Ricorso Inammissibile: Analisi di un Caso di Lesioni e Vizi Procedurali
Quando si presenta un appello alla Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano solidi e giuridicamente fondati. In caso contrario, il rischio è che venga dichiarato un ricorso inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come e perché ciò possa accadere, analizzando due motivi di ricorso ritenuti manifestamente infondati.
I fatti del caso
Il caso nasce da un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello che confermava una condanna per il reato di lesioni personali. La particolarità del reato risiedeva nella presenza di un’aggravante specifica: le lesioni erano state commesse ai danni di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. La ricorrente ha basato il suo appello in Cassazione su due principali argomentazioni: la prima relativa all’impatto della Riforma Cartabia sulla procedibilità del reato, la seconda su un presunto vizio procedurale avvenuto durante il giudizio d’appello.
La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi e ha concluso per la totale inammissibilità del ricorso. I giudici hanno ritenuto le argomentazioni della difesa prive di fondamento normativo e manifestamente infondate, confermando la decisione del giudice di secondo grado e condannando la ricorrente al pagamento delle spese e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le motivazioni dietro un ricorso inammissibile
L’analisi delle motivazioni della Corte è cruciale per comprendere i principi di diritto applicati. La decisione si basa sulla valutazione distinta dei due motivi di ricorso.
La procedibilità d’ufficio e la Riforma Cartabia
Il primo motivo sollevato dalla difesa è stato considerato privo di fondamento. La ricorrente sosteneva che le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) avessero inciso sulle condizioni di procedibilità del reato. La Corte ha rapidamente smontato questa tesi, chiarendo che l’aggravante prevista dall’art. 576, comma 1, n. 5-bis del codice penale (lesioni commesse in danno di un pubblico ufficiale) rende il reato procedibile d’ufficio. Questa regola non è stata toccata dalla riforma, che ha conservato la procedibilità d’ufficio per tale specifica ipotesi. Pertanto, qualsiasi discussione sulle modifiche normative era, in questo contesto, irrilevante.
Il vizio procedurale e l’onere della prova
Il secondo motivo, giudicato manifestamente infondato, riguardava una presunta irregolarità procedurale. Durante il giudizio d’appello, celebrato con rito scritto a causa delle norme emergenziali Covid-19, le conclusioni del procuratore generale sarebbero state trasmesse in ritardo. La Cassazione ha ricordato un principio consolidato: una mera irregolarità procedurale, come una tardiva trasmissione di atti, non costituisce di per sé una violazione del diritto di difesa. Le nullità processuali sono tassative e, in assenza di una sanzione specifica, spetta a chi se ne duole dimostrare il concreto pregiudizio subito. La ricorrente, in questo caso, non ha specificato in che modo il ritardo abbia effettivamente danneggiato le sue ragioni difensive, rendendo la doglianza generica e, quindi, inammissibile.
Le conclusioni
Questa ordinanza ribadisce due importanti lezioni per la pratica legale. In primo luogo, i motivi di ricorso in Cassazione devono essere ancorati a solide basi normative e giurisprudenziali; argomentazioni irrilevanti o palesemente errate portano inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile. In secondo luogo, quando si lamenta un vizio procedurale, non è sufficiente denunciare l’irregolarità, ma è indispensabile dimostrare il danno concreto e specifico che tale vizio ha arrecato alla difesa. In assenza di questa prova, il motivo di ricorso sarà considerato infondato.
La Riforma Cartabia ha cambiato la procedibilità per il reato di lesioni a un pubblico ufficiale?
No, l’ordinanza chiarisce che la presenza dell’aggravante di aver commesso il fatto in danno di un pubblico ufficiale rende il reato di lesioni personali procedibile d’ufficio, e questa regola non è stata modificata dalla Riforma Cartabia.
Un ritardo nella comunicazione degli atti processuali rende sempre nullo il procedimento?
No. La Corte ha stabilito che la tardiva trasmissione delle conclusioni del procuratore generale non costituisce di per sé una violazione del diritto di difesa. Per ottenere una declaratoria di nullità, il ricorrente ha l’onere di specificare e dimostrare quale concreto pregiudizio ha subito a causa di quel ritardo.
Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) alla Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44463 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44463 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 25/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 16/04/1966
avverso la sentenza del 22/09/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso di S. Riznaovic; dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Il ricorso di NOME COGNOME è inammissibile.
E’ privo di fondamento normativo il primo motivo poiché la sussistenza dell’aggravante di cui all’art. 576, comma 1, n. 5-bis cod. pen. rende il reato di lesioni personali, commesso in danno di pubblico ufficiale, procedibile di ufficio: irrilevanti, pertanto, le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia con d. Igs. n. 150 del 2022 che ha conservato la procedibilità di ufficio per tale ipotesi di reato.
E’ manifestamente infondato anche il secondo motivo di ricorso poiché in tema di giudizio d’appello, celebrato con le forme del contraddittorio scritto ai sensi della disciplina emergenziale per il contenimento della pandemia da Covid-19, la tardiva trasmissione delle conclusioni tempestivamente depositate dal procuratore generale non integra di per sé una violazione del diritto di difesa, stante il carattere tassativo delle nullità e l’assenza di una sanzione processuale per tale ipotesi, sicché il ricorrente, che se ne dolga, ha l’onere di specificare il concreto pregiudizio che quel ritardo ha cagionato alle ragioni della difesa (Sez. 5, n. 27419 del 17/02/2023, Rv. 285874);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 25 ottobre 2024
Il Consi GLYPH estensore
1hte