Appello per giustificare la condanna e la pena fossero complete e congrue, rendendo ogni ulteriore doglianza manifestamente infondata.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito sull’importanza di strutturare un ricorso in Cassazione in modo rigoroso e pertinente. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione di merito; è necessario dimostrare che essa sia viziata da un errore di diritto o da una motivazione illogica o contraddittoria. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per i ricorrenti di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, come in questo caso, quantificata in tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
La Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché erano aspecifici, versati in fatto e manifestamente infondati. Invece di contestare vizi di legge, i ricorrenti hanno tentato di ottenere una nuova valutazione delle prove, sollecitando una lettura alternativa delle risultanze processuali, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

La richiesta di derubricare il reato di rapina in violenza privata è stata accolta?
No, la richiesta non è stata accolta. La Corte ha confermato la decisione della corte territoriale, la quale aveva già adeguatamente motivato la sussistenza di tutti gli elementi che caratterizzano il reato di rapina, respingendo la possibilità di una riqualificazione in un reato meno grave.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche nella massima estensione?
La concessione delle attenuanti generiche in misura massima è stata negata perché la Corte ha ritenuto infondata la richiesta. La sentenza impugnata aveva già considerato la recidiva degli imputati e aveva sottolineato che il trattamento sanzionatorio era già generoso. Inoltre, i ricorrenti non avevano fornito alcuna nuova evidenza positiva che potesse giustificare un’ulteriore mitigazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati