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Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

Un’imputata, condannata per sostituzione di persona per aver stipulato un contratto di fornitura elettrica a nome altrui, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto i motivi erano generici, ripetitivi e non criticavano specificamente la sentenza d’appello. Questa decisione ha reso la condanna definitiva, impedendo la valutazione della prescrizione del reato.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze sulla Prescrizione del Reato

Presentare un ricorso in Cassazione non è una mera formalità, ma un atto che richiede precisione e specificità. Un ricorso inammissibile, come chiarito dalla Corte di Cassazione Penale con l’ordinanza n. 2424/2024, non solo non viene esaminato nel merito, ma produce conseguenze processuali gravissime, come l’impossibilità di far valere la prescrizione del reato. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda una persona imputata e condannata in primo e secondo grado per il reato di sostituzione di persona, aggravato ai sensi dell’art. 61 n. 2 c.p. L’accusa era quella di aver stipulato un contratto di fornitura di energia elettrica sostituendosi illegittimamente a un’altra persona, al fine di procurare un vantaggio a un terzo complice. A seguito della conferma della condanna da parte della Corte d’Appello, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha basato il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Vizio di motivazione e violazione di legge: Si contestava l’affermazione di responsabilità, ritenendo che la Corte d’Appello non avesse motivato adeguatamente.
2. Mancato riconoscimento della non punibilità: Si lamentava la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., relativo alla particolare tenuità del fatto.
3. Mancata concessione delle attenuanti generiche: Si criticava il diniego delle circostanze attenuanti generiche, ritenendolo immotivato.

La Decisione della Cassazione: Analisi del ricorso inammissibile

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile nella sua interezza, smontando punto per punto le argomentazioni difensive.

Il Primo Motivo: Genericità e Ripetitività

Il primo motivo è stato giudicato inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello. In presenza di una “doppia conforme”, ovvero due sentenze di merito che giungono alla stessa conclusione, il ricorso in Cassazione deve contenere una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza d’appello, non una semplice reiterazione di doglianze già esaminate.

Il Secondo e Terzo Motivo: Aspecificità e Infondatezza

Anche il secondo motivo, sulla tenuità del fatto, è stato ritenuto aspecifico. La difesa non si è confrontata con le ragioni della Corte territoriale, che aveva escluso l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. evidenziando le “significative modalità illecite della condotta”. Il terzo motivo, sulle attenuanti generiche, è stato definito manifestamente infondato, poiché la giurisprudenza consolidata ritiene sufficiente un riferimento conciso agli elementi decisivi per motivare il diniego, cosa che i giudici di merito avevano fatto.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della decisione risiede in un principio fondamentale della procedura penale. Secondo le Sezioni Unite della Cassazione, la proposizione di un ricorso inammissibile non costituisce un valido avvio della fase processuale. Di conseguenza, il giudice dell’impugnazione non è investito del potere di decidere sul merito della questione. Questo comporta la formazione del cosiddetto “giudicato sostanziale”, ovvero la sentenza impugnata diventa definitiva e non più modificabile.
L’effetto più rilevante è che il giudice non può rilevare eventuali cause di non punibilità sopravvenute, come la prescrizione del reato. La richiesta della difesa di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, pervenuta tardivamente, è stata quindi respinta proprio a causa dell’inammissibilità del ricorso originario.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un insegnamento cruciale per la pratica legale: un ricorso per Cassazione deve essere uno strumento di critica mirata e tecnica, non un tentativo generico di rimettere in discussione l’intero processo. Un ricorso inammissibile non apre una nuova fase di giudizio, ma, al contrario, chiude definitivamente la partita, cristallizzando la condanna e precludendo la possibilità di beneficiare di istituti favorevoli come la prescrizione. La conseguenza per l’imputato non è solo la conferma della colpevolezza, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Secondo la decisione, un ricorso è inammissibile quando si limita a ripetere argomentazioni già respinte nei gradi precedenti (in un contesto di “doppia conforme”), quando è generico e non si confronta specificamente con la motivazione della sentenza impugnata, o quando si basa su mere doglianze di fatto che richiederebbero una nuova valutazione del merito, non consentita in sede di legittimità.

Un ricorso inammissibile può impedire la dichiarazione di prescrizione del reato?
Sì. La Corte di Cassazione ha affermato che la proposizione di un ricorso inammissibile non avvia validamente la fase processuale. Questo determina la formazione del “giudicato sostanziale” sulla sentenza precedente, impedendo al giudice di rilevare e dichiarare eventuali cause di non punibilità, come la prescrizione del reato.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputata?
La Corte ha ritenuto la richiesta manifestamente infondata. Secondo la giurisprudenza consolidata, per negare le attenuanti generiche è sufficiente che il giudice di merito fornisca un riferimento congruo agli elementi ritenuti decisivi o rilevanti per la sua decisione, cosa che nel caso di specie era stata fatta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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